Un esercito corrotto e disunito guidato da un generale intrigante

Un esercito corrotto e disunito guidato da un generale intrigante Il ruolo dì Nasution nella controrivoluzione Un esercito corrotto e disunito guidato da un generale intrigante In Indonesia, quando le forze armate «si muovono» od i comunisti alzano un poco la voce, il primo personaggio di cui si parla è il generale Nasution, ministro della Difesa: Abdul Haris Nasution, ovvero l'anticomunista militante ed il fautore di un esercito forte. La sua carriera di nazionalista di destra comincia brillantemente, ma subisce di improvviso un'eclisse che dura tre anni. Nel 1952 Nasution avrebbe avuto un ruolo di rilievo in una sommossa militare diretta contro Sukarno o piuttosto contro il parlamentarismo che, bene o male, sopravviveva ancora in Indonesia. In ottobre, durante una grande manifestazione cui partecipa anche l'esercito, un lungo corteo marcia sul palazzo presidenziale chiedendo a Sukarno di sciogliere il Parlamento. " Il « padre della patria » trae profitto dalla situazione, ma Nasution — che è già generale e capo dello Stato maggiore — perde ogni comando. Dovrà attendere il 1955 perché Sukarno lo reintegri nell'incarico. La situazione del paese peggiora consentendo a Nasution di tornare alla ribalta in primo piano. Il malcontento popolare cresce nel '56 e nel '57, il governo è impotente contro il caos economico e politico. Nasution appoggia Sukarno quando il < padre » sopprime le istituzioni democratiche e dichia¬ ra che l'Indonesia ha bisogno di una guida. La legge marziale proclamata nel '57 gli fornisce l'occasione per prendere in mano le leve del coniando normalmente riservate ai civili. L'esproprio dei beni olandesi aumenta ancora indirettamente il suo prestigio: Nasution è il capo di un esercito che, non contento di pesare sulle decisioni politiche, si scopre una funzione economica: alti ufficiali sono posti alla guida di imprese nazionalizzate, ciò ohe per le forze armate è una fonte di corruzione. Nasution, che è onesto, lo sa; ma quando Sukarno tenta di far arrestare alcuni colonnelli vicini a Nasution (ì quali approfittano troppo della loro situazione), il capo di Stato maggiore imprigiona il giudice incaricato dell'inchiesta. La « rivolta dei colonnelli », nel 1958, è per Nasution un'altra occasione per servire lo Stato e nello stesso tempo accrescere il suo prestigio personale: l'esercito non è affatto unito, e Nasution per tre anni non esita a schiacciare le ribellioni. Parallelamente, la situazione politica evolve a Giakarta nel senso che egli auspicava da tempo: la « democrazia guidata » lascia poco spazio alla libera discussione, i partiti hanno sempre meno le mani libere. Ma Nasution vede con terrore rafforzarsi il partito comunista di Aidit. Preme perché sia messo al bando, per convinzione e perché ne teme non senza ragione l'influenza su Sukarno. Pensa inoltre che Aidit, circostanze aiutando, non potrà non reagire contro il potere politicoeconomico che i militari si sono arrogati. Sbaglia tuttavia il calcolo ed il partito comunista indonesiano diventa insieme l'unica organizzazione di massa del paese ed una forza sulla quale Sukarno si appoggerà sempre di più. Ciò malgrado, l'esercito approfitta delle nuove istituzioni create in seno alla « democrazia guidata »: gli si riconosce il ruolo di quei « gruppi funzionali » che sono chiamati a rappresentare la nazione nei molteplici « consigli » di cui si circonda Sukarno. La campagna per la conquista della Nuova Guinea conferisce una grande potenza a Nasution: le forze armate si modernizzano ed al suo capo non sono negati 1 finanziamenti necessari. La posizione personale di Nasution declina negli ultimi anni: Sukarno manovra per prendere direttamente in mano le leve di questa potente organizzazione. L'abolizione della legge marziale è dispiaciuta fortemente a Nasution. Ma il suo più grande scacco è l'ascesa del partito comunista, l'amicizia pubblicamente ribadita tra Sukarno ed Aidit, i viaggi del Presidente a Mosca ed a Pechino. Jacques Decornoy Copyright di « le Monde » e per l'Italia de «La Stampa»

Luoghi citati: Giakarta, Indonesia, Italia, Mosca, Nasution, Nuova Guinea, Pechino