Chiuse in anticipo le iscrizioni all'Università di Genova Gli studenti aumentano, le aule sono ormai insufficienti di Filiberto Dani

Chiuse in anticipo le iscrizioni all'Università di Genova Gli studenti aumentano, le aule sono ormai insufficienti Wju grave decisione in un comunicata dei Senato Accademica Chiuse in anticipo le iscrizioni all'Università di Genova Gli studenti aumentano, le aule sono ormai insufficienti Il provvedimento destinato a ripercuotersi negativamente sull'avvenire di molti giovani alle soglie degli studi universitari - Il problema si dibatteva da tempo ma gli appelli per un ampliamento degli edifici erano rimasti sempre inascoltati - La situazione particolarmente grave nella Facoltà d'ingegneria, dove gli studenti sono aumentati delP80 per cento (Dal nostro corrispondente) Genova, 20 novembre. Una decisione resa nota dal Senato Accademico ha esposto in tutta la sua gravità il problema in cui si dibatte, non da oggi soltanto, l'Università di Genova. S'è infatti stabilito di chiudere tutte le iscrizioni all' Università rendendo operante una disposizione che fissava al 5 novembre d'ogni anno il limite ultimo per le iscrizioni stesse e di accogliere le iscrizioni tardive solo se giustificate da motivi gravi. Tale limite era stato sempre valicato con una certa larghezza e, in pratica, le porte dell'Ateneo genovese erano sempre rimaste aperte fino al SI dicembre per accogliere i ritardatari e gli indecisi. Rendendo drastica tale disposizione, l'Università ha ora affrontato in campo aperto un problema che essa dibatteva da anni e che viene anche esposto in un comunicato del Senato Accademico il quale segnala pubblicamente «l'aggravamento creatosi per il prorompente aumento di nuovi immatricolati nella già insufficiente situazione edilizia delle facoltà e degli istituti». Dopo aver fatto appello agli organi competenti «affinché nessuna possibilità venga trascurata o esclusa nell'assegnare all'Università di Genova ogni area ancora esistente nelle adiacenze delle zone universitarie », il comunicato ter mina invocando provvedimenti per la sistemazione edilizia dell'Università «il cui finanziamento è stato già da tempo e ripetute volte richiesto ». La decisione, che ha avuto larga risonanza nell'intera città e che indubbiamente si ripercuoterà negativamente sull'avvenire di molti giovani alle soglie degli studi universitari, è in ordine di tempo l'ul- timo episodio di uno stato di cose che da tempo si trascinava penosamente e che già era stato illustrato da autorevoli voci che chiedevano la soluzione della situazione edilizia dell'Ateneo genovese. Aule sovraffollate, spezzettamento delle lezioni, impossibilità di impiegare i macchinari indispensabili all'andamento di talune facoltà erano alcuni degli elementi di un quadro che non depone certo a favore di quel piano di sviluppo dell'istruzione nel quale l'Università dovrebbe avere una posizione di preminenza. La situazione appare particolarmente grave per la Facoltà d'ingegneria, sulla quale è venuta quasi di colpo a gravare la mole degli iscritti proveniente dagli Istituti tecnici. Con la disposizione legislativa die sanziona il diritto degli studenti di quegli istituti ad accedere ai corsi d'ingegneria, il numero delle iscrizioni è infatti aumentato di circa Vsaper cento mentre le aule a disposizione della Facoltà sono rimaste praticamente immutate. Già nella scorsa settimana, in una lettera aperta, il preside della Facoltà d'ingegneria prof. Agostino Capocaccia aveva prospettato la gravità del problema osservando che le 25 iscrizioni degli studenti tecnici nel 19CS erano diventate 150 nell'anno successivo mentre per il 19(!5 vi era una previsione di circa 250 nuovi iscritti provenienti dagli Istituti nautico, industriale e per geometri. « Quando si lamenta — scrjveva il prof. Capocaccia —, e ben a ragione, lo scarso rap-, porto umano tra docenti e studenti, occorre tener presente che i docenti rimangono immutati nel numero, gli ambienti in cui dovrebbero svolgersi questi contatti sono pure lasciati immutati nella loro ampiezza e nella loro attrezzatura, mentre si consente che improvvisamente il numero degli studenti aumenti dell'80 per cento ». Brano osservazioni dal contenuto inequivocabile, nelle quali si potevano intravvedere le prime avvisaglie della decisione che il Senato Accademico avrebbe iireso dopo i suoi inascoltati appelli chiamando in causa anche lo Stato per non aver adottato in tempo quei provvedimenti che l'aumento nel numero degli studenti rendeva indispensabili. Nella questione è intervenuto oggi anche il rettore magnifico dell'Università professor Girolamo Orestano, il quale, commentando la decisione di bloccare le nuove iscrizioni, ha avuto espressioni accorate che sottolineano ulteriormente la reale portata del problema. « Stiamo cercando eli attuare dei provvedimenti di emergenza istituendo doppi turni, anche triplici nei corsi più frequentati — ha detto — ma comunque ci troviamo sempre di fronte alla incredibile carenza di locali, molti dei quali ospitano già dieci, quindici insegnamenti. L'anno scorso abbiamo dovu-j to addirittura tagliare in due parti l'aula di fìsica per attuare lezioni contemporanee. Ora. che possiamo fare di più? cosi non si può andare avanti ». Enti locali, ministero dell'Interno e della Pubblica Istruzione vengono quindi chiamati in causa nelle parti di rispettiva competenza. Filiberto Dani Il-professor Agostino Capocaccia, preside della Facoltà di ingegneria dell'Università di Genova (Tel.)

Persone citate: Agostino Capocaccia, Capocaccia, Girolamo Orestano

Luoghi citati: Genova