II ministro Pieraccini insedia a Torino il comitato piemontese della programmazione

II ministro Pieraccini insedia a Torino il comitato piemontese della programmazione JP&x* preparare il piago di sviluppo **&&*onalG II ministro Pieraccini insedia a Torino il comitato piemontese della programmazione II rappresentante del governo sottolinea che il Piemonte da regione periferica è diventato il centro dell'Europa unita: le sue industrie potranno trarre nuovo impulso dai più vasti mercati - Rileva alcune deficienze: Novarese, Basso Alessandrino, Cuneese e valli alpine - Indica le possibilità dell'agricoltura e del turismo - Il presidente del comitato prof. Renacco dichiara: «Il piano consente un'attiva collaborazione tra forze diverse» - I discorsi del presidente della Provincia Oberto e del sindaco Grosso Il ministro del Bilancio on. Pieraccini ha insediato ieri a Torino il Comitato regionale per la programmazione economica del Piemonte. La cerimonia si è svolta nel salone delle conferenze della Galleri» d'Arte Moderna. Affiancati, sul palco, 1 gonfaloni di tutte le province piemontesi. Al tavolo della presidenza sedevano, con il Ministro, il prefetto dott. Caso, il presidente della Provincia di Torino e dell'Unione delle Province piemontesi avv. Oberto, il sindaco di Torino prof. Grosso, il presidente del Comitato per la programmazione del Piemonte prof. Nello Renacco e il presidente del Comitato lombardo dott. Bassetti. In sala c'erano le maggiori autorità civili e politiche, esponenti di tutte le categorie economiche ed industriali della regione, ed i membri del Comitato piemontese. A farne parte sono stati chiamati: il prof. Renacco in qualità di presidente, i presidenti delle province piemontesi, i sindaci dei Comuni con oltre 30 mila abitanti, i presidenti delle Camere di commercio, i delegati delle organizzazioni sindacali, i rappresentanti dell'Unione Industriale e degli agricoltori, il provveditore regionale alle opere pubbliche, il capo dell' Ispettorato agrario compartimentale. Il Comitato ha sede in Prefettura ed opera con gli stanziamenti del ministero del Bilancio e con i contributi volontari degli enti pubblici. Si riunirà in media una volta al mese e si varrà dell'opera degli istituti specializzati di ricerca a carattere regionale. Dovrà preparare uno schema di piano regionale di sviluppo. Gli schemi redatti da tutte le regioni italiane, opportunamente coordinati, concorreranno a formare il piano di sviluppo nazionale. In quasi tutte le regioni i comitati sono già insediati. La cerimonia di ieri è stata aperta dal sindaco prof. Grosso il quale ha ricordato l'intensa attività svolta in un decennio dall'* Istituto ricerche economiche e sociali » costituito per iniziativa della . provincia, di Torino « convinti che là, programmazione nazionale non può che partire da un'indagine sulle risorse e sulle possibilità di sviluppo delle singole regioni». L'Ires ha già condotto tutta una serie di ricerche sull'area torinese e su tutto il Piemonte. Si tratta di un materiale prezioso che viene ora messo a disposizione del Comitato ufficiale. Tra i problemi urgenti da affrontare subito, nell'ambito del piano regionale, il prof. Grosso ha indicato quello dei trasporti pubblici nel suo duplice aspetto: i «rami secchi » che le Ferrovie intendono tagliare; i crescenti deficit delle aziende di trasporto nelle città. Il presidente della provincia di Torino e dell'Unione delle province piemontesi avv. Oberto, nel suo breve intervento ha chiesto che la formulazione del piano regionale sia preceduta da riunioni in tutte le province « in modo da raccogliere dal vivo la voce diretta delle popolazioni e delle categorie interessate ». Tra le esigenze locali che hanno importanza nazionale egli ha citato i trafori e lo sviluppo dei porti. Il prof. Nello Renacco, presidente del Comitato, ha presentato un'ampia relazione sulle caratteristiche economiche e sociali del Piemonte e sulle funzioni che può svolgere nell'ambito dell'Italia e dell'Europa. « Mi pare straordinariamente importante — ha detto — che sia stata offerta a tutti gli operatori pubblici l'opportunità di prendere posto allo stesso tavolo e di riunire tutte le forze vive della nostra società per coordinare i dati obbiettivi che ci permetteranno di conoscere la realtà della nostra Regione, di individuare i problemi che più urgono rispetto alla nuova evoluzione, di predisporre infine lo schema del piano regionale ». Il Piemonte, ha proseguito, dovrà « ricliiamarsi alla sua funzione di ago della bilancia del triangolo • industriale, anche in relazione alla dimensione europea delle sue industrie ». Quanto ai problemi interni della nostra regione il prof. Renacco ha affermato che < sarà opportuno procedere ad una maggiore diversificazione dell'industria e ad una più conveniente distribuzione territoriale dello sviluppo industriale, stimolando il sorgere e l'espansione equilibrata di poli ed aree di sviluppo ». Per determinare un maggiore e più organico inserimento del Piemonte nell'economia italiana ed europea, il relatore ha detto: « E' da attendersi un più forte incentivo allo sviluppo globale di quelle industrie che potranno svolgere un ruolo valido di competitività a livello internazionale». Gli effetti moltiplicatori di questo