II giovane Jackie Stewart su BRM si aggiudica il Gran Premio d'Italia

II giovane Jackie Stewart su BRM si aggiudica il Gran Premio d'Italia La corsa di Monza ha promosso un nuovo campione dell9automobilismo II giovane Jackie Stewart su BRM si aggiudica il Gran Premio d'Italia Lo scozzese ha vinto alla media-primato di quasi 210 chilometri orari - Graham Hill « sbaglia» una curva a due giri dalla fine e si classifica secondo - Clark e Surtees costretti al ritiro da noie meccaniche - Lorenzo Bandini, quarto, è stato il migliore dei piloti della Ferrari Da uno dei nostri inviati 3Ionza, lunedi mattina. Jackie Stewart, venticinquenne pilota scozzese, ha vinto ieri con la sua BRM il 36" Gran Premio d'Italia, davanti al compagno di squadra Graham Hill, a Gurney su Brabham e a Lorenzo Bandini su Ferrari. Il responso di quasi 440 chilometri divorati a 200 orari sulla pista di Monza, rispetta in parte le previsioni della vigilia, ed ha in fondo reso giustizia alle vicende di questa gara appassionante ricca di colpi di scena ma complessivamente lineare, diremmo quasi logica, nel suo svolgimento. Secondo il parere degl'esperti, Clark, Surtees e i due piloti della BRM avrebbero dovuto essere i protagonisti della gara monzese. E così è stato nelle due velocissime ore di corsa; ma proprio Stewart e Hill hanno sempre dato l'impressione di tenere in pugno la situazione, anche quando il campione del mondo e il pilota della Ferrari erano riusciti a impegnarli severamente, prima cioè che la frizione tradisse la Ferrari di Surtees e noie di alimentazione bloccassero la Lotus di Jim Clark. Prima di questi inconvenienti alle macchine dei due uomini da cui s'attendeva un duello violentissimo, il risultato finale era apparso quanto mai incerto: le BRM di Stewart e di Graham Hill, la Ferrari n. 8 di Surtees e la Lotus del neo campione del mondo si alternavano al comando pressoché a ogni passaggio davanti alle tribune; ma agli osservatori attenti non era sfuggito con quanta sicurezza l'equipe della BRM rispondesse colpo su colpo alle iniziative di Clark e, fino a poco prima di metà gara, ai tentativi di Surtees. Poi, la selezione meccanica lasciava via libera a Hill e Stewart, e si pensava che i due rallentassero, per arrivare fraternamente insieme al traguardo. Macché, la lotta era in famiglia, ma senza esclusione di colpi: Stewart non aveva nessun timore reverenziale per il suo capo squadra, che a sua volta tirava come un dannato. E per poco non finiva male, che al penultimo giro, all'ingresso della curva parabolica Graham Hill arrivava troppo < lungo » nel tentativo di superare l'amico-nemico sulla frenata, ed era costretto a qualche acrobazia per restare in qualche modo dentro la sede stradale. Quanto bastava perché Stewart guadagnasse di slancio un trecento metri e se ne volasse verso la vicina vittoria. Così questo giovane pilota, che già nel corso della stagione aveva dimostrato doti fuor del comune, si è aggiudicato il suo primo Gran Premio di campionato mondiale, ed entra di diritto nell'esiguo gruppetto di assi dell'automobilismo mondiale. La sicurezza, l'autorità, la decisione con cui Jackie Stewart ha ieri gareggiato, non hanno certamente ricevuto un premio sproporzionato; avrebbe potuto vincere Graham Hill, o Clark, o magar: anche Surtees, se la corsa si fosse decisa senza l'intervento di quegli imponderabili cui abbiamo accennato; ma resta il fatto che Stewart è sempre stato all'altezza degli avversari, e per di più non ha commesso errori di sorta. Vittoria meritata. Comunque, la decisione è venuta in primo luogo dai mezzi meccanici. Perfette le BRM e se ne sono visti i risultati; le Lotus hanno tutte accusato