Michele Dancelli si impone anche nei Giro dell'Emilia

Michele Dancelli si impone anche nei Giro dell'Emilia Una corsa interessante ad oltre 41 di media Michele Dancelli si impone anche nei Giro dell'Emilia N giovane ciclista bresciano supera in un contrastato "sprint" Durante e Bitossi • Respinto dalla giuria un reclamo di Durante - Per il vincitore si tratta del dodicesimo successo stagionale, oltre alla conquista del titolo italiano Un coraggioso tentativo in discesa di Zilioli • Giovedì la rivincita sulle strade piemontesi con la "corsa di Coppi" (Dal nostro inviato speciale) Baganzola, 4 ottobre. Anche a Baganzola, sul traguardo del Giro dell'Emilia, ha vinto Dancelli, proprio come se il campione d'Italia volesse dimostrare che la sconfitta dì giovedì scorso, nel Giro del Lazio, null'altro fosse che un colpo di sfortuna, una giornata grama, quasi la conseguenza di una semplice distrazione, Con 11 nuovo successo, il ruolino di marcia del giovane bresciano diventa di eccezione, dodici trionfi dal principio dell'anno sino ad oggi, si può ben dire che, in caso di arrivo in volata a ranghi non troppo folti, Dancelli più non trovi rivali capaci di contrastargli il passo e, nel Giro dell'Emilia, il ragazzo della Moltenì ha offerto una ennesima dimostrazione della sua superiorità, stavolta condita da una furbizia e da una freddezza notevoli. Perché s'è trovato, a testa a testa, contro Durante, vero specialista dello sprint, ed allora Dancelli è partito lungo prendendo alla svelta il comando e resistendo alla disperata controffensiva dell'atleta veneto, il tutto condotto sul filo sottile che divide la regolarità dall'irregolarità. Il cam- pione d'Italia, infatti, s'è spo stato insensibilmente dal cen tro della strada verso il borddi destra, e vien voglia di dirche s'è spostato con garbsenza uno di quei zig-zag chgli sarebbero costati una certsqualifica. A rigor di logicDurante, a nostro avviso, ancora aveva lo spazio per pasare, ma, in casi del genernessuno è tanto pazzo da rschiare la pelle e, sia pur dpoco, rallenta. 11 ritmo dell'azione. A cose fatte, si limita protestare. E cosi s'è compotato Durante. Proteste (vebali) contro Dancelli, rese uficiali dal reclamo presentada Baldini, direttore sportivdella Ignis. Un reclamo pltonico, che la vittoria è rmasta a Dancelli, fiero, sodisfatto, pazzo di gioia, dmomento che il bresciano costruito a modo suo, e più successo sembra difficile, pesplode la sua < grinta > un'incredibile c grinta > tradota in smisurato desiderio trionfo. Oggi, inoltre, Dancelli gdoveva essersi messo il cuoin pace, la corsa, dopo appenuna ventina di chilometri, avva preso un volto ben definigrazie ad una fuga che paretale e quale alla fuga risoltrice dei « mondiali » a SaSebastiano. Era scappato Bamamlon e al canavesano srano aggiunti Sabbadin e Machi. Quindi altri tredici avevno coronato l'inseguimento i tredici erano Partesotti, Csalini, Giuseppe Grassi, Lorezi, Mazzacurati, Martelli, DPrà, Danilo Grassi, TagliaMannucci, Zanin, Durante Balletti. Sedici, in tutto. Cletteralmente volavano, di ta o e , e a , , i a o o l è l ù — i à e a eo a un lecad ane i, e e n¬ to in tanto persino sfiorando i 48 di media ed il gruppo, nonostante l'impegno di Motta, perdeva inesorabilmente terreno. Dopo una sessantina di chilometri, i sedici presero un boccone di fiato e vennero raggiunti da Bongionl, Beraldo, Schiavon, Poletti, Andreoli ed Ambrogio Colombo e furono quindi in ventidue ad affrontare all'avanguardia la salita della Stella. Una salita dura, lunga, con qualche tratto sterrato, il campo ideale per