Quaranta giorni alla «riformatrice» che a Cuneo offese la Curia romana

Quaranta giorni alla «riformatrice» che a Cuneo offese la Curia romana La condanna dopo breve riunione del tribunale Quaranta giorni alla «riformatrice» che a Cuneo offese la Curia romana La sessantenne Maria Francesca Silvestro era accusata di vilipendio della religione cattolica e dei ministri del culto - Rese pubbliche le sue critiche con manifesti affissi ai muri della città • I giudici le hanno concesso tutti i benefici di legge: l'imputata è ricorsa in appello (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 1 ottobre. Un mese e dieci giorni di reclusione con tutti i benefici di legge: questa la sentenza di condanna pronunciata oggi dal tribunale di Cuneo nei confronti di Maria Francesca invernizzi in Silvestro, la signora cuneese sessantenne che pretende di riformare il orir\™hteleaclezrnestianesimo, e la religione cat-\ tolica in particolare. Vimpil¬ ildmtata, riconosciuta colpevole di vilipendio della religione cat-\ toltele deA ministri del culto, sHa esciamdto: '« Sono stata col-\spita nelle cose dello spirito: I fper me è come una condannalaa morte ». Dopo essersi con saltata con i difensori per ri rsvl'cmbdcncamsgntrtscorrere in appello, la « riformatrice » ha lasciato l'aula col marito, il geom. Paolo Silvestro. La signora Invernizzi era stata rinviata a giudizio per direttissima nel gennaio 1963 in seguito a denuncia dell'autorità di P.S., che aveva sequestrato due giornali murali affissi sotto i portici di via Roma. Sottoposta a perizia psichiatrica su decisione dei giudici ouneesi, dinanzi ai quali era comparsa per la prima volta nel febbraio '63, l'imputata fu riconsciuta sana di mente. Al primo processo, nel giugno 1961,, il dibattito fu sospeso per sottoporre al giudizio della Corte costituzionale l'eccezione di incostituzionalità dell'art. 1,02 del Codice penale, che punisce il vilipendio della religione cattolica, sollevata dalla difesa. L'eccezione fu respinta con la motivazioneche la condizione di maggior privilegio attribuita dal Codice alla religione cattolica è dovuta al fatto che questa è la religione professata dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Oggi, al nuovo processo l'imputata ha letto una breve dichiarazione: «Sono qui per essere giudicata, e la mia missione trova conferma in questo fatto: essa dovrà condurre ia| società verso la conoscenza!della verità. Sono convinta dìladempiere un dovere, che mirai usMcoe o l a ù al miglioramento spirituale ed è solamente la speculazione in questo campo che vilipende la religione nel suo vero signi-1 Acato, spezzandone il legame I tra l'uomo e Dio. Quanto alle frasi incriminate,'mi permetto]di dire che esse non devono esser prese di per sé ma occorre tener presente tutto il testo per comprendere come esse trovino glustitìcazione senza peraltro dover essere ingiuriose. Con le stesse io intendevo criticare tutte le ten¬ .lenze materialistiche che pur-jtroppo in passato e anche oggi si sono manifestate non sol- tanto nella Chiesa cattolica!ma in tutte le Chiese... ». : „ , . , .. i Presidente — Badi, signora, che non stiamo facendo il prò cesso alle sue idee. Se ho ben capito, lei non voleva vilipendere la religione cattolica. Imputata — Nel modo più assoluto! La verità non è vilipendio; divulgare le proprie idee non significa oltraggiare. Presidente — Tuttavia, con il manifesto Incriminato mi -|cerdoti assolvono anche gli as-jsassinl, purché paghino! \ Nella requisitoria il P. M pare che lei sia andata oltre!il diritto di professare e prò- pagandare la sua religione. Imputata — Ma lo ho uno spirito materno... Pubblico Ministero — Mal-1grado ciò lei afferma che i sa-I ™^*^_™?%™j'™*??' ha preso le mosse dalla sen-t tenza della Corte costituzione-[dle, che ha sancito la piena ; caderenza dell'art. 1,02 ai prin-iscipi della Carta costituzionale, per sostenere la colpevolezza dell'imputata. Il dott. Squarotti, dopo aver affermato che nella fattispecie non poteva essere applicata la discrimi ila concluso chiedendo la con danna della Invernizzi a otto mesi di reclusione. {' t>rim° difensore, avv. To s«g'« sostenuto stBn*,a. d,el di «"W*o scltsqstsens('insussi-1e ferc''° amputata si sarèbpe toa*?*» a ramentc soggettive. Il difensore ha ricordato che la Invernizzi proviene dalle file dell'Azione Cattolica, affermando che ella sarebbe stata presa di mira per aver denunciato pubblicamenti «certi peccati». Il difensore ha concluso invocando l'assoluzione quanto meno per insufficienza di prove. L'avv. Del Piaz ha affermato che l'art. 1,02 è una. norma anacronistica che, nell'ordinamento giuridico attuale, ha scarsa rilevanza. Ha poi aggiunto che se si dovessero punì ■ tutti coloro che commettono reati di vilipendio della religione si dovrebbero costituire sessioni speciali per perseguire falangi di imputati. Scvftac■ 11111:1 ' ' i r 111111 ( 11 11 ; 11,' : ì j 11111 [ 111 l 1111 r ; 11 > 1111 ?' -t «Se la signora — egli ha -[detto — avesse scritto quelle a ; cose per le quali è imputata n-isu quei giornali che pubbli- azae a i n o o o sono all origine di scismi e ri- cano materiale altamente po lemico con la religione, il fat to sarebbe passato forse inosservato e lei non sederebbe su quel banco. Se la sua crisi spirituale l'ha portata ad attaccare il materialismo che serpeggia in campo religioso e il "sacerdote-mercenario", non mi pare abbia fatto una scoperta eccezionale: vi sono i-1esempi storici, a tutti noti, che e torme nnlo di bIl oee. to a tidianamente il vilipendio del aa guta irin seno al cristiane Simo ». L'avv. Del Piaz ha aggiunto che l'articolo incriminato non va considerato nelle singole frasi ma nell'insieme del contesto, sulla cui validità si pub anello dissentire. Ha cosi concluso: «La signora Invernizzi è una credente convinta, che non può essere messa sullo stesso piano di chi effettivamente vilipende o esalta quo- la religione senza essere perseguito ». La sentenza è stata pronunciata alle 12.15, dopo mezz'ora di permanenza dei giudici in camera di consiglio. In serata la signora Invernizzi ha flr moto il ricorso in appello. n. m. > 11111 r 1111 r r 11 [ i, 11111 r : 11 ! 111111 t 11m11111111111111111 f 111111 Maria Francesca Invernizzi, ieri in aula a Cuneo

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