Duri scambi di accuse fra gli amanti di Chivasso condannati per il giovane ucciso e tagliato a pezzi

Duri scambi di accuse fra gli amanti di Chivasso condannati per il giovane ucciso e tagliato a pezzi Iniziato alle Assise di Torino il processo di appello Duri scambi di accuse fra gli amanti di Chivasso condannati per il giovane ucciso e tagliato a pezzi Il ventenne Giuseppe La Bella (che nel primo dibattito si era assunto tutte le colpe e a cui erano stati inflitti 23 anni) dice: « Non sono io l'assassino. E' stata la mia amica a sgozzare il marito con un rasoio » - Lucia Montalbano, ventiquattrenne, ribatte : « Sono innocente. Non capisco perché lui mi accusa» - L'orrendo crimine avvenne in una stamberga: Ignazio Sedita, soppresso nel sonno, fu sezionato e i tronconi chiusi in due valigie - Poi i macabri involti vennero gettati in una roggia a Ceva - Oggi riprende l'udienza con i testimoni Il secondo processo per il delitto di Chivasso, la sinistra vicenda dell'uomo ucciso, tagliato a pezzi e gettato in due valige in una roggia nei pressi di Ceva, è cominciato ieri mattina davanti la corte d'Assise d'Appello di Torino (gres. Ottcllo, p. g- Jannelli, cane. Quaglia). Gli imputati sono tutti presenti: Giuseppe La Bella di 20 armi, il solo riconosciuto colpevole in Assise di aver assassinato e fatto a pezzi Ignazio Sedita, e condannato a 23 anni; Lucia Montalbano di 25 a?tni, vedova del Sedita e cugina di Giuseppe, condannat'i a 7 anni e mezzo per coìicorso in vilipendio e occultamento di cadavere e assolta per insufficienza di prove dall'omicidio; i due fratelli della giovane donna, Francesco e Paolo Montalbano, di 21 e 20 anni, assolti dalle maggiori imputazioni e amnistiati dal reato di occultamento di cadavere; la loro madre Francesca Trapani ved. Montalbano di H anni, condannata a 5 anni e due mesi per le stesse colpe riconosciute alla figlia. ' Soltanto Giuseppe La Bella e Lucia Montalbano sono detenuti; gli altri compaiono a piede libero. Giuseppe è difeso dall'avv. Gabri; Lucia Montalbano dall'avv. De Marchi, la madre ed i due figli dall'avv. Delgrosso. La. relazione è svolta dal presidente. Il dott. Ottcllo ricorda che il padre dei Montalbano, Domenico, si impiccò nel febbraio 1058, lasciando la moglie in miseria, con otto figli, l'ultimo dei quali di un anno. Dopo pochi mesi Lucia, che aveva soltanto 17 anni, scappò di casa con Ignazio Sedita, un ambulante di tessuti, e si trasferì ad Empoli. Ma i due si sposarono soltanto nel marzo 1959 perché, nel frattempo, Ignazio fu incarcerato per scontare una condanna a tre mesi per furto. La coppia si stabilì in Sicilia, a Ribera; dopo qualche tempo Sedita tornò in Toscana, per ragioni di lavoro, ma nel luglio fu di nuovo arrestato. La pena fu di S anni. Nel frattempo, a Ribera, Lucia era diventata l'amante di un ' dentista:; certo Millefiori, che l'aiutò ad aprire un negozio di parrucchiera. La relazione durò a lungo e il marito, in carcere, ne venne a conoscenza attraverso uno zio. Quando ormai si approssimava la liberazione di Ignazio, forse temendone la vendetta, Lucia s raggiunse la madre e i fratelli, che già si erano trasferiti a Chivasso. Vivevano in dieci in due camerette e con loro c'era anche Giuseppe La Bella, innamorato della graziosa cugina. Le cause profonde del delitto, secondo il magistrato, vanno ricercate in questi precedenti e soprattutto nel fatto che Lucia aveva paura del marito e non voleva più tornare a vivere con lui. Per primo, nel pomeriggio, viene interrogato Giuseppe La Bella. Il giovane, che durante l'istruttoria si era addossato tutte le colpe, ha cambiato Idea: «Non sono stato io - i dice — ad uccidere Ignazio Sedita. E' stata Lucia, lo ha sgoz j zato con una rasoiata al collo.. Presidente — Di chi era il