sviluppo «si riverseranno anche sulla inedia e piccola industria, cosi feconda nella no stra regione ». Non si tratta solo di ap prontare le infrastrutture ur banistiche, sociali e culturali necessarie a questi imponenti sviluppi. E' necessario anche garantire una elevata capacità di intervento dell'operatore pubblico « al fine di stimolare questi processi di sviluppo della grande industria del settore privato e del settore pubblico, in modo da rendere massimi gli effetti di stimolo dell'intera economia regionale e nazionale ». Il prof. Renacco ha concluso con una assicurazione: <iQ,gni ftfrza disponibile, in ogni settore della ricerca, sarà sollecitata dal Comitato regionale al fine di garantire la massima validità al programma regionale, ed in questo senso sarà sollecitata la collaborazione di tutti, e in primo luogo da parte delle organizzazioni sindacali, degli enti locali e degli imprenditori di ogni settore ». Questo concetto è stato ribadito dal ministro del Bilancio on. Pieraccini nell'applaudito discorso ufficiale. Egli ha detto: « Con l'istituzione dei Comitati regionali per la programmazione si è espressa la volontà di fare appello a tutte le forze ed a tutti i settori della vita produttiva perché entrino coscientemente a collaborare ad un lavoro dalla cui realizzazione si può ben dire che dipenda il futuro del nostro sviluppo ». Il ministro ha chiarito che l'istituzione dei Comitati regionali « rappresenta un primo passo, in quanto la loro attività non sostituisce l'ente regione ». Circa gli scopi del piano nazionale, ha detto: « Mi si consenta di ribadire il senso della politica di riequilibramento territoriale e di armonica espansione del sistema economico del Paese. Da qualche parte si è incorsi in un equivoco. L'armonizzazione territoriale dello sviluppo non è mai stata concepita dal Piano come un processo che dovesse recar danno a qualche zona del Paese per favorirne altre. Gli alti livelli di sviluppo del reddito previsti dal programma non potrebbero essere raggiunti se si dovessero in qualche modo deprimere zone o settori di attività pienamente operanti, come quelli del "triangolo industriale" ». D'altra parte bisogna considerare che le frontiere economiche dell'Italia devono essere ampliate, « per cui anche il sistema industriale deve essere condotto entro nuove dimensioni ». Quindi si può dire che il problema che interessa maggiormente il « triangolo industriale » è quello « dell'aumento del livello di efficienza e di competitività dell'apparato industriale ». Esaminando la situazione del Piemonte, il ministro ha proseguito: « L'intensificazione degli scambi internazionali ed il processo di integrazione dell'economia italiana nell'ambito europeo hanno creato prospettive nuove allo sviluppo del Piemonte: la regione, da zona geograficamente periferica, è diventata ormai il prolungamento verso sud della grande area industriale centro-europea, rappresenta cioè una zona nodale di integrazione produttiva, di comunicazioni e di scambi. Il Piemonte, da cui mosse l'unificazione politica del Paese, si trova oggi a dover svolgere un ruolo deter minante per la sua unificazio ne economica ». Nel programma regionale l'on. Pieraccini ha detto che « andranno studiate le forme di promozione economica e sociale di zone particolari (come il " basso Alessandrino " e il "Novarese") dove sono maggiori e più immediate le possibilità di integrazione col vasto potenziale produttivo dei vicini centri industriali ». Particolare attenzione dovrà an¬ che essere dedicata «al Cuneese » e all'arco alpino. Onde rendere più equilibrata l'economia piemontese €oggi troppo esposta ai fenomeni congiunturali » il ministro del Bilancio ha indicato alcuni punti: diversificare le attività industriali e accrescere il peso dei settori più dinamici; contrastare il manifesto processo di declino e di invecchiamento del settore tessile. Per valorizzare l'agricoltura — che in sede regionale è una entità non trascurabile — l'on. Pieraccini ha affermato che occorre aumentare la produttività « in modo da evitare i fenomeni di esodo ». In partì- |colare si ritiene utile: la speI cializzazione delle culture, tecniche produttive più moderne, maggiore meccanizzazione e aumento della produzione zootecnica. Il ministro ha anche sottolineato l'importanza del turismo. Ha quindi concluso ricordando le linee di politica economica indicate nella « Nota aggiuntiva » per la ripresa dell'economia nazionale. < Essa affronta — ha detto — problemi che interessarlo sia le zone più sviluppate del Paese come quello della esportazione, o dei settori maggiormen- te in difficoltà come il tessile ZJ,°ml„?*lllJìe} J_r"Ìll?r"nelle grandi aree metropolita ne, o problemi che interessano le altre zone, come quello degli investimenti nel Mezzogiorno. Si tratta di una organica politica che deve portarci, con il concorso di tutte le energie, fuori della congiuntura avversa, con la ripresaa pieno del ritmo di sviluppo previsto dal piano ». Prima di lasciare Torino il ministro del Bilancio on. Pieraccini ha visitato l'Ires accompagnato dal presidente della Provincia avv. Oberto edal direttore prof. Lombardini, q * r> W Sergio Uevecchl II ministro Pieraccini a Torino durante il discorso per l'insediamento del Comitato per la programmazione