La polizia spara in Rhodesia sui dimostranti negri: un morto

La polizia spara in Rhodesia sui dimostranti negri: un morto La polizia spara in Rhodesia sui dimostranti negri: un morto L'incidente nel quartiere africano di Bulawayo: la folla aveva lanciato sassi contro un autobus - I lavoratori di colore scendono in sciopero, per protesta contro la repressione; dispersi con i gas lagrimogeni (Nostro servizio particolare) Salisbury, 23 novembre. A Bulawayo la polizia rhodesiana ha aperto oggi il fuoco contro alcuni negri che avevano lanciato pietre contro un autobus. Uno dei dimostranti è rimasto ucciso. L'incidente è avvenuto stamane, poco dopo le 7, nel quartiere africano di Mpopoma, dove 1 negri di Bulawayo vivono segregati. Dopo la sparatoria, 54 dimostranti sono stati arrestati dalla polizia. In seguito alla feroce repressione delle autorità bianche, le organizzazioni dei lavoratori negri hanno proclamato uno sciopero. Gli operai africani di Bulawayo si sono astenuti in massa dal lavoro: a mezzogiorno in molti stabilimenti industriali erano presenti al lavoro solo il 40 per cento dei dipendenti negri. Lo sciopero è proseguito nel pomeriggio. L'agitazione si è anche ripercossa sugli esercizi commerciali. Un magazzino con clientela negra non ha visto un cliente in tutta la giornata. In uno dei più grandi negozi del centro, su 100 impiegati negri solo 16 si sono recati al lavoro. All'Hotel Victoria, i clienti hanno dovuto farsi da sé i letti e lo stesso proprietario ha preparato il pranzo in cucina. In un altro grande magazzino hanno prestato servizio studentesse bian¬ che in sostituzione del personale negro. Dopo il tramonto migliaia di africani si sono riuniti nella strada principale di Mpopoma. La polizia, intervenuta con cinque «jeeps» cariche di agenti, ha lanciato gas lacrimogeni e ha disperso i manifestanti. Alcuni di essi tuttavia, di lì a poco si sono di nuovo riuniti ma sono stati dispersi con i gas per la seconda volta. A tarda sera, una riunione di datori di lavoro ha deciso che tutti i lavoratori africani che non riprenderanno il loro posto domani mattina saranno immediatamente licenziati. In giornata, la polizia ha sparato contro dimostranti negri anche in un'altra riserva africana, a metà strada fra Bulawayo e Salisbury. A Salisbury una ragazza di ventidue anni si è gettata nella lotta contro il governo ribelle di Ian Smith, con il dichiarato scopo di «fornire alla Gran Bretagna l'opportunità di intervenire in armi ». Si chiama Judith Todd, ed è la figlia di un ex-premier rhodesiano, Garfield Todd, attualmente confinato nella sua proprietà di Shabani, 400 chilometri dalla capitale. Judith Todd è tornata in Rhodesia nonostante il divieto del padre, che non vuole vederla coinvolta nella lotta politica, ed appena arrivata a Salisbury ha fatto ai giornali¬ sti dichiarazioni che, ha detto, « mi rendono passibile di venti anni di carcere, secondo la legge del signor Smith ». « L'unica maniera che ha la Gran Bretagna per aiutare la Rhodesia — ha aggiunto — è di dare al governatore Sir Humphrey Gibbs gli effettivi poteri di governo. L'unica maniera per dare a Gibbs gli effettivi poteri di governo è di mandare truppe ». Ha aggiunto ancora che, secondo lei, queste truppe dovrebbero essere « contingenti bianchi del Commonwealth ». Judith Todd — dai capelli neri — vestiva un mantello di cuoio nero, e non appariva affatto stanca del viaggio: a Londra, prima che partisse, l'avevano scambiata per la concorrente rhodesiana al titolo di Miss Mondo. a. p. Judith Todd, figlia dell'ex primo ministro rhodesiano intervistata all'arrivo a Salisbury. E' tornata in patria per opporsi al governo razzista (Tel. A. P.)

Luoghi citati: Bulawayo, Gran Bretagna, Londra, Rhodesia