Il governo ha deciso l'azione per evitare la crisi del Mec

Il governo ha deciso l'azione per evitare la crisi del Mec La riunione del Consiglio dei ministri Il governo ha deciso l'azione per evitare la crisi del Mec I criteri sono due: cercare con la massima buona volontà l'accordo con la Francia sulle questioni agricole, ma nessun compromesso che sia contro i principi dell'integrazione europea - I rappresentanti del Mec si riuniranno a Bruxelles il 25 ottobre - Probabile l'assenza della Francia - Non ancora stabilito se la delegazione italiana sarà guidata da Moro (Nostro servizio particolare) Roma, 18 ottobre. Tre ore e mezzo è durata la riunione del Consiglio dei ministri, indetta dal presidente Moro per il tardo pomeriggio di oggi allo scopo di esaminare la posizione italiana nei confronti dell'attuale crisi del Mercato comune. Dopo aver approvato la relazione sui problemi agricoli di Ferrari Aggradi ed essersi pronunciato in senso favorevole alla linea di politica comunitaria illustrata alla Camera da Moro, il Consiglio ha dato mandato al suo presidente di convocare, quando lo riterrà opportuno, un comitato ristretto dei ministri direttamente interessati ai problemi che saranno in discussione a Bruxelles il 25 e 26 ottobre, ossia lunedì e martedì della prossima settimana. Spetterà a tale comitato decidere, sulla scorta delle ultime informazioni disponibili, la composizione della delegazione italiana; esso dovrà insomma stabilire se sia opportuno che lo stesso Moro ne assuma la presidenza o se non sia invece più opportuno, date le scarse prospettive di risultati concreti, ch'egli non si muova da Roma. La seduta è stata aperta da una breve dichiarazione introduttiva di Moro, che ha inquadrato il dibattito distinguendo nettamente i problemi agricoli e finanziari da quelli più propriamente politici. Sui primi ha lungamente riferito il ministro dell'Agricoltura Ferrari Aggradi, il quale ha informato i colleghi sugli argomenti che figurano all'ordine del giorno della riunione del Consiglio dei ministri della Cee, a Bruxelles fra sette giorni: finanziamento della politica agricola comune, regolamenti in sospeso (ortofrutticoli, materie grasse, ecc.). trattative per l'associazione con altri paesi mediterranei. L'impostazione di Ferrari Aggradi pare abbia raccolto i generali consensi. Subito dopo, Moro ha avviato la discussione sull'atteggiamento che la nostra delegazione dovrà tenere a Bruxelles rispetto al problema politico del superamento della crisi in corso. Una decina di ministri, a cominciare dal vicepresidente Venni, hanno tenuto ad esprimere il proprio parere in proposito. Secondo quanto è stato poi dichiarato da Pastore e da Pie¬ raccini, alla fine ci si è tro vati d'accordo sulla linea formulata dal presidente Moro nel recente dibattito alla Camera sulla politica estera. Com'è noto, il presidente Moro, giovedì a Montecito rio, aveva confermato la buona volontà dell'Italia di superare il dissenso con la Francia, ma aveva aggiunto che la situazione si è aggravata con la richiesta fran cese di modificare la norma {destinata ad entrare in vi gore nel 1966) sulle delibe razioni a maggioranza, e non più all'unanimità, negli organismi della Cee. A questo proposito Moro aveva dichiarato con forza che bi sogna distinguere tra « margini negoziabili che appaio no ammissibili e la difesa dei princìpi dell'integrazione europea ai quali non si può rinunciare ». Quanto alla composizione della delegazione e all'opportunità che sia Moro a presiederla, in sostituzione del ministro degli Esteri Fanfani (bloccato a New York dal noto infortunio alla gamba), il Consiglio ha ritenuto prematura una decisione. Tutto dipenderà dall'atteggiamento di De Gaulle: se la Francia persisterà nell'ostruzionismo e nella politica della «sedia vuota», a Bruxelles non si potrà concludere nulld, neppure stavolta. ar. ba.

Persone citate: De Gaulle, Fanfani, Moro, Pastore