Il caso dello studente «prodigio» discusso alla Regione di Aosta

Il caso dello studente «prodigio» discusso alla Regione di Aosta Il caso dello studente «prodigio» discusso alla Regione di Aosta Il presidente Caveri ha risposto a una interpellanza liberale sul ragazzo che si premiava da solo - « Sono stato il primo a dubitare della faccenda. Il giorno dopo della cerimonia ho sollecitato un'indagine» - Approvato il disegno di legge per le case ai lavoratori (Dal nostro corrispondente) Aosta, 28 ottobre. Stamane si è riunito in adunanza straordinaria il Consiglio regionale della Valle d'Aosta, il piccolo parlamento della regione autonoma. All'ordine del giorno erano numerose interpellanze e mozioni, e un disegno di legge * recante provvidenze regionali per la ripresa dell'industria edilizia nel settore dell'edilizia economica popolare ». Tra le interpellanze, una ha richiamato in aula numerosa folla, e precisamente quella dei consiglieri regionali del pli comm. Ennio Pedrini e dott. Epifanio Cusumano, che interrogavano il presidente della Giunta per sapere «i termini esatti che hanno portato alla denuncia del signor Livio Bredy e alla conseguente controdenuncia», e chiedevano inoltre chiarimenti «sulla presenza e relativo discorso del presidente della Giunta sul caso Beneyton», il ragazzo prodigio non nell'arte di comporre temi ma in quella di dire bugie. Chi si è recato oggi al Consiglio regionale ha potuto assistere a un dialogo tra il presidente della Giunta, avv. Caveri, e il consigliere liberale comm. Pedrini che non ha avuto certo toni da fair pian, ma che anzi ha avuto momenti in cui si è giunti anche agli insulti: «Buffone», «Io non dò 1 numeri, è lei che li dà», e via di questo passo. Venendo all'interpellanza, per il primo punto bisogna rifarsi al 7 ottobre, data del precedente Consiglio regionale. Come si ricorderà, nella precedente adunanza il presidente Caveri rendeva noto ai consiglieri di avere interessato il procuratore della Repubblica di Aosta circa tre telegrammi inviati dal Bredy (presidente dell'Unione democratica valdostana, che cura gli interessi dei valdostani all'estero, in special modo in Svizzera) all'on. Rumor, in qualità di segretario nazionale della de, al ministro dell'Interno on. Taviani, e all'on. Salizzoni, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, nei quali chiedeva i « compensi di oneri sostenuti » quale afflancatore della, propaganda democristiana nella campagna elettorale per le amministrative di Aosta del maggio scorso, nelle quali l'Unione democratica valdostana era alleata della de, ed inoltre « un , promesso rimborso spese » che si riferiva al trasferimento degli emigrati, avendo egli noleggiato allo scopo alcuni pullman in Svizzera. « Io ho inviato a suo tempo i tre telegrammi al procuratore della Repubblica con una lettera di accompagnamento — ha detto oggi il presidente Caveri — perché esamini se le richieste del Bredy incorrano nei reati previsti dall'art. 86 della leggo elettorale che, ricordo, vieta di dare o di promettere agli elettori e ai loro rappresentanti qualunque indennità, anche sotto forma di rimborso spese di viaggi o di soggiorni. Ora spetta all'autorità giudiziaria di fare piena luce sul fatto. Questo episodio — ha aggiunto l'aw. Caveri — si sta allargando come una macchia d'olio. Ci sono persone a Roma e ad Aosta che sono molto preoccupate. Spetta all'autorità giudiziaria, ripeto — ha concluso l'aw. Caveri — ricercare chi abbia favoreggiato il Bredy ». Venendo invece a parlare della parte dell'interpellanza riguardante lo studente prodigio Gerardo Beneyton, il presidente Caveri si è giustificato dicendo di essere stato il primo a subodorare che ci fosse qualcosa di poco chiaro in quella associazione fiorentina dei « piccoli compositori » che regalava milioni e auto con facilità estrema premiando temi. « Mi permetto di rivendicare — egli ha detto — di essere stato il primo e il solo a dubitare che in quella faccenda non c'era niente di vero. Ricevuto l'invito, mi sono recato quella domenica al Cinema Italia, dove si svolgeva la premiazione, che non parlava ancora r.é di 50 milioni né di Cadillac. Non c'era nessun dirigente fiorentino di questa fantomatica organizzazione, solo un responsabile locale. Non sono salito sul palco, pur sollecitato. Come me si è comportato l'aw. Marcoz, presidente del Consiglio. Siamo stati poi in municipio, e ho detto due parole, ma ho parlato del tema che mi sembrava fatto bene. Alle ore 9 del giorno do¬ po avvertivo chi di dovere di aprire le indagini che hanno smascherato i colpevoli ». Dopo sappiamo quello che è successo. Per l'on. Caveri, però, è tutta una montatura per diffamare Giunta, autorità, valdostani tutti. «All'odio noi rispondiamo con un freddo disprezzo », ha concluso. Naturalmente il consigliere Pedrini si è dichiarato insoddisfatto delle giustificazioni del presidente. Il Consiglio regionale nella tarda serata ha anche approvato all'unanimità il disegno di legge regionale per le case ai lavoratori. La legge è dissimile in parte da quella nazionale perché gli interessi di coloro che accenderanno il mutuo saranno pagati totalmente dalla amministrazione regionale. I mutui saranno destinati ai lavoratori che abitano in Valle, nel comprensorio dei settantaquattro comuni, fino ad un ammontare di 5 milioni (è stato respinto un emendamento democristiano che estendeva il mutuo ai contadini e pensionati); per cinque anni saranno concessi dalle banche convenzionate con la Regione fino a un ammontare di 500 milioni di lire l'anno, per un totale dunque di 2 miliardi e mezzo. Chi usufruirà del mutuo dovrà restituire in venti anni esclusivamente la somma ricevuta in prestito. j. v.

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