gli scalatori puri. Ma, in pratica, servì a poco o a nulla. La pattuglia di testa si ruppe in tanti drappelli che poi si riunirono in discesa (ad eccezione di Poletti e Tagliani) ed il groBso, dal più al meno, conservò sempre lo stesso ritardo, all'incirca sui tre minuti. La strada del Giro dell'Emilia, ottimamente organizzato dai colleghi di « Stadio », tornava in pianura, i fuggitivi spremevano energie, il loro vantaggio ammontava a quattro minuti. Poi, allorché sembrava che nulla più dovesse cambiare, ecco, di punto in bianco, la situazione mutar di colpo, in modo brutale. Capitò su una seconda salita: i Mille Pini. Una salita traditrice, dava l'impressione di essere dolce, ed invece non lo era, dava l'impressione di do' ver finire dopo una curva, ed invece continuava implacabile con un nuovo strappo. Parecchi dei ciclisti al comando avvertivano i morsi della stanchezza, e, alle loro spalle, fu Motta a rompere gli Indugi con Massignan e Galbo. Il gruppo, condotto da Zilioli reagì all'offensiva del brianzolo, quindi venne il turno di Dancelli, seguito da Poggiali, i due, con poche secche pedalate, si portarono sugli uomi ni di testa. Si accese una schermaglia vivacissima, con tutti i favoriti di scena a tentare la sorpresa. Sulla cima, la violenta battaglia aveva sfoltito i ranghi e in dieci transitarono per primi. C'erano — dei compo nenti la pattuglia dei fuggitivi — Balmamion, Schiavon, Zanin, De Prà, Colombo e Durante, ai quali si erano accodati Dancelli, Motta, Zilioli e Poggiali. La discesa conduce va a valle verso Salsomaggiore e qui Zilioli giocò la carta dell'audacia. Ci fermammo in uno spiazzo. Italo — tallonato da De Prà — piombò come un bolide; a 200 metri venivano Dancelli, Balmamion, Poggiali, Motta, Colombo, Durante ed Armani che, con una lezione d'alta acrobazia aveva opera to un fantastico inseguimento. Mancavano al traguardo circa 35 chilometri,- troppi perché il tentativo di Zilioli riuscls se. Italo rallentò il ritmo e, in breve si raggrupparono al meno quaranta corridori. La calma, però, durò poco. Dieci venti, cento brusche accelerazioni diedero lo spunto per una fuga, ma i quaranta re starono compatti. Poi filò via Dancelli, con Durante a meta. Mealli, Zandegù, Vigna, Schiavon e Mannucci trovarono la risposta pronta, cento metri dopo anche Bitossi ebbe l'impennata del fuoriclasse pure lui fu nel gruppetto del campione d'Italia. Otto, a pi giar come pazzi sui pedali. Per gli altri suonava l'ora della resa. Tra gli otto, fior di velocisti una volta tanto il successo d Dancelli era in dubbio. Ma bresciano, con l'argento vivo nelle vene, non perse la bat tuta. Scattò ai duecento me trdudlie Ml'trbchbT tri. Allargò di quel tanto da disorientare Durante. Vinse di un soffio, ma vinse. Dietro i due, nell'ordine, Bitossi, Mealli, Vigna, Zandegù, Mannucci e Schiavon. A 2'40" il gruppo. Media da applausi: 41,395 all'ora sui 267 chilometri del tracciato. Qualche protesta — già l'abbiamo detto — di Durante, che, appena guarito dalla broncopolmonite buscata al Tour, sognava una afferma¬ zione che gli tonificasse il morale nella sua lenta ripresa dell'attività agonistica. Con le proteste di Durante, i sospiri abituali degli sconfitti Che stavolta hanno però a portata di mano un'occasione per «vendicarsi»: giovedì, da To rlno a Castellarne si disputa la « corsa di Coppi ». Per i battuti di oggi è l'ideale. Dancelli, fin d'ora, accetta la sfida Gigi Boccacini Dancelli (al centro) supera allo sprint Durante (a sinistra) e Bitossi: il Giro dell'Emilia è suo (Telefoto)

Luoghi citati: Emilia, Italia, Lazio