L'Internazionale liberale per una grande comunità atlantica

L'Internazionale liberale per una grande comunità atlantica Concluso il congresso di Stoccolma L'Internazionale liberale per una grande comunità atlantica Il documento finale (approvato da diciotto partiti) condanna il « ristretto nazionalismo » della Francia ed auspica una più ampia collaborazione tra Europa e Stati Uniti (Dal nostro corrispondente) I Stoccolma, 29 settembre. Si è concluso oggi a Stoccolma il congresso dell'Internazionale liberale, della quale è presidente l'on. Malagodi. I diciotto partiti liberali appartenenti all'Internazionale hanno deciso di tenere un nuovo congresso l'anno prossimo a Copenaghen e il tema principale da discutersi nella capitale danese sarà: « Le funzioni e i limiti della programmasione pubblica in una società libera ». Nel convegno di Stoccolma si è raggiunto l'accordo sul concetto fondamentale che la forza politica, spirituale e militare dell'Occidente è indispensabile per l'attuale equilibrio del mondo libero, e che se questa venisse meno ci si awie rebbe sicuramente verso si stemi dittatoriali che soffocherebbero dovunque le libertà d'azione e di pensiero. L'Internazionale liberale ha preso una netta posizione a favore dell'Alleanza Atlanti ca, e di fronte alla minaccia di De Gaulle ha raccoman dato ai vari partiti europei di adoperarsi in ogni senso perché l'Alleanza sia prolungata oltre il 1969. Dice testualmente il do cumento approvato al termine del convegno: « Di fronte alla minaccia di una rottura dei legami fra l'Europa e gli Stati Uniti e di un ritorno alla concezione anacronistica di una politica puramente nazionale, l'Internazionale liberale riafferma la sua convinzione che una cooperazione e una stretta associazione in seno al mondo atlantico sono indispensabili e debbono essere mantenute nel prevedibile avvenire e molto al di là del 1969. « Gli scopi dell'Alleanza Atlantica sono conformi ai principi della Carla dell'Onu. Assicurando la difesa e la libertà dei suoi membri, essa costituisce inoltre una base per la sicurezza ^.le speranze delle altre nazioni che difendono la loro libertà ovi aspirano. «.Poiché la sfida comuni* sta non è soltanto di natura militare ma anche politica, la condizione principale per fronteggiarla su tutti i piani è la cooperazione fra gli Stati Uniti e l'Europa Occidentale. Questa cooperazione deve comprendere politiche concertate e adattate alle esigenze variabili di un conflitto le cui dimensioni sono mondiali come dimostra la politica comunista in Asia, in Africa e altrove ». Più oltre il documento dichiara, in aperta polemica con le posizioni della Francia: «L'Internazionale liberale è convinta che un ristretto nazionalismo non può essère considerato un principio valido né nei problemi mondiali né nella grande impresa della unificazione europea. Tutte le possibilità e cooperazioni ed integrazioni debbono perciò essere esplorate. Occorre opporsi a tutti i tentativi che mirano a dissociare le comunità europee attualmente esistenti. Un nuovo e grande sforzo deve essere tentato per superare le pericolose divergenze che esistono fra il Mercato comune e l'Efta (la zona di libero scambio). I trattati di Parigi e di Roma fatino delle comunità europee un nucleo dinamico per la cooperazione economica europea ». «/n tale quadro l'Internazionale saluta con soddisfazione la posizione positiva presa dal Congresso 1965 del partito liberale inglese che domanda la piena partecipazione della Gran Bretagna nello sviluppo dell'Unità europea. L'armonizzazione delle politiche del Mercato comune e dell'Efta e la soppressione degli ostacoli agli scambi e alla cooperazione economica fra tali organizzazioni sarebbero importanti in se stesse. Esse potrebbero anche migliorare le prospettive di un allargamento del Mercato comune attraverso la partecipazione e l'associazione delle Nazioni desiderose di cooperare, comprese quelle che si trovano in una posizione particolare che impedisce loro una partecipazione totale ». Il presidente dell'Internazionale, on. Malagodi, ha rilevato che le forze del liberalismo rappresentano in tutto il mondo una corrente ddpdts dì avvenire. In Italia, ha detto, esistono i presupposti per una maggiore influenza dell'idea liberale sulla politica italiana, in quanto il1 liberalismo si sta dimostrando sempre più come la sola forza capace di affrontare e risolvere i problemi economici dell'Italia. Riguardo alla Gran Bretagna, Malagodi ha rilevato che i liberali inglesi si opporranno con tutte le forze possibili a qualsiasi nazionalizzazione, pur riservandosi di votare a favore del governo nel caso che questo proponga delle misure positive per risolvere la crisi economica che travaglia il paese da quando i laburisti hanno vinto le elezioni. Wilson, ha detto Malagodi, non vuole scendere a patti con i liberali, e ciò porterà fatalmente a una nuova consultazione elettorale, che potrebbe tenersi prima del previsto, e questo anche perché in Gran Bretagna l'influenza del partito liberale sul paese è tutt'altro che da sottovalutare, avendo ottenuto nelle ultime elezioni voti dal 12 per cento dell'elettorato. Walter Rosboch

Persone citate: De Gaulle, Malagodi, Walter Rosboch