"Solo un totale disarmo ci salverà dalla guerra,, di Filippo Pucci

"Solo un totale disarmo ci salverà dalla guerra,, Canferewtzu «leil'olandese card, ilifrinii "Solo un totale disarmo ci salverà dalla guerra,, Il presule afferma che con le armi moderne non si può più parlare di «guerra giusta» - Bisogna evitare ogni conflitto - I documenti papali o conciliari non servono; il problema va risolto dai popoli e dai governi (Dal nostro corrispondente) Citta del Vaticano, 22 ottobre. Non Bara più peccato mangiare la carne di venerdì e d'altra parte il sacrificio che l'astinenza ed il digiuno dovevano comportare secondo la legislazione canonica del passato sarà sostituito da privazioni e opere di carità lasciate alla scelta personale. Sarà questa la sostanza della annunciata costituzione apostolica che apparirà tra qualche tempo e per la quale Paolo VI ha voluto consultare tutti i vescovi del mondo, attualmente riuniti a Roma. La rinunzia a vedere uno spettacolo, o ad una qualsiasi altra forma di piacere e di divertimento, come anche il soccorso prestato ad un indigente, saranno in definitiva le nuove forme ragionate e personali della penitenza cristiana, che verranno indicate dal documento papale, il quale però non tralascerà di attribuire un carattere meritorio alla Ubera continuazione dell'osservanza del digiuno e della astinenza. A conclusione della serie di conferenze su vari argomenti svoltesi in questa settimana nella sala stampa del Concilio, ha preso la parola questa mattina il cardinale olandese Bernard Alfrlnk, arcivescovo di Utrecht. Ha sviluppato il tema della pace e della guerra, ripetendo per buona parte 1 concetti contenuti In proposito nello schema 13, che tratta della Chiesa di fronte al mondo moderno, e largamente sviluppati in aula durante i dibattiti. « Hiroshima e Nagasaki — ha detto 11 porporato — potrebbero diventare non già il ricordo di un passato, ma l'esempio di cataclismi ancora maggiori. E' questa angoscia per il futuro che offre oggi un fondamento, sia pure ignobile, ed una garanzia, sia pure estremamente incerta, per la pace. Nel cuore degli uomini risuona oggi più che mal il grido di Pio XII "Guerra alla guerra", e l'invocazione di Paolo VI "Mai, mai, mai più guerra" ». «E' questa la premessa di ogni altra considerazione, — ha proseguito Alfrlnk — quella che lascia aperto il problema ed impedisce una risposta definitiva per la gravità delle conseguenze che implica: su quale fondamento, a qual prezzo, in qual modo si può ottenere la pacef E nello stesso tempo è ancora oggi valida, come lo fu in passato, la teoria della "guerra giusta", difensiva contro l'aggressione che attenta ai valori umani, sociali, religiosi, alla stessa civiltà, in considerazione della potenza distruttiva delle armi modernet ». Il cardinale ha sottolineato la gravità del problema che deve essere avvertito non soltanto da ogni coscienza cristiana, ma anche da ogni coscienza umana: «Non si tratta più di guerra o di pace, ma si tratta di vita o di morte ». Poi ha notato la diffusione di movimenti della pace in Occidente ed in Oriente, pur con diverse filosofie e posizioni: «Forse sarà proprio sul terreno della pace che Oriente ed Occidente si Incontreranno », ha auspicato. Ma ha detto di condividere «fino ad un certo punto » l'idea propugnata da movimenti pacifisti che vedono in ogni guerra una opposizione flagrante col Vangelo e giudicano la partecipazione ad azioni belliche in contrasto assoluto con la coscienza cristiana. Oggi la pace non si garantisce prescindendo dalla difesa. Difendere se stessi e difendere gli altri — a giudizio del cardinale Alfrink — « è un dovere che trova le sue radici anche nel Vangelo ». Lo schema 13 afferma che non può essere Illecito difendersi contro un ingiusto aggressore, anche con la forza e questo principio ha valore generale, indipendentemente dalle armi impiegate. Ma lo schema 13 precisa: « E' evidente che il libero uso delle armi moderne non pub essere moralmente accettato e che pertanto .è necessario tendere alla loro eliminazione ». Inoltre il documento conciliare fa distinzione tra «uso» e «possesso» delle armi nucleari, riconoscen do nelle attuali circostanze te gittimo il possesso allo scopo « esclusivo » di spaventare l'avversario, per il mantenimento dell'equilibrio del terrore. Realisticamente il cardinale Alfrink ha concluso che l'unica possibilità di salvezza per l'umanità resta l'approfondimento, la sensibilizzazione, la educazione degli spiriti e delle menti alla pace: « Ci potranno essere documenti ecclesiastici di gran forza, — ha detto — tutte le Chiese cristiane potranno interdire unanimemente l'uso delle armi moderne: ma se gli uomini non vogliono ascoltare, il problema non viene risolto e. la guerra resta una minaccia sempre incombente. Sono gli uòmini, I papali, i governi che fanno la guerra e la pace, non già i documenti, sia pure altissimi, espressi dalla Chiesa o da tutte le Chiese ». Sono state poste al porporato varie domande dai giornalisti presenti. In particolare cosa pensasse della petizione sottoscritta da oltre 450 « padri » del Vaticano II per chiedere una nuova esplicita e solenne condanna del comunismo. Ha espresso così il suo giudizio personale: « Ciò che è condannabile nel comunismo già varie volte è stato condannato. Mi pare che non ci sia bisogno ora di condannarlo di nuovo ». Un religioso gesuita ha chiesto « se esistano valori per i quali sarebbe non solo lecito, ma doveroso resistere con la guerra e quali siano questi valori ». Il cardinale Alfrink ha ribattuto che non gli sembrava opportuno formulare una casistica su questo punto. Filippo Pucci

Persone citate: Paolo Vi, Pio Xii

Luoghi citati: Nagasaki, Roma, Utrecht