Claire viveva nel terrore che Bebawi sparisse con i figli

Claire viveva nel terrore che Bebawi sparisse con i figli Claire viveva nel terrore che Bebawi sparisse con i figli Dopo il divorzio di Kartoum preparò una denuncia contro il marito - Secondo un'amica della vittima Farouk non pensava a sposarsi, ma solo agli affari o e » e ' i i e n , o o — I , i i a e r n ei a o g rnn re sie a ir ù o (Nostro servizio particolare) Roma, 16 novembre Il 2 maggio 1963 Claire Ghobrial, accusata insieme al marito Youssef Bebawi dell'assassinio di Farouk Mohamed Chourbagi, ucciso il 18 gennaio 1964, preparò per il procuratore della Repubblica del Cantone svizzero di Vaud una denuncia contro l'uomo che aveva sposato in Alessandria d'Egitto, il 31 luglio 1947, secondo il rito copto. Nell'esposto, emerso dalle nebbie del passato, si diceva che Bebawi si era convertito all'islamismo a Kartoum ed avevi ripudiato la moglie, impegnandosi a versare per lei e per i figli novecento franchi svizzeri al mese in Isvizzera o cinquecento lire sudanesi a Kartoum. «Non solo — si legge nella denuncia — mio marito non ha rispettato l'accordo, ma mi ha sequestrata presso il comune domicilio di Losanna, dicendo che non mi darà nulla e minacciandomi di togliermi i figli, se vorrò partire. Mi sembra che mio marito si renda responsabile di violazione degli obblighi di assistenza e del delitto di sequestro di persona. Mi tiene prigioniera in casa e mi impedisce di godere la mia libertà ». Di questo esposto si è parlato per la prima volta oggi, ventiquattresima udienza dei processo per il delitto di via Veneto, quando ha deposto l'avvocato Ariel Bernhein, che ha lo studio a Losanna. Dopo il ripudio, la Ghobrial si rivolse al legale per sapere se gli accordi presi a Kartoum col marito fossero validi an che nei paesi europei. Fu l'avvocato Bernhein a consigliare alla cliente di scrivere una denuncia penale contro il marito, che successivamente non presentò al magistrato. «Aveva paura delle conseguenze — ha spiegato il legale —; io cercavo di fare uscire la mia cliente dall'inferno nel quale le toccava di vivere. Ma non riuscii a dominare in lei il terrore che aveva per il marito. Tra l'altro, la signora temeva che Bebaui scomparisse con i bambini ». L'altra testimone della giornata è stata la signorina Marisa Valenti, che fu a suo tempo « Miss Lazio ». La giovane fece un viaggio a Ginevra con Farouk nel novembre del 1963. Una sera Chourbagi si rifiutò di andare con lei in un «night» perché temeva di incontrare « una persona ». Ma con la Valenti non parlò mai della propria vita privata. « Una cosa è certa: Farouk voleva solo riuscire negli affari, ma non pensava di sposarsi né con la signora Patrizia De Blanc, né con altre persone* ha concluso la testimone. Il Pubblico Ministero ha chiesto che siano esaminati testi Nikolas a o a zea al isre r». il ia ui pole ! per rogatoria a- Stamatiou, George Zananiri, gi Ahmed Alawa II primo, esle sendo legale dell'ambasciata il | egiziana ad Atene, dove gli imputati furono arrestati, disse che « sembravano due colombi » tanto andavano d'ac- cordo; il terzo, amico di Fa-rouk, poco prima del delitto ebbe da lui questa confiden-za: «Non penso più a claire*.■ L'avvocato Giuseppe Sotgiu. difensore della Ghobrial, che ieri perdette la partita sulla questione dell'incostituzionalità delle rogatorie, ha dichiarato che si opporrà alle operazioni giudiziarie chieste dal Pubblico Ministero per i tre testi. Il processo continuerà domani. Dovrebbe deporre la signora Caterina Williams Schnom, di Stoccarda, che fece un viaggio a Capri con la Ghobrial e Farouk e che oggi è apparsa un attimo nell'aula. Arnaldo Geraldini i a a n i i a l e , i ecNamfclspmtcnhmclgddtA Marisa Valenti si reca a deporre (Telefoto A. P.)

Luoghi citati: Alessandria, Atene, Capri, Egitto, Ginevra, Isvizzera, Losanna, Roma, Stoccarda