Il Concilio contro le indulgenze «Liberiamoci dagli usi medioevali»

Il Concilio contro le indulgenze «Liberiamoci dagli usi medioevali» Il Concilio contro le indulgenze «Liberiamoci dagli usi medioevali» Fermo intervento del patriarca Massimo IV: «La Chiesa non deve interferire nel giudizio di Dio» - Come si può calcolare a giorni o a mesi un premio spirituale? (Dal nostro corrispondente) Città del Vaticano, 10 novemb. Sette cardinali hanno esposto questa mattina in Concilio il pensiero dei rispettivi raggruppamenti episcopali in merito al problema della riforma delle indulgenze, dicendosi alcuni favorevoli, anche se con qualche riserva, al progetto presentato in aula per volontà del Papa, altri esprimendo obiezioni e critiche. Queste ultime sono venute stamane specialmente da parte dei porporati di rito orientale Massimo IV Saigh, patriarca di Antiochia dei Melchiti, e Stefano Sidarouss, patriarca di Alessandria dei Copti, i quali hanno fatto rilevare il pericolo di dissensi che lo stesso argomento delle indulgenze, ora risollevato in forma tanto impegnativa, potrebbe causare nelle relazioni ecumeniche con protestanti ed ortodossi. Sidarouss ha sostenuto che quello delle indulgenze « è un argomento spinoso, un ostacolo per l'unione », ma ancora più esplicito è stato, secondo il suo solito, il cardinale Massimo IV: « Sarebbe stato meglio non trattare questo argomento — ha dichiarato — ma già che lo si è fatto occorre badare a sopprimere nel campo delle indulgenze numerazioni e limiti di tempo che sanno di contabilità. La Chic sa non deve interferire nel giudizio di Dìo quasi a voler determinare quantitativamente il premio spirituale. Bisogna sopprimere usanze che erano proprie del Medioevo, elimina re nella applicazione delle in dulgenze plenarie la presulizione della sicurezza della re missione definitiva delle colpe, e insistere invece sul vaio re spirituale dei meriti sogget tivi dell'individuo. Bisogna evitare poi tutti gli aspetti dot trinali che possono urtare la sensibilità dei protestanti e gli aspetti disciplinari non acce! ti agli ortodossi separati ». 1 Una differenza di pareri si è anche avuta in seno alle con ferenze episcopali australiana e statunitense, secondo quan to hanno dichiarato nelle loro relazioni i cardinali Gilroy | arcivescovo di Sydney, e She- han, arcivescovo di Baltimora. Nella Congregazione generale odierna i « padri » hanno compiuto una votazione globale, risultata favorevole, sullo schema dell'apostolato dei laici e dieci distinte votazioni su altrettanti emendamenti allo schema sull'attività missionaria nella Chiesa, anch'esse rìsoltesi favorevolmente. Come nota di curiosità, si può rilevare che oggi il settimanale < L'Osservatore della domenica » si occupa del f enqmeno del « divismo » in seno al Clero, a richiesta di un lettore. Lo identifica in « min certa presu?izio?ie culturale, un modo di comportarsi, di par- j lare, di muoversi, di fare. Un tempo — afferma — vi erano t j conte zio, simili, osservava il Manzoni, a quelle scatole in una vetrina di farmacia con su tanti geroglifici, ma con nulla dentro. Oggi i conte zio o i don Ferrante si so7io mutati in conferenzieri progrediti. à la page, cJie parlano e discutono di tutto e di tutto lo scibile fanno facile siìitesi ad uso e consumo del proprio " entourage " ». In contrapposizione a questa categoria il settimanale cita < le care figure sacerdotali » che si trovano tra i parroci ed i curati di campagna e di città, ricche di < «ita autenticità che viene dallo spirito, di una povertà spirituale che è ricchezza ed abbandono in Dio e nella sua provvidenza ». f. p. fp

Persone citate: Antiochia, Gilroy, Manzoni

Luoghi citati: Alessandria, Baltimora, Città Del Vaticano, Sydney