L'Agip inglese vende tulle le sue azioni alla Esso

L'Agip inglese vende tulle le sue azioni alla Esso L'Agip inglese vende tulle le sue azioni alla Esso La società (proprietà dell'Eni) è in forte passivo - Possiede in Gran Bretagna 119 stazioni di rifornimento, di cui 40 non ancora ultimate: ciascuna di esse è costata 175 milioni di lire - La cifra dell'acquisto non è nota (Dal nostro corrispondente) Londra, 18 ottobre. A due anni e mezzo dall'inizio delle sue attività in Gran Bretagna, l'cAgip inglese> sarà venduta alla Esso Petrolr proprietà del colosso americano Standard OH Company of New Jersey. Della cessione avevano dato notizia stamane alcuni giornali, ma soltanto stasera è giunta la conferma ufficiale. L'«Agip inglese», fondata dal defunto Enrico Mattei, ha per presidente il milionario italo-britannico Charles Porte. La società appartiene tutta all'Eni. Il comunicato segnala: «La Agip Ltd. di Londra conferma che, come risultato di discussioni fra la Standard Oil Company of New Jersey e la Agip di Roma, è stato conseguito un accordo di principio in base al quale la Esso Petroleum Company acquisterà le azioni dell'Agip Ltd. Resta?io da esaminare alcuni importanti particolari. Questa intesa non include però le ricerche di petrolio deU'Agip nel Marc del Nord ». La Esso — subito interrogata dai giornali — non ha voluto rivelare il orezzo dell'acquisto: ha anzi aggiunto che la cifra è ancora oggetto di negoziati. Un fatto è certo: la somma sarà imponente. Gli esperti britannici ricordano stasera che la Agip Ltd. possiede in Gran Bretagna 79 stazioni di rifornimento e altre 40 sono quasi pronte. Il valore di ogni stazione è difficile da stabilire, ma si sa che per costruirne una occorrono centomila sterline, pari a 175 milioni di lire. Il Financial Times — che dedicava stamane all'argomento un ampio servizio da Roma — afferma che « il prezza* pagato dalla Esso dovrebbe coprire tutti gli investimenti e le perdite deU'Agip in Gran Bretagna e offrire inoltre un soddisfacente profitto ». Sempre secondo il Financial Times le perdite dell'Agip inglese sarebbero state « alquanto elevate » e la situazione non faceva prevedere un miglioramento. « La costruzione delle stazioni di rifornimento si è rivelata più costosa che in Italia E la violenza della guerra petrolifera in Inghilterra fra le varie società ha quasi annullato t potenziali margini di profitto*. m. ci.

Persone citate: Enrico Mattei