L'inviato di Johnson a Mosca di Massimo Conti
L'inviato di Johnson a Mosca L'inviato di Johnson a Mosca II sen. Mansfield dichiara: «Siamo venuti ad osservare, interrogare e riferire» - Porterebbe ai capi sovietici nuove proposte americane per il Vietnam (Dal nostro corrispondente) Mosca, 17 novembre. « Siamo venuti a Mosca per lavorare, osservare, interrogare e riferire », ha detto oggi ai giornalisti che l'attendevano all'aeroporto il senatore americano Mike Mansfield, consigliere del presidente Johnson per il Vietnam. Con queste parole Mansfield ha confermato, sia pure con cautela, lo scopo della sua missione che è quello di condurre sondaggi per la pace in Indocina; e considerata la delicata posizione dei russi, esposti alla propaganda di Pechino, è parsa a tutti comprensibile la prudenza mostrata dall' inviato del Presidente americano. All'aeroporto di Mosca, dove è giunto in compagnia dei suoi colleghi Aiken, Boggs, Muskie e Inouye (i primi due sono repubblicani, gli altri democratici), Mansfield non ha trovato ad accoglierlo alcuna perso nalità sovietica. Ed anche (•memcrMdlsdnd—pquesto particolare è un in- dice della prudenza che ca- ratterizza i contatti russo- (•americani, i primi durante tutta la crisi del Vietnam. Si è già saputo però che Mansfield vedrà, probàbilmente nella giornata di domani, il premier Kossighin e il ministro degli Esteri Gromyko. E che dopo Mosca visiterà Bucarest (i romeni hanno buoni rapporti con i cinesi) per raggiungere infine Saigon. Prima di venire a Mosca, Mansfield è stato a Parigi, dove ha incontrato De Gaulle, e poi a Varsavia. Qui è stato ricevuto dal ministro degli Esteri Rapacky : « Le nostre discussioni — ha detto al riguardo Mansfield — sono state fruttuose e positive ». . Si è chiesto a Mansfield se fosse latore di un messaggio scritto del presidente Johnson ai capi russi; ed egli ha risposto negativamente. Appare certo però che Mansfield ha avuto l'incarico di esporre verbalmente a Kossighin le opinioni, e forse nuove proposte, del Presidente americano per la pace in Indocina, Massimo Conti
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