Il razzo «Agena» esplode sospeso il volo dei due astronauti di Nicola Caracciolo
Il razzo «Agena» esplode sospeso il volo dei due astronauti Il razzo «Agena» esplode sospeso il volo dei due astronauti Il missile è partito alle 16 da Cape Kennedy, mentre Schirra e Stafford aspettavano dentro la capsula del Gemini; avrebbero dovuto levarsi in cielo alle 17,41 per tentare l'incontro nello spazio - Poco dopo, un drammatico annuncio : « La base ha perso il contatto-radio con il razzo, non c'è nulla da fare » - Forse è precipitato nell'Atlantico, spezzandosi in cinque parti - Il viaggio alla Luna potrà subire un ritardo (Dal nostro corrispondente) Washington, 25 ottobre. Il lancio in orbita intorno alla Terra della nave spaziale « Gemini 6 » con a bordo i due astronauti Walter Schirra e Thomas Stafford, preventivato per oggi, non ha potuto aver luogo perché è fallito il lancio preliminare del razzo « Agena » che avrebbe dovuto, in certo senso, fare da bersaglio. Il tentativo di realizzare un appuntamento nello spazio è stato rinviato a data indeterminata e verosimilmente non potrà avvenire prima del gennaio dell'anno prossimo: sembra infatti siano necessari almeno due mesi per mettere a punto un altro razzo « Agena ». La Nasa nella giornata di oggi prevedeva di lanciare alle quattro del pomeriggio un razzo «Agena», carico di strumenti; un'ora e quarantuno minuti più tardi un secondo lancio avrebbe portato in orbita la capsula abitata « Gemini 6 » la cui missione avrebbe dovuto consistere nell'inseguire, con una serie di complesse manovre, l'« Agena» precedentemente lanciato e nel saldarsi quindi ad esso. Esattamente cinquantanove minuti dopo la partenza dell'« Agena» il direttore del programma Gemini, Christopher Kraft, ha deciso di sospendere l'esperimento: erano stati persi i contatti radio con l'« Agena». Walter Schirra e Thomas Stafford sono stati quindi fatti uscire dall'abitacolo del «Gemini». Per un po' di tempo c'è stata la speranza che il silenzio dell'«Agena» fosse dovuto unicamente a un guasto forse riparabile negli impianti di trasmissione. Poi ci si è accorti che era accaduto qualcosa di assai più grave e che, secondo ogni verosimiglianza, il missile cosmico era esploso al momento dell'accensione del Secondo stadio del razzo che lo stava portando in orbita. Il generale Huston, responsabile del complesso sistema radar dell'aviazione che seguiva la traiettoria dell'« Agena » ha detto che dai primi rapporti ricevuti sembra che il razzo si sia disintegrato in 5 parti precipitando nell'Atlantico. Comunque mentre scriviamo non c'è ancora nulla di certo e d'ufficiale: l'ente spaziale americano si rifiuta di dare .una sua versione dei fatti prima d'aver radunato e valutato tutte le informazioni possibili. Gli avvenimenti di oggi, \per quanto deludenti, dimo- strano ancora una voltai quanto largo resti il « mar- \ gine di imprevedibilità » nelle esplorazioni spaziali e quanto, di conseguenza, sia ancora reale il pericolo che \ a a e n e e debbono affrontare gli astronauti. Era impensabile che il difficilissimo tentativo del « Gemini 6 » potesse fallire per colpa proprio del suo elemento più semplice, vale a dire l'«Agena». Questo è il più provato e sicuro dei razzi americani in passato utilizzato ben 185 volte senza che mai avesse dato luogo a incidenti di nessun genere. Il fatto è che il campo delle esplorazioni spaziali è ancora recente, e tutt'altro che scontato » : quindi man mano che si va avanti e che gli esperimenti coinvolgono meccanismi sempre più complessi, aumenta statisticamente il rischio di incidenti. E' comunque una fortuna — si dice negli ambienti della Nasa — che il primo razzo spaziale americano che sia esploso in volo non portasse in orbita degli astronauti, ma solamente degli strumenti. Uno dei dirigenti del progetto Gemini, George Mùller, ha dichiarato questa sera di non ritenere che l'accaduto possa incidere su tutto l'insieme delle « operazioni Apollo ». Nell'impresa di conquista della Luna la data prevista è il 1970 i tempi sono stati studiati prendendo appunto in considerazione la possibilità di insuccessi che finora non si erano verificati. La cosa, in sé, è senza dubbio esatta. Resta tuttavia il fatto che negli ultimi mesi — precisamente a partire dal volo del «Gemini3» delmarzo scorso, la Nasa ha dato l'impressione di voler bruciare le tappe. L'effetto più importante dell'esplosione dell'« Agena », secondo ogni probabilità, sarà ora quello di ispirare a tutti quanti una maggiore prudenza. Il che, dopo tutto, potrebbe anche dimostrarsi un risultato positivo. La cronaca vera e propria del lancio non permette di farsi un'idea dei motivi dell'esplosione. Sulle prime era sembrato che tutto si svolgesse regolarmente. Schirra e Stafford erano stati svegliati all'alba e dopo una colazione di uova e bistecche avevano ascoltato un'ultima conferenza sulla missione loro affidata: « tutto è in or¬ pss dine » era stato detto loro prima di indossare le tute spaziali e di entrare nella cabina del « Gemini ». II conto alla rovescia era andato avanti senza nessu- na interruzione tranne una brevissima, quattro secondi, prima del lancio. Quattro minuti e Jfl secondi dopo la partenza è stato annunciato che il primo stadio del razzo si era staccato e che tutto, almeno così si credeva, procedeva nella maniera prestabilita. Un quarto d'ora più tardi il quadro era cambiato: il direttore del volo non era riuscito a mettersi in contatto radio con il satellite per controllare il buon funzionamento degli strumenti di bordo. Alle sedici e cinquantanove, dopo che anche la stazione radio di Carnavon in Australia non era riuscita a captare i segnali delibi Agena», venne deciso di sospendere ogni cosa. «Riteniamo che V"Agena" sia finito nell'Atlantico », ha dichiarato allora un portavoce della Nasa. Nicola Caracciolo Gli astronauti Schirra, a sinistra, e Stafford, già senza casco spaziale, appena usciti dalla capsula « Gemini 6 » subito dopo il rinvio del lancio (Tel. A. P.)
Luoghi citati: Australia, Washington
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