La Germania riduce le spese per frenare il rialzo dei prezzi

La Germania riduce le spese per frenare il rialzo dei prezzi La Germania riduce le spese per frenare il rialzo dei prezzi I giornali scrivono: «Abbiamo i salari più alti e la settimana più corta d'Europa. Consumiamo più di quanto produciamo. Su questa strada ci attende il disastro economico » - Il governo ha deciso di limitare le uscite, anziché aumentare le imposte, per non accrescere la spinta inflazionistica (Dal nostro corrispondente) Bonn, 3 novembre. Drastiche misure di risparmio sono state annunciate oggi dal governo tedesco per eliminare il deficit di 7,8 miliardi di marchi (circa 1160 miliardi di lire) dal bilancio I960, risultante da un preventivo di spese per 76,6 miliardi di marchi, contro meno di 70 miliardi di entrate. Con i provvedimenti odierni, la spesa del governo federale dovrà essere contenuta nei limiti di 60,.'f miliardi di marchi (10.760 miliardi di lire). Si è preferito — ha dichiarato oggi ai giornalisti il ministro delle Finanze Dahlgruen — ricorrere alla limitazione della spesa del governo federale (che non contempla quelle dei governi dei « Laender ») piuttosto che all'aumento delle imposte, come avevano dato per quasi sicuro i giornali. Oltre che impopolari e allarmanti, gli aumenti si sarebbero rivelati dannosi e nel giro di due anni il loro effetto sarebbe stato annullato da un aumento di stipendi, salari e prezzi. Fanno eccezione due aumenti: quello dell'imposta sugli alcoolici, che frutterà però solo se miliardi, (e per¬ tanto ha più l'aspetto di monito politico che valore fiscale) e quello dei trasporti ferroviari, che porteranno alle casse federali altri 68 miliardi di lire. Tutti i ministeri, ad eccezione di quello della Ricerca scientifica, vengono toccati dalle misure di risparmio. Il più gravemente toccato è il bilancio più grande, quello della Difesa, che viene ridotto di 900 milioni di marchi (circa 11/0 miliardi di lire) e portato a 17,5 miliardi di marchi (circa S7S5 miliardi di lire). Dahlgruen ha detto che il pareggio del bilancio è il più grave e urgente problema del governo, la più importante prova alla quale è sottoposto. Ne va della stabilità della moneta e dell'avvenire economico del Paese. I partiti politici — ha detto il ministro — «non si sono particolarmente rallegrati » per la decisione presa dal governo, ma una buona parie dei deputati della coalizione ha dovuto ammettere che era indispensabile. Il cancelliere Erhard, nelV esporre al direttivo del gruppo democristiano-cristiano sociale la necessità delle decisioni, ha detto di aspettarsi che ora i governi dei <Laender» e le amministrazioni comunali (che hanno fatto spese folli durante la vigilia elettorale) seguano l'esempio dato dal governo federale. Secondo Erhard, se non si riesce a riassestare il bilancio, l'economia tedesca rischia di non poter più concorrere con quelle degli altri paesi. E' la prima volta — si fa notare a Bonn — che nella Germania Federale (la terza potenza industriale e la seconda potenza commerciale del mondo) si parla con così grave serietà e si prendono severe misure restrittive. La realtà è che nella patria del « miracolo economico » la situazione non è brillante come negli anni passati. Pochi se ne sono accorti: i problemi di politica estera, l'accanita battaglia elettorale, la diffusione del benessere, hanno distratto gli osservatori, e non solo all'estero. Solo in questi giorni, fatto il nuovo governo Erhard, vi è stato un risveglio, piuttosto brusco. Diversi sfornali presentano la situazione con toni quasi drammatici. La « Frankfurter Allgemeine Zeitung r, sotto il titolo <Dal miracolo economico nella miseria economica? », scriue: «Non è che corriamo il pericolo di avviarci con l'economia su un binario falso, ci siamo già, e stiamo slittando. Se continua così, il miracolo diventa miseria». Il giornale esemplifica: « Da tre mesi comperiamo all'estero più di quanto vendiamo (e l'esportazione è un cardine della nostra economia), 11 denaro se ne esce, consumiamo più di quanto produciamo, viviamo al disopra delle nostre possibilità. Mai In passato i prezzi sono aumentati come quest'anno. E continuano a crescere, perché la domanda supera l'offerta. Abbiamo I più alti salari del Mec, e la più corta settimana lavorativa d'Europa. E' insopportabile che salari e stipendi aumentino in media del 10 per cento ogni anno e che si lavori sempre di meno. Se non si pone una buona volta un freno, ci aspetta il disastro >. Il quotidiano di massa « Bìld Zeitung », sotto il titolo a tutta pagina « Lavorare di più, risparmiare di più, altrimenti viene la crisi », appoggia punto per punto le tesi del giornale di Francoforte, e rivolge un caldo appello ai sindacati alla saggezza, a non affondare le mani nella cornucopia dell'industria (che si sta svuotando) e ai consumatori un monito alla moderazione. 8> // bilancio per il 1966 prevedeva un disavanzo di circa 1160 miliardi di lire

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