Gioielleria distrutta dall9incendio provocato da una stufa a kerosene

Gioielleria distrutta dall9incendio provocato da una stufa a kerosene Gioielleria distrutta dall9incendio provocato da una stufa a kerosene Proprietario, commesso e un cliente fuggono, salvandosi dall'improvviso erompere delle fiamme - Perduti tra le macerie oggetti preziosi per 15 milioni Il cattivo funzionamento di una stufa a kerosene ha provocato un incendio che ha distrutto un'oreficeria. Il negozio, specializzato ln orologeria e ottica, si trova In via Madama Cristina ed è di proprietà di Giuseppe Alessio, 60 anni, e ai suo figlio Vittorio di 26 anni, entrambi abitanti in via Ormea 69. Ieri alle 19,50 nella bottega c'erano Vittorio, intento a rimettere i gioielli nella cassaforte, il commesso Arturo Pellegrino, 63 anni, via Piero Giuria 42 e un cliente. Girolamo Caccamo, 43 anni, via Ormea71. Improvvisamente dalla stufa che era addossata a una parete, tra le vetrine e il banco, si è sprigionata una fiammata che ha invaso il locale. Il commesso e il cliente si sono precipitati fuori, mentre il proprietario s'è affrettato a gettare nella cassaforte gli ori del plateau che aveva in mano e a chiudere lo sportello. Ha ancora cercato di prendere dal cassetto 11 denaro contante, circa 40 mila lire, ma il fuoco stava già lambendolo. Il Caccamo 6 rientrato nel negozio, ha afferrato l'orefice per un braccio trascinandolo via perché non rimanesse prigioniero. Nel giro di qualche minuto tutto il negozio è stato preda delle fiamme. Anche la porta che dà sotto l'androne s'è incendiata e le due vetrine sono andate in frantumi. Il proprietario era disperato, ma non sapeva cosa faro per poter salvare la preziosa merce. Sono arrivati 1 pompieri e in una ventina di minuti hanno spento il fuoco. Alla fine nulla era recuperabile, c'erano soltanto frammenti di gioielli bruciacchiati; si erano salvati quelli che erano stati chiusi nella cassaforte. L'orefice, che è assicurato solo per una minima parte, ha subito un danno di oltre quindici milioni. Giuseppe Alessio, il padre, in questo periodo è a casa perché sofferente di cuore. Ieri sera il figlio non ha avuto il coraggio di raccontargli l'accaduto; Tortone»! a Torino — Questa sera, presso il circolo dell'Anima, riunione conviviale. I professori i iiudice e Banchieri ed il dott. Verna parleranno della stori» e dell'arte tortonese ed il poeta dialettale Silvi reciterà versi. Croce Verde — Domenica alle 17 al Grand hotel Ambasciatori sfilata di moda e ballo benefico per l'assistenza net mesi invernali degli ammalati poveri. Situazione dei trentamila sardi immigrati a Torino Soltanto 350 hanno il telefono Il gesuita padre Mameli ha parlato ieri sera, nella sede dell'Associazione di studi filosofici di via San Francesco da Paola 4, sul tema: «Immigrazione sarda ». Dopo una premessa di carattere storico, l'oratore si è soffermato sulla situazione torinese. L'immigrazione in massa nella nostra città si è verificata tra il 1980 e il 1963. In tre anni si sono trasferiti a Torino 17 mila sardi. Parecchi si sono occupati come artigiani, manovali e domestici; vi sono anche studenti e religiosi. La maggioranza però non ha ancora raggiunto una buona posizione economica. « Su 30 mila sardi iscritti nelle liste della popolazione — ha detto padre Mameli — soltanto 350 hanno il telefono ». L'oratore ha aggiunto che 1 sardi immigrati a Torino « tendono a ricostituire la comunità di origine ». Lo dimostra il fatto che abitano in zone diverse della città, riuniti in base al Comune di provenienza. Si inaugura domenica l'acquedotto di Rosta Realizzato in 45 giorni A Rosta domenica mattina alle 10 l'on. Donat Cattin, sottosegretario alle Partecipazioni Statali, inaugurerà il nuovo acquedotto comunale. Saranno presenti il sindaco, Bruno Bernardino, e il parroco don Dughcra con le autorità. L'opera è costata 30 milioni, versati ln parte dallo Stato e in parte dal Comune e dai privati, ed è stata realizzata in 45 giorni. L'acquedotto potrà soddisfare le necessità della popolazione di Rosta, che conta oggi mille abitanti. La vena del vecchio pozzo costruito nel 1924 sì era esaurita e la popolazione ha trascorso un'estate intera senza acqua. Il nuovo impianto può erogare 30 mila litri all'ora. La premiazione delle suore che vegliano di notte i malati Al Collegio S. Giuseppe ieri lo Suore Nazarene hanno festeggiato il centenario del loro istituto. Sono state premiate le suore infermiere di sette congregazioni, che hanno prestato 50 e 60 anni di assistenza presso gli ammalati. Alla cerimonia era presente II vescovo ausiliare mons. Bottino. L'assessore avv. Guglielminetti ha illustrato la preziosa abnegazione delle suore che prestano servizio notturno agli Infermi. L'avv. Dardanello. presidente del San Giovanni, ha parlato sulla missione religiosa e sanitaria. diventata obbligatoria per tut « Non è necessario che mi to ». -Allora non 0 eran^nemme-1 spleghi ln maggiori particolaRichiamando l'attenzione no fumatrici, cominciarono a ^no fumatrici, cominciarono a venire dopo la prima guerra: «Si vergognavano, dicevano che le sigarette erano per 11 marito». Da allora, sono passati tanti anni: «Siamo diventati vecchi. Una vita di sacrificio, la rivendita, ma regolata, e cosi almeno siamo rimasti in salute ». • •■l1lllllillllllltll1illlllllfllllllllllllllllllllllllllllIlllllllllilllllfll(IIIirilillllltlllll1IIIIIIIIIItlllllllllllllliiltl[IIElll!I!:i[IIMI IMII Elllllllltlll

Luoghi citati: Rosta, Torino