Morto in carcere il medico Lo Verso Uccise la moglie con un'iniezione

Morto in carcere il medico Lo Verso Uccise la moglie con un'iniezione Morto in carcere il medico Lo Verso Uccise la moglie con un'iniezione Stroncato da infarto in un penitenziario siciliano - Aveva 51 anni Fu condannato all'ergastolo nel 1948: si era sempre protestato innocente (Dal nostro corrispondente) Messina. 7 ottobre. (/. d.) E' morto questa notte in una corsia del manicomio giudiziario del «Vittorio Madia > di Barcellona stroncato da un attacco cardiaco il dott. Girolamo Lo Verso, condannato all'ergastolo nel 1948 perché ritenuto responsabile della morte della moglie Sofia Malatto: aveva 51 anni. Girolamo Lo Verso era Aglio di un facoltoso commerciante in tessuti palermitano. Conseguita la laurea in medicina e chirurgia all'Università di Palermo, il giovane medico, in attesa di avere un «suo» gabinetto, iniziò il tirocinio professionale all'ospedale civico della Feliciuzza. Furono quelli gli anni in cui il dott. Girolamo Lo Verso conobbe la donna che doveva diventare sua moglie: Sofia Malato, una ragazza di rara bellezza, conosciuta pare in una festa da ballo fra amici. Nonostante l'imperfezione fisica del giovane (era leggermente claudicante per i postumi di una poliomielite), i due simpatizzarono e il matrimonio si celebrò poco dopo. Alle nozze celebrate nel 1938 sarebbe stata contraria la madre di Sofia Malatto, la quale anche dopo che la casa del giovane medico fu allietata dalla nascita di due graziose barn bine, Carmela e Aurelia, non cessò la sua animosità nei confronti del genero. Il giovane professionista nei turni di guardia all'ospedale civico incontrò Filomena Sarzillo, una giovane « conver sa * che con il nome di « suor Elena » prestava servizio nello stesso luogo di cura. Per questa relazione, che in processo non fu del tutto provata, il giovane medico avrebbe co minciato a trascurare la moglie, frattanto prossima a dive nire madre per la terza volta. E infine egli sarebbe giunto sino alla decisione di uccidere la moglie che morì il 2 maggio 1945 con iniezioni di sublimato corrosivo A denunziare il presunto delitto fu appunto, la madre del la moglie. Le indagini allora svolte portarono alla denunzia e al rinvio a giudizio del giovane medico palermitano. II dott Girolamo Lo Verso negò sempre ogni addebito ma a nulla valsero le sue proteste di innocenza contro le perizie di alcuni illustri clinici. Fu condannato all'ergastolo. Dopo un lungo periodo di permanenza all'Ucciardone, iniziò il lungo peregrinare attraverso i penitenziari italiani. Intanto il padre, malandato in salute, non lesinò mezzi per far tornare il figlio in libertà Il centralissimo negozio dove la Palermo « bene » si recava a fare i suoi acquisti fu dato prima in afiitto e poi venduto proprio negli anni in cui il dott. Girolamo Lo Verso dopo che la Corte d'Assise d'Appello aveva confermato 'ergastolo — aspettava il verdetto della Cort* di Cassazione, che doveva però essere di conferma del carcere a vita. Il medico-ergastolano, che non aveva mai cessato di prò clamarsi innocente, nei lunghi anni di carcere continuò ad accarezzare il sogno della libertà, confortato dall'affetto dei congiunti e soprattutto delle figlie, oggi sposate e madri di tigli. Quattro anni fa, ottenuto il perdono della parte lesa, e cioè dei genitori di Sofia Malatto, Girolamo Lo Verso, tramite i suol legali, indirizzava una domanda di grazia al Capo dello Stato, ma la grazia fu negata. cstenpvddeeisl Gerolamo Lo Verso fotografato pochi giorni fa in manicomio (Telef. A. P.)

Luoghi citati: Barcellona, Messina