inconvenienti di varia natura (pompa d'alimentazione a CSRqnrcdcnipurBmvPutrdassccgddSnirtfsvS Clark, impianto elettrico a Spence. cambio a «Geki» Russo); delle Ferrari, solo quella di Bandini ha retto bene: Surtees ha lamentato la rottura della frizione, e Vaccarella (sulla 8 cilindri) noie di lubrificazione. Per le macchine italiane è stata una giornata nera, tanto più amara in quanto Surtees si stava comportando magnificamente, dopo un avvio incerto. Più che onorevole il piazzamento delia Brabham (terza con Gurney), mentre le Honda hanno nuovamente deluso. Qualche cenno di cronaca. Partenza perfetta, davanti a un pubblico foltissimo e in ottime condizioni di temperatura (dopo il lungo acquazzone della mattina, il sole aveva asciugato perfettamente la pista). Graham Hill, con uno spunto bruciante, si portava al comando della fila di 23 macchine, trascinandosi dietro un gruppo comprendente la BRM di Stewart, la Ferrari di Bandini, le Lotus di Clark e di Spence. le Brabham di Gurney e di Siffert. Surtees aveva invece una partenza lenta (dirà poi che la frizione gli slittava), tanto da transitare alla fine del primo giro in 12» posizione. Per qualche giro si alternavano in testa Clark, Hill e Stewart, con Gurney e Bandini alle ruote; Surtees si riprendeva guadagnando posizio¬ ni su posizioni: 8° al settimo passaggio, 5° all'ottavo, 3° al decimo! Le macchine verdi e rosse dei sei corridori erano tutte in una quarantina di metri, e dal divampare della lotta la media oraria saliva costantemente (206 dopo una cinquantina di chilometri, 208 a un quarto di corsa). All'll0 giro Surtees faceva una breve apparizione in testa, destando grandi speranze tra i tifosi della marca modenese, ma per lo più sfrecciavano primi ad ogni tornata Clark o Stewart. Cominciavano i doppiaggi dei più lenti, e fra il 33° e il 34° passaggio la situazione subiva una svolta decisiva. Clark, Stewart, Hill e Gurney superavano di slancio un gruppo di vetture in ritardo di un giro, mentre il bravo Bandini nella grande mischia perdeva contatto, e contemporaneamente Surtees rallentava per poi fermarsi ai boxes. Per un po' Clark prendeva l'iniziativa, ma i due piloti della BRM non gli davano corda, bloccandolo implacabilmente; Bandini era fuori causa, e più avanti anche Gurney cedeva leggermente. La media saliva ad oltre 209, e Clark stabiliva il nuovo re- cord sul giro (l'36"4, 214,730 km/ora). Quando si cominciava a pen sare a un arrivo in volata fra i tre piloti britannici, si aveva l'ultimo colpo di scena (63° giro): Clark non ripassava sul rettilineo del traguardo, le BRM erano sole. E per gli ultimi dieci giri si andava avanti senza eccessivo interesse, solo aspettando la soluzio ne del duello tra Graham Hill e Stewart, che appariva più vivace di quanto l'ormai sicuro successo della marca rendesse necessario. A un tiro di schiop po dall'arrivo, Hill perdeva la partita e il giovane scozzese si aggiudicava il nuovo record della corsa a quasi 210 di media generale. Ferruccio Bernabò Classifica: 1) Jackie Stewart su B.R.M, in 2 ore 4'52"8, alla media di km 209,961; 2) Graham Hill su B.R.M., in 2.4'56"1; 3) Gurney su Brabham in 2.5'9"3; 4) Bandini, su Ferrari in 2.6'8"7; 5) McLaren su Cooper a 1 giro; 6) Attwood su Lotus a 1 giro; 7) Bonnier su Brabham, due giri; 8) Rindt su Cooper a 2 giri; 9) Ireland su Lotus a 2 giri; 10), Clark su Lotus a 13 giri; 11) Spence Ritirati: Surtees, Baghetti, Hulme, Bucknum, . «Geki», Siffert, Gardner, Gregory e Bassi. Monza: Jackie Stewart (in primo piano) è al comando della corsa; di fianco l'incalza il campione del mondo, lo scozzese Jim Clark (Tel.)

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