Il C T. Magni non cerca scuse: «La squadra ho fallito la gara»

Il C T. Magni non cerca scuse: «La squadra ho fallito la gara» Il C T. Magni non cerca scuse: «La squadra ho fallito la gara» II tecnico degli azzurri si sfoga: «Balmamion e Mealli hanno fatto il loro dovere, Zilioli ha almeno cercato di reagire, gli altri sono completamente mancati » - Dichiarazioni polemiche di Mealli e Balmamion S. Sebastiano, lunedì matt. Fiorenzo Magni non ha nascosto a nessuno la sua profonda delusione. Accanto al commissario tecnico degli azzurri, nell'angusto « box » riservato alla squadra italiana, abbiamo vissuto ieri le ultime fasi del campionato del mondo, cogliendo le. varie fasi del « travaglio» interno del condottiero di una compagine sconfitta: dall'arrabbiatura a freddo accompagnata al desiderio di essere lasciato in pace, allo sfogo di chi si decide a non tenersi tutto dentro, ed a parlare,, da buon toscano, senza troppi peli sulla lingua. € Potremo consolarci — dice Maghi — considerando che siamo alla pari coi francesi, e coi belgi, anzi un tantino al disopra di loro, perché a loro non mancavano un Gimondi ed un Adorni. Ma sarebbe una consolazione ben magra. Abbiamo perso, perché si è perduto l'autobus al momento in cui sono andati via Altig e Simpson. Non sono tipi da trascurare in un campionato del mondo, bisogna tener conto1 anche di loro, non ci si può accontentare di marcare Anquetil e Poulldor ». In sostanza — diciamo — la squadra è mancata al suo compito, i «SI, devo ammetterlo. Balmamion e Mealli hanno fatto interamente il loro dovevere, Zilioli ha cercato di rimediare, trovandosi però troppo solo per poter eseguire a fondo il suo compito. Gli altri sono completamente mancati. Uno di loro doveva essere senz'altro con Altig e BlmpsOn. Motta, Dancelli e De Bosso dovevano dare una mano a Zilioli. Se non ce l'hanno fatta, questo non cambia la situazione ». E Passuello e Cribiori f Cribiori . non si è vistò molto, Passuello è rimasto sempre in coda, comunque non avevo di meglio da mettere in squadra, per i motivi che tutti conoscete ». « Peccato — conclude Magni — perché avrei messo una mano sul fuoco, se non per una vittoria, almeno per un piazzamento con i primi. Ma questo campionato del mondo, incominciato con una serie di disgrazie in fase di preparazione, ci è andato storto fino al fondo. Ripeto, non dimentichiamo che mancavano Adorni e Gimondi e che soprattutto la presenza di quest'ultimo avrebbe dato alla corsa tutto un altro aspetto. E non dimentichiamo soprattutto, nel giudicare questa giornata contraria del ciclismo italiano, quanto di buono ci ha dato la stagione ». • In quel momento si sta concludendo la corsa e Magni, in piedi su una sedia, assiste alla vittoriosa volata di Simpson su Altig. Alla fi- ne commenta: «Ha coraggio, l'inglese, e lo ha impiegato al momento giusto ». Magni si trattiene ancora in Spagna, per assistere almeno in parte alle gare su pista. Alla squadra azzurra invece è stato già dato praticamente il « rompete le righe » ieri sera. Motta e Dancelli infatti sono partiti subito per Biarritz da dove in aereo hanno proseguito con Anquetil ed altri, verso Parigi, dovendo gareggiare domani sera in un circuito a Chateaulin. Zilioli invece è partito in treno alle £1,BB per Parigi, da dove stamane prosegue per Torino, mentre Passuello rientra in aereo col figlio del comm. Borghi, titolare della Ignis. Gli altri ripartono da San Sebastiano in aereo stamane, diretti a Milano via Madrid. Il campionato del mondo ha avuto, fra gli italiani, solo tre protagonisti: Balmamion e Mealli, che hanno assolto il loro dovere di «uomini di rottura* partecipando alla prima fuga della giornata, e Zilioli che ha cer- cato, sia pur tardivamente e senza troppa convinzione, di riprendere il controllo della situazione. Gli altri, ehi più chi meno, hanno deluso e si sono sottratti, con la maggior rapidità possibile, alle inferufste dei giornalisti. Mealli e Balmamion invece non si sono fatti pregare a dire la loro, con la consapevolezza di aver fatto quanto ad essi era stato chiesto. « Da me — ha detto il piemontese — non si poteva pretendere di più. Sono stato in fuga per 860 chilometri e non sono stato in grado di reagire quando Altig e Simpson prima e poi Post, Swerts e Kunde, sono andati via. Proprio in vista del traguardo siamo riusciti Quasi a riagganciarci a Quel terzetto, ma era troppo tardi ormai, per ottenere un piazzamento migliore ». Mealli, dal canto suo, rincara la dose: «Cosa sono stati lì a fare, quegli altri, quando sono andati via Simpson e Altigt Noi abbiamo lavorato per loro e loro hanno fatto i signorini. Ma forse dico troppo... ». Quanto a Zilioli, il torinese così giustifica una certa indecisione da parte sua, quando si è trovato in fuga col gruppetto di Sels e Stablinski: <Non mi sentivo né carne né pesce: avevamo davanti Balmamion e Mealli, gli altri dietro badavano solo a controllare Van Looy, Anquetil e Poulidor, io avevo vicino un velocista pericoloso come Sels e non osavo forzare troppo per non trascinarmi dietro un tipo come lui. In conclusione mi sono progressivamente scoraggiato e non sono stata più in grado di reagire». Gianni Pignata

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