Gli scozzesi che affronteranno l'Italia giocano oggi nelle loro squadre di club di Paolo Bertoldi

Gli scozzesi che affronteranno l'Italia giocano oggi nelle loro squadre di club Martedì l'atteso incontro per Vammissione al girone tinaie dei «(mondiali» di ealeio Gli scozzesi che affronteranno l'Italia giocano oggi nelle loro squadre di club A tre giorni dal confronto Scozia-Italia, i calciatori d'oltre Manica non temono di affrontare le fatiche di una gara ufficiale - Il "trainer" Stein ha però rinviato l'annuncio della formazione che manderà in campo contro gli azzurri - Giudica Rivera un fuoriclasse e teme i tiri di Barison (Dal nostro inviato speciale) Glasgow, 5 novembre. La formazione della Nazionale scozzese di calcio chiamata ad affrontare l'Italia martedì prossimo doveva essere resa nota oggi alle 16 in Park Garden 6, nella sede della federazione. A quell'ora, però, un portavoce si è presentato tutto dispiaciuto ad annunciare che il signor Jock Stein aveva rinviato a domenica prossima il definitivo annuncio. Motivo ufficiale è che domani i diciassette selezionati (i quali, diciamolo subito, non lamentano alcun malanno e sono quindi tutti disponibili) si troveranno impegnati nelle gare dei rispettivi campionati, che quassù nessuno si sogna di sospendere anche se la posta di Scozia-Italia è così alta che la formazione blu viene comunemente definita < la Nazionale dell'ultima speranza >. Con questa poetica frase si vogliono sottolineare le scarse probabilità di riuscita nella disperata impresa di strappare tre punti su quattro agli azzurri nei due confronti di martedì al Hampden Park e del 7 dicembre a Napoli, tanto per arrivare al traguardo ... dello spareggio. Soltanto battendo due volte gli azzurri, gli scozzesi si qualificherebbero senz'altro per la fase finale della Coppa del Mondo; ma i quattro punti sono un sogno proibito anche per il più euforico dei bevitori di whisky. Data la situazione e ricordando il nostro torneo interrotto dal 24 ottobre per permettere agli azzurri di distendere i nervi, di prepararsi in pace ai confronti con la Polonia — confronto che è stato clamorosamente vinto — e ora con la Scozia, quasi banale tanto è stridente appare il paragone con la freddezza di questi sportivi nordici, i quali continuano imperturbabili le loro manifestazioni sportive. Ma il football è football e i clubs d'oltre Manica i quali forniscono i giocatori per la Nazionale devono anche badare ai loro azionisti. Proprio oggi il Rangers annuncia un dividendo del 10 per cento, sebbene l'attivo dell'ultima annata abbia subito un ribasso di 4500 sterline, oltre 5 milioni, rispetto alla precedente stagione. Non si parla quindi di sospendere il torneo. Domani i cinque nazionali dei Rangers (Provan, Greig, McKinnon, Henderson, Johnston) giocheranno in casa contro il Falkìrk; i quattro del Celtic (Gemmell, McNeill, Murdoc e Hughes) effettueranno una brevissima trasferta in periferia sul campo di Partick; Brown, portiere del Tottenham, farà il suo rientro in campionato contro il Nottingham, e così vìa. La scusa del torneo in corso è valida, quindi, per rinviare di due giorni una decisione davvero scottante, e soprattutto nasconde i dissensi esistenti circa la formazione. Il comitato dei « 7 più 1 >, che con il sistema di una repubblica presidenziale del football regge la rappresentativa scozzese, è tutt'altro che concorde nella composizione della squadra. Stein, allenatore del Celtic, è il capo per ora ìndiscusso di questo gruppo di tecnici. Gli altri collaborano con lui specialmente per riferire le condizioni di forma degli atleti direttamente visti in partita. Questi altri sono: John Wilson (Rangers), James Aitken (Partick), Bob Thyne (Kilmarnock), Andrew Hepburn (Motherwell), Hugh Nelson (Arbroath), Rankin Grimshaw (Raith Rovere), Charlie Forbes (Aberdeen). Tanto per dare un'idea della situazione è forse appena opportuno ricordare che tra i Rangers di Wilson e il Celtic di Stein vi è una rivalità ancor più aspra di quella esistente fra Milan-Inter o Torino-Juventus. Poche settimane fa i tifosi dei due clubs, in occasione di un derby di Glasgow, diedero origine a una memorabile serie di incidenti, con Invasione di campo, pugilato e perfino con arresto dei più scalma¬ nati. Si pensi ora all'atmosfera che regnerebbe se Helenio Herrera e Liedholm, Rocco e Heriberto Herrera e altri allenatori sedessero a una tavola rotonda per illustrare a Fabbri i meriti e 1 difetti del loro atleti. Davvero la distanza tra la Scozia e l'Italia è assai più grande se calcolata in differenza di abitudini che non in chilometri. Nell'attesa di sapere come verranno scelti gli undici nazionali tra i diciassette giocatori a disposizione, è stato possibile avere oggi un breve colloquio con Stein. Jock era stanco e seccato non solo per i fastidi della rappresentativa scozzese, ma per la mezza delusione inflittagli dal suo Celtic che mercoledì notte ad Aarhus, in Danimarca, aveva vinto soltanto per 1-0 una partita di Coppa delle Coppe. «I miei atleti — ha detto — hanno creato tante occasioni che un 5 a 0 sarebbe stato appena giusto. Invece hanno sciupato palloni d'oro. Da essi pretendo molto di più. E' stato sciocco, inoltre, discutere con l'arbitro. Occorre una maggiore disciplina in campo >. «Come si sono comportati Gemmel, McNeill, Murdoc e Hughes, che fanno parte dei candidati alla maglia blu? >. « Con il massimo impegno, è ovvio. Circa il loro tipo di rendimento non posso invece aggiungere altro, perché sarebbe una scorrettezza anticipare la mia opinione su un fatto che si ripercuoterebbe sulla f orinazione:». < Quante volte ha visto personalmente la nazionale italiana? >. «Due volte, in Finlandia e a Roma. Si è trattato di un doppio successo. Specialmente contro la Polonia i calciatori azzurri mi hanno suscitato un'impressione memorabile. Mazzola, del resto, aveva già ottenuto due goals a Helsinki, sotto i miei occhi. Un altro ne ha realizzato all'Olimpico. Questo dice molto. Rivera mi è sembrato un fuoriclasse eccezionale. Come lui ve ne sono davvero pochi al mondo. E le tre reti di Barison... Davvero l'Italia mi preoccupa». Stein non ha voluto fare alcuna dichiarazione su Denis Law. Il motivo dell'esclusione dell'ex-granata, si ripete a Glasgow, è che «Denis gioca soltanto per Denis e non per la Scozia». A dire il vero, i commenti sono unanimi e favorevoli alla non utilizzazione dell'ex-attaccante del Torino, il quale con il suo individualismo ha irritato un po' tutti. Paolo Bertoldi