Allarme a Voghera per gli evasi di S. Vittore riconosciuti in un bar fuggono con una «1100»

Allarme a Voghera per gli evasi di S. Vittore riconosciuti in un bar fuggono con una «1100» Braccati in tutta Italia I tre pericolosi banditi Allarme a Voghera per gli evasi di S. Vittore riconosciuti in un bar fuggono con una «1100» La vettura è bianca, targata Milano: le prime due cifre della targa sono «88» - Identiche segnalazioni a Vigevano, Parma, Mantova e La Spezia ma i rapinatori sfuggono alla cattura - Inchiesta della magistratura nel carcere milanese: perché i tre detenuti non indossavano la divisa della prigione? Perché l'allarme fu dato con sensibile ritardo? (Dal nostro corrispondente) Milano, 4 novembre. Centinaia e centinaia di agenti e carabinieri, in tutta Italia, danno la caccia a Bruno Magagnin, Ignazio Gambino e Andrea Basiricò, i tre pericolosi banditi evasi ieri in pieno giorno dalle carceri milanesi di S. Vittore dopo aver aggredito una guardia e sotto le fucilate di due sentinelle. Decine di segnalazioni degli evasi sono giunte agli inquirenti. La più attendibile è quella arrivata stamane dal Pavese: i tre evasi sarebbero stati visti a Oriolo, una frazione a cinque chilometri da Voghera, a bordo di una *1100» bianca. Essi si erano fermati a prendere un caffè) al « bar ristoro » di proprietà della signora Iolanda Cremaschi. Mancavano pochi minuti alle 11. Subito dopo è entrato nel bar il bimbo della Cremaschi, il quale aveva in mano un giornale. Quando i tre automobilisti avevano visto le fotografie in prima pagina erano usciti velocemente in strada risalendo sull'auto dove lì attendeva un complice. La Cremaschi, che era insieme con un'amica, aveva riconosciuto negli avventori due degli evasi ed era uscita subito dal suo bar: aveva fatto appena in tempo a rilevare alcune cifre della targa della €1100» bianca che stava fuggendo. La targa è Milano e i primi due numeri sono 88. La signora Cremaschi si era quindi precipitata al telefono e aveva chiamato i vigili urbani di Voghera i quali, a loro volta, avevano dato l'allarme alla polizia stradale, che aveva bloccato la strada, ma senza riuscire a rintracciare i fuggitivi. Questa segnalazione che viene attentamente vagliata dalla polizia non deve essere ritenuta fondamentale per le ricerche. I tre banditi sono stati infatti segnalati anche a Mantova (da una pattuglia della <Stradale»), a La Spezia (da un rappresentante milanese che ha visto la stessa « 1100 » bianca, con quattro giovani a bordo), a Parma e a Vigevano. Qui alcuni sostengono che i fuggitivi sono prima entrati in itn caffè, poi in una drogheriapanetteria di via del Carmine per acquistare salame e pane. Dall'auto (ancora una <1100» bianca) soltanto uno degli sconosciuti è sceso per fare provviste: era giovane e indossava una giacca su una maglietta. La voce ha preso consistenza, in serata, perché è risultato che uno dei tre fuggiaschi, Andrea Basiricò, ha parenti che abitano a Vigevano, in corso Vittorio Emanuele. Segnalazioni degli evasi, durante tutta la giornata, sono giunte alla polizia anche da parecchi punti di Milano- stazione centrale, bar, cinema, capolinea di pullman e di tram. In via Sant'Eusebio 18, in un chiosco di benzina, un uomo che, al volante di una macchi- na sportiva, aveva fatto il pieno e poi era fuggito, ha\fatto lanciare l'allarme. A Ci-\nisello Balsamo, in un'osteria .di via della Libertà, per un, cliente che aveva la corpora-itura massiccia del Magagnin i e una vaga rassomiglianza coli bandito, è accorsa la polizia, Vano allarme anche nella me-[tropolitana, alla fermata