Il presidente dell'Inps accusa di invadenza il padre di Aliotta di Guido Guidi

Il presidente dell'Inps accusa di invadenza il padre di Aliotta La speculazione sui bimbi malati di tbc Il presidente dell'Inps accusa di invadenza il padre di Aliotta L'on. Corsi, 76 anni, dichiara che il prof. Vincenzo Aliotta era molto autoritario e per la sua posizione in seno all'istituto poteva influire sulla carriera dei funzionari e del direttore generale - Così si potrebbero spiegare i «favoritismi» di cui godeva il figlio dell'attuale imputato - L'Inps affida 20 mila ammalati a cliniche private con una spesa di 8 miliardi l'anno (Nostro servizio particolare) Roma, 21 ottobre. Le disposizioni impartite dal presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale o comunque i suggerimenti non appena scoppiò lo scandalo dei preventori antitubercolari furono molto precisi ed improntati alla massima severità: denunciare subito quanto era stato accertato alla autorità giudiziaria. Sennonché trascorse oltre un anno prima che la Procura della Repubblica di Roma fosse informata di quanto era accaduto. Il motivo di tanto ritardo fu determinato da timore, da acquiescenza, da speranza di sanare in altro modo una situazione scabrosa o dalla certezza che non vi fosse reato: è quasi inspiegabile. L'on. Angelo Corsi nel riferire tutto questo ai giudici del tribunale che stanno indagando sulla eventuale responsabilità del prof. Nicola Aliotta, del commercialista dott. Antonino La Porta e dei medici dott Luigi Catasti e dott. Sai? vatore Sammareo è stato molto esplicito ed ha praticamente accusato l'allora direttore generale dott. Cattabriga e colui che lo ha sostituito da un anno circa nell'incarico, dott. Carlo Alberto Masini. Ad entrambi aveva dato specifiche disposizioni, ma entrambi gli risposero che nell'attività del prof. Aliotta non si potevano riscontrare dei reati. Questa mattina improvvisamente ed inaspettatamente si è presentato ai giudici del tribunale l'on. Angelo Corsi. Il presidente dell'Inps si era fatto rappresentare da un suo funzionario, avv. Franchi, quando avrebbe dovuto essere interrogato come parte lesa perché secondo l'accusa i quattro imputati hanno truffato l'ente previdenziale per un ammontare dì oltre un miliardo di lire. Qualche critica era stata mossa a questo atteggiamento; l'on. Corsi aveva spiegato che s'era preferito dare incarico di presentarsi al tribunale ad un semplice funzionario il quale però fosse più al corrente della situazione in modo da fornire chiarimenti più esaurienti: ma aveva aggiunto anche di essere a disposizione dei giudici. Ed oggi, senza essere sollecitato da nessuno dopo l'esame dei maggiori dirigenti dell'istituto l'on Angelo Corsi è venuto in udienza. « Se il presidente lo desidera io sono qui per essere in terrogato*, ha fatto sapere al tribunale. E i giudici lo hanno immediatamente interroga to per oltre un'ora. L'on. Angelo Corsi ha 76 anni ed è presidente dell'Inps da oltre un decennio. Sin dal periodo istruttorio risultò che egli era in aspra polemica con l'allora direttore generale dott Cattabriga al quale rimproverò di avere consentito al prof. Nicola Aliotta di svolgere una attività se non illecita comunque meritevole di sospetti. Oggi, l'on. Corsi ha confermato questo suo atteggiamento. « La presidenza dell'Istituto i— ha spiegato al tribunale non è stata mai informata sui sistemi adottati per la stipula delle convenzioni fra l'Inps e le case di cura private. Le varie procedure erano seguite soltanto dagli organi burocratici. L'Ente gestisce in proprio 56 sanatori e 6 preventori per un complesso di 20 mila rico verati mentre distribuiva altri 20 mila ammalati in preventori privati. Poiché questo comportava un onere per l'Istituto di 8 miliardi di lire suggerii al direttore generale che la materia venisse affidata a commissioni deliberanti e non ai normali uffici burocratici. Mi fu risposto che la stipula delle convenzioni presupponeva indagini complesse. Nel febbraio 196S l'allora direttore generale dott. Cattabriga e il vice direttore generale dott. Masini vennero da me molto agitati per avvertirmi di avere scoperto che il prof. Nicola Aliotta aveva subappaltato ad alcune organizzazioni religiose le convenzioni stipulate con l'Istituto per il ricovero di nostri assistiti nelle sue cliniche private. Io ero all'oscuro di tutto Dissi subito che era necessario presentare subito una denuncia alla autorità giudiziaria. Il dott. Cattabriga e il dott. Masini mi risposero che la questione era molto complessa e che, comunque, non vi erano dei reati. Ma io insistetti. Non mi spiegavo come i- nostri ispettori non si fossero accorti che nei preventori vi erano deireligiosi. Dissi di essere severicon tutti. Mi fu risposto: "Lasci fare a noi" ». Presidente — E quali provvedimenti furono adottati? On. Corsi — Il prof. Aliotta venne trasferito. Inoltre, fui avvertito anche che le fisite degli ispettori erano preavvertite per cui i controllati sapevano in anticipo quando stavano per arrivare i controlloriDissi che era