Nuove ricerche sulla cirrosi epatica e possibilità cruna diagnosi tempestiva di Angelo Viziano

Nuove ricerche sulla cirrosi epatica e possibilità cruna diagnosi tempestiva Nuove ricerche sulla cirrosi epatica e possibilità cruna diagnosi tempestiva Causa del male è, nella maggioranza dei casi, l'abuso dell'alcool, ma vi si aggiungono fattori virali, infiammatori, alimentari - Progressi nella tecnica che permette di fotografare direttamente il fegato entro l'addome - L'uso di radioisotopi per identificare il morbo Quest' anno gli ordinatori dei due maggiori congressi nazionali annuali di chirurgia generale e di medicina interna, che di consuetudine si svolgono in autunno, hanno scelto per clima delle iJiunio?!! l'ottobre siciliano. Conclusesi a Palermo le Assise chirurgiche, si è passati, a Catania, ai lavori — ora in corso — della Società di medicina interna. Persino la cirrosi epatica, morbo che altera la struttura del fegato, vi è tornata attuale; che da un lato non sembra ridursi il numero dei sofferenti di tale malanno, ed anzi se ne conta un incremento, e d'altra parte lo scandaglio nel campo delle sue cause originarie, cause e concause, offre motivo di nuove considerazioni e di nuovi suggerimenti profilattici. Lo si sa, non è ignoto neanche all'orecchio dei profani, che per tale forma di malattia epatica cronica è sempre stato additato come massimo colpevole V alcool, non certo per qualche sbornietia di tanto in tanto, ma per un abuso prolungato di bevande alcooliche. Qual medico di una certa esperienza non ricorda di quando i casi arrivavano alla sua attenzione solo allorché il ventre degli interessati si era quasi fatto otret Non altro restava allora da fare che sfoderare un punteruolo-cannula per estrarre a litri l'< acqua » formatasi in quegli addomi, divenuti ampi e tesi e ripercuotenti disturbi persino sulla respirazione. Non mancava talora un certo senso di amaro umorismo tra i colpiti, inveterati bevitori, capaci di esclamare: « Lo si vede ora che era acqua quel vino che l'oste mi gabellava per puro! ». Afa quel liquido, giallocitrino, che si versa nella cavità addominale (peritoneale) nella cirrosi avanzata è un siero trasudato a causa di deficienze funzionali epatiche, e di una alterata dinamica circolatoria sanguigna locale, consecutive alla sopravvenuta modificazione della struttura del fegato. Nella compagine del fegato cirrotico si arriva ad avere, difatti, gradatamente un caos Vi si riscontrano disordinati ed eccessivi tentativi da parte delle cellule epatiche di sopperire alla avvenuta distruzione di parte di esse mediante nuore proliferazioni, e contemporaneamente si ha un indurimento cronicizzantesi (sclerosi) dell'organo, per una superproduzione d'un tessuto connettivo fibroso. Purtroppo i sintomi del morbo all'inizio sono puramente generici, sicché il male si insinua subdolamente con un andamento lento. Al più si esprime con una perdita dell'abituale appetito, specie con scarsissima attrazione per la carne e i grassi, con digestione laboriosa al rallentatore, risveglio al mattino con una sensazione di bocca impastata, magari discreta nausea; c'è ora diarrea, ora stitichezza. Prodromi non specifici, dunque, e ancora senza chiari riscontri obbiettivi; poi si affacceranno sintomi di un buon sospetto in un lunghissimo arco di tempo, dato che il morbo, iniziato su base infiammatoria, è dotato di un automatismo evolutivo; per cui ii suo svolgimento dall'indefinito punto di avvio sino alla lampante documentazione è. in media decennale più o meno ricco d'incidenti, con fasi di accelerazione, di rallentamento, con arresti anche lunghi, talora invece a rapido continuo corso. Tra i vari complessi e concatenati fattori della lunga evoluzione del processo morboso si è insinuata ora pure l'ipotesi di un'altra componente insita in un fenomeno di autoaggressione, cioè di di uno dei rarissimi casi in cui l'organismo, per un errore dei suoi meccanismi difensivi, rivolge contro se stesso la sua anna immunitaria. (« La Stampa > - « Cronache della medicina » 15 giugno). Nella fattispecie un fattore lesivo del fegato libererebbe sostanze eccitanti la formazione di anticorpi paradossalmente attivi contro il fegato stesso. Dicevamo in principio che l'alcool è sempre stato ritenuto il movente per eccellenza del morbo. Recentemente tuttavia sembrò subire un declassamento, perché, tra altre eventuali cause, si andò suggestivamente profilando l'incriminabilità dell'epatite virale epidemica. Sennonché — e questa è una buona notizia, oggi che tale malattia infettiva fa tanto parlare di sé — nell'odierna voluminosa relazione congressuale (256 pagine di stampa) gli autori, M. Coppo e B. Bonati, ritengono « decisamente svalutabile, secondo l'esperienza personale, il significato dell'epatite documentatamente virale in guanto epidemica, quale agente eziologico (causale) isolato e sufficiente ». / relatori concludono, d'altronde, che la causa della cirrosi epatica è quasi sempre multipla. Su di un fegato adatto (cioè su un terreno predisposto) più fattori lesivi agiscono con modalità adatte succedendosi e sovrapponendosi. Se ne annovera una serie, sia di natura infettiva, virale, infiammatoria, immunologica, sia di carenze nutrizionali, di fatti tossici, metabolici. Comunque è risultato che nella maggioranza dei casi domina il campo ancora l'alcoolismo, benché qualitativamente diverso da caso a caso, e < senza alcun rapporto di necessità o di quantità tra l'abitudine e l'istituzione della cirrosi ». Importanza, quindi, della detta predisposizione del terreno o dell'associazione con altri meccanismi. La portata nociva dell'alcool etilico, più che per lesione diretta, viene esercitata mediante un'azione di antialimento; per cui, attraverso un'ostinata inappetenza, dieta incongrua, turbe digestive e difetti di assorbimento intestinale, l'organismo resta carente di elementi (aminoacidi) essenziali, di sostanze ad azione cosiddetta epatoprotettiva. Per vincere e guarire il male bisognerebbe poter arrivare alla diagnosi tempestiva, quando ancora i sintomi soggettivi sono scarsi e dubbi sono quelli obbiettivi. Dopo si tratta di arrestare, frenare il meglio possibile l'avanzata del male, le sue complicazioni. La diagnostica attuale, su cui specialmente si è diffusa la relazione del Coppo e del Bonati, r ora arricchita di possibilità, anche di laboratorio e strumentali. Persino la medicina nucleare vi concorre, destreggiandosi con i radioisotopi. Progressi ha fatto la tecnica che permette di vedere e fotografare direttamente il fegato nell'addome e quella del prelevamento mediante ago di piccolissimi campioni di tessuto epatico. Anche possibilità di una medicina preventiva della cirrosi si vanno oggi meglio profilando. prof. Angelo Viziano AL CONGRESSO NAZIONALE Ol MEDICINA INTERNA

Persone citate: B. Bonati, Bonati, M. Coppo

Luoghi citati: Catania, Palermo