rasoio? La Bella — Era mio. Di professione io faccio il barbiere. Presidente — Come è avvenuto il fatto? La Bella — C'era stata una discussione. Sedita ci aveva insultati e minacciati. Mi ero scagliato su di lui, rovesciandolo su una branda. Paolo era balzato sopra di me e Francesco mi tratteneva il braccio destro. Non mi potevo muovere. D'un tratto Lucia, con il rasoio, vibrò due colpi al marito. Con uno gli squarciò la gola. "Metti via quei rasoio — Ir dissi —, cosa fai? ". Ma il .sangue, ormai, sgorgava dal l'ampia ferita. Presidente — E le due coltellate al petto, che trapassarono il cuore del Sedita? La Bella — Glie le diedi io, quando Ignazio era già morto Non so nemmeno perché l'ho fatto, non capivo più nulla. Presidente — Perché si è accusato del delitto, in parecchi interrogatori? La Bella — Per salvare mia cugina e mia zia. Mi dissero che ero nelle loro mani, che soltanto io potevo strapparle dalla prigione. Poiché ero minorenne, avrei avuto una conJanna lieve. Presidente — Chi ha fatto a pezzi il cadavere, servendosi di una roncola? La Bella — Sono stato io. Mia zia andò a prenotare e a contrattare il taxi sul quale caricammo le valige per portarle a Savona e gettarle in mare. Ma Lucia, durante il viaggio, cambiò idea. E allora ce ne liberammo nei pressi di Ceva. Anche secondo il racconto di Giuseppe, i due fratelli Montalbano, (Francesco e Paolo) si sarebbero limitati ad aiutare a nascondere il cadavere in soffitta, durante la notte. E non parteciparono al depezzamento, compiuto al mattino. Presidente — Era anche lei amante di Lucia?' La Bella — No, le volevo bene come un fratello. Presidente — E solo per amore fraterno, ammesso anche che lei non sia l'assassino, ha fatto a pezzi un cadavere? E' la volta di Lucia. La giovane donna, come già duraìite il primo processo, è controllata e sicura di sé. < Non posso neanche immaginare — dice — perché Giuseppe mi accusa. Io non ho ucciso mio marito ». Presidente — Ma lei non voleva più tornare con il Sedita. Lucia — Sono cose che si possono anche dire. Ma in cuor mio avevo intenzione di ricostruire la mia famiglia Presidente — In cuor suo? E allora perché, quando suo marito stava per lasciare il carcere, è scappata in Piemonte? Perché non lo ha raggiunto a Ribera? Perché ha telegrafato al suo amante Millefiori dicendogli: « Ignazio mi ha telefonato e mi aspetta domani in Sicilia. Gli ho risposto che partivo, ma ho mentito »? Lucia — Non avevo paura sertcp di mio marito. Anche lui aveva un'amante a Empoli. L'interrogatorio incalza e Lucia, con le sue risposte, non sèmpre convince. Dichiara, ad esempio, che la rivoltella carica trovata nella sua borsetta era del marito e che andò con Giuseppe fino a Ceva, nel tragico e allucinante viaggia, perché il cugino la « trascinò ». Nulla di nuovo si apprende, invece, da Francesca Trapani ved. Montalbano e dai suoi due figli, Paolo e Francesco. Tutto il «clan», naturalmente, conferma la versione di Lucia. Soltanto Giuseppe è colpevole: fu un delitto improvviso e imprevedibile. Stamane, con parziale rinnovo del dibattimento, saranno ascoltati i periti prof Gilli e dott. Neri, il maresciallo dei carabinieri di Chivasso, i coniugi Bogetto e Salvatore Cri- safl, vicini di casa dei Montalbano, l'impresario Bertone, datore di lavoro dei due fratelli di Lucia e il dott. Liffredi, che avrebbe prescritto al La Bella un sonnifero, destinato alla cugina. La battaglia e tra Giuseppe e Lucia: qmst'ultima rischia 30 anni di reclusione. Il processo si concluderà probabilmente lunedì. Gino Apostolo Lucia Montalbano ed il cugino Giuseppe La Bella in piedi al banco degli imputati ieri in Corte d'Assise a Torino. In primo piano, seduti, sono la madre dell'imputata, Francesca Trapani, ed i fratelli Paolo e Francesco