Condannato a sei anni e mezzo il giovane che sparò una rivoltellata al taxista

Condannato a sei anni e mezzo il giovane che sparò una rivoltellata al taxista In Assise d'appello la drammatica vicenda di Collegno Condannato a sei anni e mezzo il giovane che sparò una rivoltellata al taxista L'episodio nella notte del 3 marzo '63 - Accompagnata a casa una ragazza, esplose un colpo al taxista, trapassandogli la mandibola - Ai giudici dice: «Sono stato preso da un raptus, non volevo rapinarlo» Le Assise di appello hannoiririesaminato ieri la drammatica vicenda di cui era rimasto vittima, nella notte del 3 marzo 1063, il tassista Antonino Bono, 33 anni. Al posteggio di via Sacchi era stato avvicinato da una coppia, il ventitreenne Albino Crose e la diciottenne Gisella Amato, ballerina di un night-club. I due si erano fatti portare in corso Orbassano 348, dove abitava la ragazza. Salutata l'amica, il Crose era osodinstrsdeplalag risalito nel taxi fornendo due o tre indirizzi nella zona di corso Francia. Finalmente si era deciso a scendere a Collegno, in via Podgora. Una stradetta semibuia, a fondo cieco. Mentre il Bono era chino sul tassametro per rilevare l'importo della corsa, il Crose gli aveva esploso a bruciapelo un colpo di pistola. Il proiettile, trapassala la mandibola, era uscito sotto la tempia provocandogli una grave lesione. Compiuto lo scon- certame crimine, il Crose — che non aveva tentato di sottrarre il portafogli né l'auto al tassista — era fuggito. Con la forza della disperazione, il Bono aveva rimesso in moto l'auto dirigendosi sul corso Francia, dove era stato soccorso e accompagnato all'ospedale. Albino Crose era stato catturato il giorno dopo. Aveva subito confessato, attribuendo il folle gesto ad un raptus che lo aveva assalito all'improvviso. La perizia psichiatrica — effettuata dal prof. Portigliatti e dal dott. Gamma — lasciò qualche dubbio sulle condizioni mentali del giovane, pur non potendo diagnosticare con esattezza la forma di malattia che 10 aveva spinto a sparare senza motivo. Nel primo processo, 11 Crose era stato condannato a 5 anni per tentato omicidio (con l'attenuante della seminfermità) a un anno di ricovero in manicomio e a sei mesi per la detenzione illegale dell'arma. Contro la sentenza aveva ricorso il p. m., dott. Riccardi, contestando la seminfermità mentalo e chiedendo — al processo d'appello — la condanna a 7 anni. Dopo l'intervento del patrono della vittima, avv. Guidi, e le arringhe dei difensori, avv. Chiusano e Zancan — che hanno insistito sulle minorate capacità dell'imputato e chiesto di declassare il reato a lesioni gravi anziché a tentato omicidio — la Corte (pres. Ottello. consigliere relatore Del Pozzo, cane. Quaglia) ha respinto l'attenuante della seminfermità e il relativo ricovero in casa di cura, aumentando la pena a (i anni e 6 mesi. Albino Crose durante la lettura della sentenza - La ballerina Gisella Amato - Il taxista Antonino Bono

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