I liberati tedeschi insistono «O un ministero-chiave, o la crisi» di Tito Sansa
I liberati tedeschi insistono «O un ministero-chiave, o la crisi» I liberati tedeschi insistono «O un ministero-chiave, o la crisi» Pretendono il portafogli degli Affari pantedeschi (riunifìcazione della Germania) o quello degli Esteri - E proclamano: «Se non si fa il governo che vogliamo noi, voteremo contro Erhard in Parlamento» - Il Cancelliere, amareggiato, mediterebbe di rinunciare all'incarico /Dal nostro corrispondente) Bonn, 15 ottobre. La crisi per la formazione del governo tedesco si è aggravata. Non si vede come il cancelliere Erhard possa uscire dignitosamente dal vicolo cieco in cui si è cacciato accettando il suggerimento di Strauss e di molti deputati democristiani di rifiutare al vicecancelliere, il liberale Mende, la poltrona di ministro per gli Affari pantedeschi. Erhard ha tentato oggi di convincere i liberali a rinunciare alla loro pretesa, ma non vi è riuscito. Al termine di una riunione di tre ore, convocata da Erhard, i liberali hanno ribadito il loro punto di vista di ieri: o Mende diventa ministro ae^li Affari pantedeschi, oppure il governo di coalizione affonda ancora prima di essere varato Domani a Magonza. si riu niranno il direttivo e il gruppo parlamentare liberale. Si prevede che insisteranno per¬ ché a Bonn si tenga duro. Il vice presidente del partito, Weyer, parlando con giornalisti, ha anzi accennato a pretese superiori, che però lui chiama compromesso: «Siamo disposti a rinunciare agli Affari pantedeschi, ma a condizione che ci diano il ministero degli Esteri. In molti paesi occidentali questa è la norma: il partito più forte designa il capo del governo, l'alleato della coalizione riceve gli Esteri ». A Bonn stasera regna il pessimismo. Diversi uomini politici e commentatori temono che sarà impossibile raggiungere un accordo di compromesso entro mercoledì 20 ottobre, quando Erhard si presenterà al Parlamento. Circolano diverse voci, che registriamo: 1) il Presidente della Repubblica Luebke. già irritato perché Erhard ha insi stito per mantenere Schroeder agli Esteri, e ora amareggiato per le lotte intestine nella coa¬ lizione, avrebbe minacciato di dimettersi. (La notizia è stata peraltro smentita ufficialmente dal portavoce del governo, von Hase); 2) dimissioni avrebbe annunciato il presidente del partito democristiano, Adenauer, avvilito per il fatto di essere stato sconfessato dal proprio partito dopo che aveva cercato — invano — di abbattere Schroeder (La notizia non è stata smentita); 3) " una rinuncia penserebbe anche il cancelliere Erhard — si dice — se non riuscirà entro martedì sera a formare un governo di coalizione. (Anche questa voce non è stata smentita). Questa sera Erhard si è consultato privatamente con il Presidente della Repubblica. nell'abitazione di questo, sul Venusberg. Aveva cercato di parlare con lui durante il gìor-no. ma Luebke era andato efare una gita «aziendale» dei dipendenti — impiegati e dat- tilografe — della Presidenza delia Repubblica. La situazione presenta aspetti grotteschi Mentre l'economia delia Germania (la terza del mondo) procede a gonfie vele, il Paese rischia la paralisi politica per una poltrona ministeriale. A fare la voce grossa è proprio quel partito (il liberale) che è uscito sconfitto dalle elezioni del 19 settembre. Se lo può permettere perché senza il contributo dei suoi 49 voti, il cancelliere Erhard non ottiene la maggioranza al Bundestag. I liberali approfittano della situazione e tirano la corda ancora più di quanto non abbia fatto il ba- varese Strauss. Le loro minac- ce odierne sono più gravi diquelle di ieri: «Se non si fail governo come vogliamo noi, martedì voteremo contro la candidatura del democrisfianoOerstenmaier alla presidenza del Parlamento, e mercoledì voteremo contro Erhard». Tito Sansa
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