Otto donne morte a Bergamo in manicomio dopo un'iniezione di Carlo Cavicchioli

Otto donne morte a Bergamo in manicomio dopo un'iniezione Otto donne morte a Bergamo in manicomio dopo un'iniezione Altre sette sono gravissime - Fra le vittime (tutte dai 65 agli 86 anni) c'è anche una suora - La tragedia si è svolta nel giro di due ore nel reparto dell'ospedale neuropsichiatrico che ospita le sofferenti di arteriosclerosi - Alle pazienti erano state praticate iniezioni d'un cardiotonico che non si produce più dal 1939 - Un inviato del ministro della Sanità, Mariotti, a Bergamo (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 9 ottobre. In un reparto dell'ospedale neuropsichiatrico provinciale di Bergamo, questa mattina, nello spazio di due ore, sono morte otto donne, uccise con ogni probabilità da iniezioni | di un cardiotonico avariato. Le vittime della tragedia sono anziane ricoverate, tutte originarie del Bergamasco, che erano ospiti dell'istituto da molti anni, non sofferenti di malattie mentali gravissime ma di disturbi dovuti all'età avanzata e agli inevitabili acciacchi. Ecco i nomi: Maria Valseceli!, di 86 anni, da Seriate; suor Scolastica, al secolo Enrica Mangili, di 83 anni, un tempo monaca nel convento di Cenate Sotto; Maria Mo- linari, di 72 anni, da Sorisole; Bernardina Acerti di 74, da Rigoso; Maddalena Borsa, di 67 anni, da Bergamo; Teresa Bertuletti, di 65, anch'essa da Bergamo, via Verzeri 5; Lucia Arrighetti, di 66 anni, da Borsico; Caterina Molinari, di 65 anni, da Rogno. Altre sette donne cui era stata fatta la medesima iniezione sono in condizioni gravissime. Fino a questo momento le autorità non hanno ancora comunicato i loro nomi. L'ospedale psichiatrico provinciale, do,e è accaduto il tragico episodio, sorge alla periferia della città, verso Seriate, in via Borgo Palazzo 103. Uno dei reparti, inUtolato al neurologo Verga, clinico illustre che lavorò in questo ospedale, è riservato alle donne affette da arteriosclerosi. I posti-letto sono trenta. E' qui che, inspiegabilmente, questa mattina è accaduta la tragedia. Alle sette e mezzo un'infermiera, pare una suora, ha fatto il giro delle pazienti. Si tratta a quanto risulta di una donna esperta, in servizio nell'istituto da moltissimi anni. Quindici delle ricoverate a causa dell'arteriosclerosi hanno scompensi cardiaci. E come ogni mattina la suora ha praticato loro una iniezione di < Canliobamina ». E' questo un prodotto definito cardiocinetico dai medici, cioè stimolante delle contrazioni cardiache, a base di Btrofanto. La suora ha aperto tre scatole, ciascuna delle quali con¬ teneva sei fiale da due centimetri cubi. Tre fiale sono dunque avanzate e sono state ora sequestrate per esaere sottoposte ad esami. Le pazienti non hanno avuto alcuna reazione immediata. La suora è uscita dal reparto, si è ritirata nella sala delle infermiere. Due ore più tardi è tornata a precipizio nella corsia, richiamata da grida disperate. Una delle donne, la più anziana, Maria Valseceli!, si contorceva sul letto in preda a dolori atroci e conati di vomito. E' accor-so immediatamente il medico di guardia, che ha tentato di portarle aiuto trasferendola nell'infermeria. Ma la Valsecchi è morta nel giro di pochi minuti. Sulle prime non ci si è resi conto esattamente di che cosa si trattasse. Pareva un avvelenamento, ma nessuna delle donne aveva ancora mangiato. La Valsecchi era stata però la prima a subire l'iniezione ed era anche la più debole perché, da alcuni giorni, le sue condizioni generali erano preoccupanti. Ma, seguendo l'ordine delle punture, una dopo l'altra sette altre sue compagne si sono accasciate sui letti, spirando prima che si potesse fare qualsiasi tentativo per salvarle. Le altre sette cui era stata iniettata la < Cardlobamina » avevano ora gli stessi sintomi: contrazioni e vomito. E' a questo punto che i medici si sono resi conto della natura del male e hanno adottato i rimedi più adeguati. La tragedia si era compiuta nel volgere di due ore. Alle 11,30 infatti spira va la Bertuletti, ultima (per ora) delle vittime. Mentre si susseguivano 1 decessi, il direttore dell'ospedale, prof. Alberto Rostan, ha telefonato al medico provinciale avvertendolo. Sul posto accorrevano poco dopo il prefetto di Bergamo, dott Cappellini, il questore, dott. Mazzola, il presidente della amministrazione provinciale, avv. Giavazzi. Cominciava l'inchiesta, diretta dal Procuratore della Repubblica dott. Miraglia. I corpi delle vittime venivano allineati nella sala mortuaria. Li ha visitati in giornata il ministro Scaglia, che è sindaco di un pa se del Bergamasco, San Pellegrino. Il sen. Mariotti ha inviato un alto ispettore. Le tre fiale rimaste nelle scatole sono state sequestrate e saranno sottoposte ad una perizia. E' stato ordinato a tutte le farmacie di ritirare dalla vendita la « Cardiobamina>, qualora ve ne fosse nei depositi, in attesa che sia chiarito il mistero della morte di queste otto donne. L'ipotesi più verosimile è, per il momento, che il contenuto sia deteriorato per un difetto delle fiale, forse non perfettamente sigillate. E' stato a tarda sera che si è appreso il particolare che getta qualche luce sull'inchiesta e potrebbe avere gravi sviluppi. La ditta che ha fornito la « Cardiobamina > — ha sede a Casteggio e dal 1956 ha un nuovo proprietario — ha dichiarato che la fabbricazione del prodotto in fiale, iniziata nel 1912, è cessata lìn dal 1939. Carlo Cavicchioli L'ospedalc psichiatrico di Bergamo dove sono morte le otto ricoverate (Tel. A. P.)