Dai sacchetti caddero 300 perle e i finanzieri le tennero per sé

Dai sacchetti caddero 300 perle e i finanzieri le tennero per sé u i_t ime: di oroimaoa Dai sacchetti caddero 300 perle e i finanzieri le tennero per sé Accadde al confine, durante il sequestro dei gioielli a uno svizzero - Ieri il processo al Tribunale militare: un anno a due vicebrigadieri e 11 mesi agli agenti à a a Il Tribunale militare (pres. Laguzzi, rei. Toffoletti, p. m. Ciancarelli) ha giudicato ieri sei guardie di Finanza imputate di peculato : Gennaro Pezzella, Carlo Sabatini, Antonio Brescia, Gisberto De Candido, Ernesto Delmaestro, Andrea Sciarretta, tutti tra 23 e 28 anni. I primi due sono vice brigadieri, gli altri finanzieri semplici. Erano difesi dagli avvocati Delgrosso, Oberto e Orsenigo. Il 28 giugno scorso 1 sei erano in servizio al posto di confine di Porlezza, tra Menaggio e Lugano. Quando un cittadino svizzero del Canton Ticino, Egidio Frigerio, si presentò al volante di un'auto, le guardie cominciarono ad ispezionare la vettura e, ad un certo momento, furono messe in sospetto dal volume del cruscotto. Il Frigerio, vistosi scoperto e anche per evitare che la macchina fosse danneggiata, fece scattare uno speciale congegno e, da una cavita, sotto il cruscotto, spuntarono tre sacchetti contenenti 20.300 perle coltivate. I sacchetti furono aperti e controllati; le perle, contate una ad una, vennero nuovamente impacchettate e chiuse in cassaforte. Durante tali operazioni alcune perle scivolarono a terra, ma i militari si preoccuparono di raccoglierle. L'operazione sembrava conclusa. Ma nei giorni seguenti il comando della Guardia dì Finanza dal quale dipendevano i sei militari fu informato che una parte delle perle sequestra te al Frigerio era rimasta fuori della cassaforte. Fu immediatamente disposta un'ispezione e, senza alcuna difficoltà, si scopri che circa 300 perle, diviae in parti del tutto diseguali, erano effettivamente rimaste nelle mani dei sei finanzieri. Costoro vennero subito arrestati e denunciati. Ieri gli imputati hanno tentato di giustificarsi : « Le perle — hanno detto — erano cadute durante le operazioni di controllo e di conteggio. Sapevamo che non si trattava di preziosi di valore e anche per questo non le aggiungemmo alle altre 20 mila regolarmente repertate ». Un'esperta, la signora Festa, ha dichiarato ai giudici che il valore delle 300 perle trafugate oscillava dalle 500 lire l'una per le più scadenti alle 5000 lire per le migliori. II p. m. ha chiesto per tutti gli imputati 1 anno e 4 mesi, con la rimozione dal grado per 1 due sottufficiali. Il tribunale ha condannato a 1 anno i vice brigadieri (con perdita del grado) e a 10 mesi e 20 giorni gli altri, concedendo a tutti la condizionale e l'immediata scarcerazione. dttlfzqngg dott. Gambigliani Zoccoli, rientrato a Milano, ha avuto la notizia direttamente dai cancellieri. Nell'atto di opposizione si afferma che lo stato di insolvenza della società non sussiste in quanto la situazione patrimoniale del Valle Susa al 31 agosto 1965, ricostruita « attraverso prudenti valutazioni peritali degli immobili, degli impianti, macchinari c mobili; attraverso adeguate valutazioni delle merci, dei credili e delle altre voci attive, pone in evidenza un saldo positivo di circa 10 miliardi». « Non si deve confondere — si dice ancora nell'atto — lo stalo di insolvenza con le difficoltà finanziarie, connesse queste ultime alla situazione attuale dell'industria tessile e in particolare dell'industria cotoniera. Mancano i presupposti stabiliti dalla legge per una dichiarazio ne di fallimento ». Vengono in proposito riferiti alcuni dati significativi. Gli im pianti e i macchinari sono modernissimi. Nel periodo 1960-64 sono stati investiti oltre 15 miliardi e mezzo per un radicale aggiornamento. Il fatturato annuo è passato da circa venti miliardi nel '60 a oltre ventisette miliardi nel '63 e a oltre 25 miliardi nel '64, anno di piena crisi congiunturale. La quota dei prodotti esportati è salita dal 10,24 per cento del 1960 al 20,71 per cento del 1964. Nell'atto di opposizione si fa anche riferimento alle restrizioni creditizie « che hanno inciso in misura notevolissima sul Valle Susa, impegnato in operazioni di credito ordinario per le imponenti iniziative di ammodernamento dell'impresa ». L'atto cita il curatore del fallimento, la Banca Commercia le, la Banca del Lavoro, il Ban co di Roma, il Credito Italiano e due ditte che avevano chiesto il fallimento a comparire davanti al Tribunale di Milano. Il Tribunale fisserà la nuova udienza.

Luoghi citati: Canton, Lugano, Menaggio, Milano, Porlezza, Roma