di piazza San Babila. j La caccia è in pieno sviluppo Sono già state interrogate molte persone che si pensa possono avere avuto contatti con i ricercati. Abitazioni di familiari, parenti e amici sono ovunque sorvegliate. L'inchiesta sulla clamorosa evasione ha fatto sorgere parecchi interrogativi sull'efficienza delle prigioni milanesi, definite « carceri modello », non soltanto per le attrezzature sanitarie ma anche per la sieu- rezza. Si è saputo che, di re- \ cente, oltre all'aggressione alrag. Egidio Sacchi e ai due'casi di suicidio, v'è stato an-Iche il tentativo di suicidio del\ trentunenne Luciano Sbarra residente a Busto Arsizio, e [detenuto dall'aprile scorso sot-\to l'accusa di sfruttamento di\prostitute. Il 25 ottobre Io Sbarra ha tentato di uccidersi: impiccandosi a un'inferriata j della cella ma è stato salvato da un guardiano: la sottile fu- ne aveva profondamente in- ciso la gola del giovane, il quale, ancora oggi a dieci giorni dal mancato suicidio, è ricoverato nell'infermeria del carcere. Tuttavia è fuori pericolo e sarà dimesso fra qualche giorno. Luciano Sbarra era stato jprocessato a Busto Arsizio e'riconosciuto colpevole di fa-'voreggiamento, sfruttamento e.istigazione della prostituzione jed era stato condannato a nove anni e quattro mesi di reclusione. Una donna di Cerro Maggiore, Maria Bambina Marazzi, di 34 anni, lo aveva denunciato all'autorità, ma lo Sbarra si era sempre dichiarato innocente. Questo nuovo grave episodio si inserisce nell'inchiesta sul- l'evasione affidata al sostituto]Procuratore dello- Repubblica \dott. Mauro Gresto, che ha già interrogato guardie carcerarie] e detenuti, ed ha ricostruito il percorso dei tre fuggitivi. Il direttore delle prigioni di San Vittore, dott. Alberto Augugliaro, sta interrogando tutti i detenuti presenti nel labo- ratorio da dove iniziò la fuga \di Magagnin, Gambino e Basi\ricò per approfondire la dina .mica dell'evasione, accertare , da chi fu studiata e organizizata. Si è infatti saputo che il i Gambino e il Basiricò erano i chiusi nella stessa cella. Nel laboratorio dove ieri fu aggre[dita e imbavagliata la guardia Antonio Salanitri, c'erano più j di 1,0 detenuti: nessuno si è, n - mosso, tutti hanno fatto finta di non vedere. Vi sono poi gli abiti civiliI tre banditi avrebbero anche potuto disporne poiché erano ancora in attesa di giudizio e non soggetti quindi all'obbligo della tenuta carceraria color nocciola. In questo caso, perònon avrebbero potuto recarsi a lavorare nel laboratorio. Il regolamento prevede infatti che i detenuti che lavorano(giudicati o no) indossino Vii - \ niforme. Bruno Magagnin, An ldrea Basiricò e Ignazio Gam e'bino, invece, si erano preseli-Irati in laboratorio con calzonl\ color nocciola e giacca civile a né la guardia Antonio Salanie [tri (l'inchiesta deve accertare -\questo particolare) pare abbia i\trovato nulla da ridire sul loro o abbigliamento. i: Al vaglio del dott. Augnglia a j ro ri è anche il comportamen o to delle guardie carcerarie- L'agente che è stato aggre - dito sembra non abbia suonal to il campanello d'allarme do po essersi sciolto dai legacci e dal bavaglio ma abbia mandato un detenuto ad avvisare un collega al piano superiore e che questi, sceso nel labora torio, sia dovuto tornare apo l o j piano superiore prima di e'ter dare l'allarme, -' g. m. e. e j / tre evasi da S. Vittore o e o di o e o ù a si o, a o l i. e el i, n i n o n e o a i II, sostituto procuratore dott. Gresto, che dirige le indagini per l'evasione dei tre detenuti, esce dal carcere di. San Vittore dopo un sopralluogo (Telefoto A. P.)