Tutto falso: si premiava da solo il fantasioso studente di Aosta

Tutto falso: si premiava da solo il fantasioso studente di Aosta Tutto falso: si premiava da solo il fantasioso studente di Aosta Gerardo Beneyton e il padre avrebbero organizzato la beffa - A quale scopo ? - Il giovane voleva diventare giornalista e il genitore desiderava aiutarlo o forse si tratta di una truffa diretta da altre persone ? - Intanto i protagonisti dell'episodio sono scomparsi - Dichiarazioni del presidente della Regione avv. Caveri: «Andai alla cerimonia del premio, ma ebbi subito dei sospetti e ordinai un'indagine » - Rintracciato l'orefice dal quale il ragazzo comprava le coppe (Dal nostro inviato speciale) Aosta, 14 ottobre. E' uno truffat E' una beffa? E' il gioco squallido di una o più persone dotate di accesa fantasia? E' comunque una delle più astruse e aggrovigliate, e tuttavia ben congegnate, macchinazioni che siano scaturite — sembra — dalla mente d'un mitomane associata a quella d'un megalomane: il giovane Gerardo Beneyton e suo padre Attilio. Entrambi infatti avrebbero lavorato in perfetto accordo per montare questa gigantesca bef/" giocata un po' a tutti: autorità scolastiche, politiche, regionali, comunali, a giornalisti, e infine anche a se stessi. E' evidente infatti che le prime vittime di quest'inganno sono loro stessi, in quanto dalla loro maèchinazione non hanno ricavato che qualche evviva, terminato nel nulla, com'era logico che avvenisse. Di concreto non ci sono che i quattrini spesi per le coppe, per le automobili che si sono regalate da sé, per i festeggiamenti organizzati dal cerimoniere Mario Meloni. Ora l terzetto che si appagava dei falsi premi della falsa associazione del Piccoli compositori è sparito da Aosta. Questa mattina Gerardo era stato avvicinato dai giornalisti, ai quali aveva detto le soite cose dei giorni scorsi. Si è poi recato dall'avv. Severino Caveri, che lo aveva convocato nel proprio ufficio. Anche al presidente della Giunta regionale il giovanotto fantasioso ha ripetuto quanto va spifferando da alcuni mesi, e n particolare negli ultimi giorni: si è soffermato sull'esistenza della pretesa associazione dei Piccoli compositori, ha narrato come ebbe l'idea di cominciare a svolgere i temi dopo aver letto il relativo annunzio su un quotidiano milanese, in che modo cominciò a vincere premi e a ricevere coppe e trofei e medaglie, e poi premi più consistenti, motorette, giradischi, magnetofoni, automobili, e infine il grossissimo premio di SO milioni assegnatogli, ma non consegnato, da una giuria internazionale a Francoforte. «Dove l'ha svolto il tema vincitore? > gli ha chiesto l'aw. Caveri. «A casa» ha risposto Gerardo. «E come faceva la giuria a esser sicura che fosse stato lei a svolgerlo, e non uno più bravo di lei? ». Qui egli sì è confuso, e ha balbettato che i temi li svolgeva sempre a casa, e inoltre a giuria sapeva ormai che lui era bravo. L'aw. Caveri ci ha precisato questa sera che egli non si considera coinvolto nella beffa. «Mi recai alla cerimonia —ci ha raccontato il Presidente regionale — Invogliato dal sovrintendente agli studi. Ma durante la premiazione la presenza del Meloni, che conosco bene, mi indusse il lunedì mattina a rivolgermi a chi di dovere per far iniziare delle indagini sul conto dei Beneyton e dello stesso Meloni, e soprattutto sull'esistenza di quella associazione fiorentina. Feci infatti telefonare al provveditore agli studi di Firenze, rispose il viceprovveditore, affermando di ignorare assolutamente quella associazione. Feci poi fare alcune telefonate per trovare quell'avvocato Mario Bertelli, che risultò inesistente; feci poi cercare un altro Bertelli, all'indirizzo indicato da Gerardo Beneyton, ma una voce femminile rispose che si trattava di suo padre, il quale però era morto