Un delegato del Vietcong dichiara « Pechino ci impedisce di trattare » di Mario Ciriello

Un delegato del Vietcong dichiara « Pechino ci impedisce di trattare » Rivelazioni del giornale inglese " Guardian „ Un delegato del Vietcong dichiara « Pechino ci impedisce di trattare » Nguyen Van Dong (rappresentante dei guerriglieri a Mosca) avrebbe detto: «I nostri rapporti con la Cina sono tesi. Noi vogliamo la pace, Pechino si oppone » - Radio Praga commenta: « E' facile per i cinesi parlare di guerra fino all'ultimo uomo. Ma sono i partigiani sud-vietnamiti che sopportano il peso del conflitto» (Dal nostro corrispondente) Londra, 23 ottobre. Le dichiarazioni del rappresentante ufficiale a Mosca dei guerriglieri comunisti sud-vietnamiti hanno rivelato l'esistenza di gravi contrasti fra questo movimento e la Cina sulla guerra del Vietnam. Nguyen Van Dong ha fatto capire, parlando ad Helsinki, che mentre il Vietcong è pronto a partecipare a negoziati di pace, il governo di Pechino insiste sulla necessità di proseguire la lotta. Di queste importanti affermazioni dà oggi notizia nel Guardian l'esperto di questioni comuniste Victor Zorza. Non è la prima volta che s'apprende dì dissensi fra il Vietcongè la Cina ma mai, prima d'ora, un esponente del Fronte sud-vietnamita di Liberazione si era espresso con pari franchezza. Nguyen Van Dong avrebbe fatto le sue dichiarazioni, come s'è detto, durante un viaggio in Finlandia. Così almeno riferisce Radio Praga, l'unica fonte che abbia segnalato — e commentato — le parole dell'alto funzionario del Vietcong. Secóndo Radio Praga (Zor¬ za non indica la data della trasmissione) Nguyen Van Dong avrebbe dunque detto che « i rapporti tra il Vietcong e la Cina popolare sono adesso considerevolmente tesi ». Secondo l'oratore, il Vietcong non esige più, come condizione preliminare a trattative di pace, che gli Stati Uniti si ritirino dal Vietnam meridionale. Il Vietcong insiste « soltanto » su un punto: che Washington ammetta ai negoziati il Fronte sud-vietnamita di Liberazione riconoscendolo quale « interlocutore ». Non meno interessante il giudizio di Radio Praga sulle rivelazioni di Nguyen Van Dong. Il commentatore cecoslovacco ha messo in rilievo che è facile per la Cina parlare di una «guerra fino all'ultimo uomo» e di predire la distruzione della « tigre di carta » americana. « I Sud-vietnamiti devono invece pagare con morti e distruzioni il prezzo del conflitto. E questo, proprio quando i loro successi militari hanno reso possibili negoziati in cui non sarebbero costretti a sostenere la parte dell'interlocuto- re più debole, ma potrebbero parlare su un piano di parità ». Il Guardian afferma che Nguyen Van Dong sembra avere fama di diplomatico che smentisce quasi sempre quanto detto prima. Questa volta, però, egli avrebbe espresso opinioni più o meno simili, anche se meno impegnative, in risposta a domande postegli da studenti universitari di Helsinki. Radio Praga conclude che, se la tesi di Nguyen Van Dong sarà sottoscritta dalla direzione del Vietcong « la politica cinese giungerà al culmine di un isolamento, già visibile ad ogni suo passo ». L'atteggiamento ufficiale di Washington verso l'eventuale partecipazione del Vietcong a colloqui di pace è che i suoi rappresentanti debbano far parte della delegazione Nord-vietnamita. Ma il presidente Johnson ha più volte ripetuto che gli Stati Uniti non pongono «condizioni preliminari», per cui è lecito pensare che non ostacolerebbero negoziati proprio ora che affiora un contrasto tra il Vietcong e la Cina. Mario Ciriello

Persone citate: Johnson, Nguyen Van Dong