necessario colpire subito i responsabili. Fu nominata una Commissione ristretta che controllò la posizione di 300 società convenzionate con l'Istituto: al termine dell'esame furono revocate 80 convenzioni. Presi ad interessarmi personalmente del settore ed accertai alcune anomalie... Presidente — Per esempio t On. Corsi — Che in Sicilia la moglie di un medico dell'Inps gestiva una casa di cura. Feci fare una inchiesta i cui risultati furono inviati anche al ministro del Lavoro il quale dispose una indagine affidandola al collegio sindacale dell'Istituto presieduto dal dott. Medugno. Questa iniziativa bloccò i nostri accertamenti. In ogni modo io insistetti presso il direttore generale perchi\ almeno sospendesse i funzionari sui quali si addensavano i sospetti e puntualizzasse gli eventuali reati. Poi nel giugno 1964 fui informato che la-Procura della Repubblica si stava interessando al problema ed allora io inviai al magistrato tutti i documenti che secondo me potevano interessarlo. P.M. — Il padre del prof. Nicola Aliotta era consigliere di amministrazione dell'Inps e presidente di una Commissione che si interessava del personale. Chi lo nominò f Le chiese mai qualcosat On. Corsi — Fu incaricato dal Comitato esecutivo nel 195S di presiedere la commissione che esaminava le proposte del personale per le sue richieste di vario genere. A me non ha mai chiesto nulla di importante se non di condonare la punizione di un impiegato ohe aveva insolentito il direttore generale. Non ho mai saputo che sei suoi parenti fossero stati assunti dall'Istituto. Posso dire soltanto che il prof. Vincenzo Aliotta era considerato molto invadente. Non ho saputo che egli determinò il licenziamento del dott. Catasti il quale aveva rotto il fidanzamento con la figlia. Se avessi conosciuto la causale... Avv. Poti (legale dell'Inps) ...Che avrebbe fattoi On. Corsi — Avrei preso provvedimenti adeguati. P. M. — Perché mai con tan to ritardo fu avvertita l'auto rita giudiziariat On. Corsi — Non so spie garmelo. P. M. — Lei però ai consiglieri d'amministrazione i qua li protestavano perché non era stata subito presentata una denuncia alla Procura, sostenne che l'ufficio legale non ave va ritenuto opportuno iniziare un'azione penale. On. Corsi — / consijrtieri prò testarono soltanto perché il Comitato esecutivo non era stato informato tempestivamente ed io ripetetti quello che avevo detto al direttore generale: di andare a fondo. P. M. — Lei tacque di avere sollecitato il dott. Cattabri ga a rivolgersi alla Procura e disse soltanto che il parere negativo dell'ufficio legale aveva bloccato ogni iniziativa Perché mait pzOn. Corsi — Avrò detto in \riuel momento ciò che la mia memoria ricordava. Avv. Foti (legale dell'Inps) — Esiste una lettera scritta dal ìl'on. Corsi al direttore gene rale nel febbraio 196S in cui si diceva che non era sufficiente trasferire i funzionari ma era necessario avvertire la Magistratura. P. M. — E' vero che il padre del prof. Aliotta faceva parte di un Comitato che esaminava le proposte per la promozione a direttore generale? On. Corsi — E' necessario chiarire. Presidente — No, dica: face va parte o non faceva partet On. Corsi — Si, faceva parte. P. M. — E' vero che in conseguenza del suo incarico il padre del prof. Aliotta poteva influire sulla carriera dei funzionarit On. Corsi — Si può rispon¬ dere di si e si può rispondere di no. Non poteva, comunque, avere un'influenza su tutto il personale. Avv. Angelozzi Gariboldi (le gale del prof. Aliotta) — Il regolamento vieta il subappalto delle convenzioni? On. Corsi — Purtroppo no. Nel febbraio 1961, deplorammo questa situazione: comunque avevamo dato disposizioni perché i controlli fossero molto severi. Un giorno andai all'improvviso in un sanatorio del Lazio e riscontrai che bambini ricoverati mangiavano ben poco. Convocai subito il responsabile e feci rilevare quella manchevolezza. Avv. Angelozzi Gariboldi — Lei definì anni fa l'opera del consigliere prof. Aliotta « preziosa ed utile ». Conferma questo suo giudizio f On. Corsi — Lo confermo Avv. Angelozzi Gariboldi — Ed allora perché oggi ha parlato di sua invadenza? On. Corsi — Perché ho sa puto che sono stati assunti sei suoi parenti dall'Inps. E così si è concluso l'interrogatorio dell'on. Corsi. Poi, altri testimoni: tutti su episodi marginali. Fra gli altri, padre Ferdinando Chiapparelli che stipulò per conto dei Padri Trinitari una convenzione con il prof. Nicola Aliotta. E' risultato che l'accordo fu firmato quando ancora il tisiologo non aveva stipulato la convenzione con l'Inps. < Io ero sicuro che questo sarebbe avvenuto — ha detto padre Ferdinando — avevamo fiducia in lui anche se la retta giornaliera fissata era insufficiente*. P. M. — E come mai stipulaste una seconda convenzione? Padre Ferdinando — Pensavamo di farcela aumentando il numero dei ricoverati. Domani, altra udienza. Guido Guidi La deposizione del presidente dell'Inps, on. Angelo Corsi, ieri al processo Aliotta (Telefoto Ass. Press)

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