da due anni. Un terzo Bertelli rispose che egli non sapeva nulla dei Piccoli compositori e desiderava essere lasciato in pace. Fu allora che feci dare alle indagini un ritmo più deciso. A mia volta ieri sera ho interrogato 1 Beneyton, il Meloni, il rappresentante dell'Alfa Romeo che vendette la Giulia e altre persone che hanno attinenza con la vicenda. Tutti quanti ieri sera sono stati poi interrogati dai carabinieri, decisi ad andare in fondo per accertare l'esistenza o no di reati perseguibili a norma di legge. Vedremo quali saranno gli sviluppi della vicenda ». Scomparsi Beneyton padre e figlio, è però rimasta sulla breccia la signora Adele Grenod, moglie e madre dei principali protagonisti. L'abbiamo trovata al bar dell'albergo della Stazione, a Quart, dove quasi vi sono più coppe che bottiglie. « Le ha vinte tutte suo figlio?», abbiamo chiesto. «Le ha vinte tutte Gerardo », ha risposto, ma non ha saputo sostenere lo sguardo e ha abbassato gli occhi per lavare una tazza. La spiegazione di tutto forse ci è venuta proprio dalla signora. « Perché, secondo lei, suo tiglio ha fatto tutto questo? » abbiamo insistito. «Mio tìglio non ha fatto nulla di male. Gerardo desiderava scrivere, comparire sui giornali, voleva che si occupassero di lui per poter riuscire a fare il giornalista. A casa scrive e legge dì continuo; anche in collegio, il suo tempo libero lo occupava scrivendo poesie e racconti ». « Allora suo figlio ha organizzato tutta questa beffa per raggiungere il successo, o almeno per illudersi di averlo raggiunto? ». «Non saprei che cosa dirle », è stata la sua risposta. Qual è la parte del Meloni in questa vicenda? E' lui l'ispiratore della beffa? A quale scopo l'avrebbe ispirata o organizzata? Oppure l'ispiratore è stato il padre, che si sarebbe appoggiato a lui e al figlio per l'organizzazione? Il padre potrebbe essere un megalomane, ma Gerardo era perfettamente a conoscenza di tutto, e svolgeva la sua parte di collaboratore. Infatti era lui che andava a ordinare le coppe da Sergio Biagiotti, in via De TUlier. Ha detto il signor Biagiotti: «Veniva una o due volte il mese un giovanotto a ordinare una coppa di ottone argentato, del valore da due a diecimila lire. Diceva che serviva a premiare un ragazzo che aveva vinto in collegio un concorso dei Piccoli compositori. Pagava e me la faceva mandare all'albergo di Quart. Il trofeo è costato 60 mila lire, che pagò regolarmente. Sulle coppe faceva incidere: "Piccoli compositori" e la data col punteggio da otto a dieci. Un giorno venne col padre, e così seppi chi era il giovanotto, e col Meloni per comperare un cinturino da orologio, e il Meloni mi disse che avova vinto anche una Giulia». Questa « Giulia », oi dice il rappresentante dell'Alfa Romeo Italo Bordon, fu ordinata con una telefonata che diceva di provenire da Firenze, e pagata con una somma alla consegna e alcune rate mensili di varie centinaia di migliaia di lire. L'ultima scadeva alla fine di questo mese. La prima, rata sarebbe stata pagata dal signor Wallier Miozzi, impiegato della Cassa di Risparmio di Aosta, il quale pare che avesse ricevuto l'incarico di presidente dei Piccoli compositori, ma che poi si sia ritirato. Nulla di concreto sembra che sia stato accertato nelle indagini svolte dai carabinieri. Beneyton e il Meloni tacciono sui veri motivi della macchinazione, che potrebbe essere ingenua e potrebbe non esserlo poi tanto. Secondo gli inquirenti potrebbero esservi una o due persone più furbe dei Beneyton e del Meloni che avrebbero ordito il piano e mosso le fila. Ma non si comprende a quale scopo, con quale vantaggio. Si ha comunque l'impressione che i Beneyton tacciano per coprire qualcuno. Giuseppe Faraci L'orefice Sergio Biagiotti intervistato ieri ad Aosta

Luoghi citati: Aosta, Firenze, Francoforte, Quart