Un Vescovo dice: la Chiesa deve permettere nuove nozze allo sposo (o sposa) abbandonato di Filippo Pucci

Un Vescovo dice: la Chiesa deve permettere nuove nozze allo sposo (o sposa) abbandonato Al Concilio clamoroso intervento dell'egiziano mons. Zoghby Un Vescovo dice: la Chiesa deve permettere nuove nozze allo sposo (o sposa) abbandonato E' disumano, ha aggiunto il presule, che un giovane o una ragazza, lasciati soli nel fiore degli anni,,non possano rifarsi una vita - «Chiedendo loro di rimanersene per sempre in casta solitudine, noi pretendiamo.un eroismo che può sconfinare nella psicopatia» - Il discorso provoca grande emozione: «L'Osservatore Romano» ne dà notizia in poche righe, senza commenti (Dal nostro corrispondente) Città del Vaticano, 29 sett Animazione intensa oggi intorno al Concilio: non solo perché sono tornati alla ribalta i problemi connessi alla famiglia e alle nascite, ma per un intervento che è scoppiato nell'aula inatteso e sorprendente. Il Vicario patriarcale dei melchiti d'Egitto, mons Elias Zoghby, ha chiesto che l'indissolubilità del matrimonio in vigore nella Chiesa Romana lasci il passo, in via eccezionale, a legittime nuove nozze, quando sposi in giovane età vengano abbandonati dal rispettivo coniuge in modo definitivo. Il Concilio di Trento aveva sentenziato che fosse anatema per chiunque cercasse, di ambiare la dottrina della Chiesa sul matrimonio, ma mons. Zoghby non ha tenuto conto di questa prescrizione, puntando l'attenzione su un problema indubbiamente grave ed umano. Da qualche parte ed in determinati ambienti il suo intervento è stato addirittura giudicato eretico, ma è un fatto tuttavia che esso può apparire anche giustificato da una casistica sempre più diffusa nel campo dei cosidettì «matrimoni sbagliati >. < Vi è un problema ancora più angoscioso di quello sulla limitazione delle nascite — ha detto — ed è quello del coniuge innocente che nel flore della giovinezza si viene a trovare definitivamente solo, per colpa dell'altro... Cosa gli resta da fare? Si reca dal parroco o dal vescovo e si sente dire: " Non posso fare niente per te. Prega e rassegnati alla continenza per tutta la vita " L'applicazione di questo consiglio presuppone virtù rare e non è fatta per tutti. Col risultato che il giovane si trova costretto a contrarre una nuova unione, illegittima, fuo ri della Chiesa, per non dive nire nevrastenico ». Mons. Zoghby ha domandato, a questo punto, se la Chiesa « abbia il diritto » di rispondere ai giovani sposi rimasti abbandonati « Sbrigatela da solo, non ho soluzioni per il tuo caso » o piuttosto non debba adottare nei loro confronti rimedi eccezionali. Monsignor Zoghby ha citato, a sostegno, la tradizione dei Padri della Chiesa greca, lo stesso Sant'Ambrogio, ha sottolineato che mai nelle Chiese orientali la dottrina tradizionale ha voluto privare il coniuge, innocente e abbandonato, del diritto di sposarsi nuovamente, e che questa stessa dottrina, d'altra parte, non fu mai riprovata dalla Chiesa di Roma nei primi dicci secoli dell'ora cristiana, quando Roma e Oriente godevano della perfet ta unione. «I Padri orientali — ha af fermato il cinquantacinquenne presule egiziano — non sono certo meno bravi di quelli del la Chiesa occidentale ». Quin di ha osservato come la Chiesa di Roma si affidi invece nelle cause di nullità matrimoniale, ad una «casistica sottile che sfiora l'acrobazia» per la ricerca di impedimenti capaci di viziare la validità del vincolo. Non si può impedire però che da tale atteg giamento risulti talvolta un danno per le anime: accade per esempio che dopo dieci o vent'anni di vita matrimoniale si scopra un « impedimento di affinità » che. permette di risolvere tutto. I giuristi trovano ciò naturale e normale ma i fedeli ne sono sovente stupefatti e persino scandalizzati. Questa sera L'Osservatore Romano riferisce. in poche ri glie l'intervento di mons. Zogh by, secondo il racconto forni to dagli organi conciliari, e non lo rita affatto in sede di commento alla congregazione generale odierna, come fa invece per varie altre relazioni Il cardinale Rufflni si è richiamato alle direttive in campo matrimoniale della « Casti cònnubii*' di Pio XI per respingere l'uso di qualsiasi pre parato anticoncezionale: *Nes suno ignora — ha esclamato — quanto facilmente possano sorgere esitazioni ed ansietà nei coniugi, anche onesti e religiosi, non solo riguardo alla discussa pillola insulsamente definita "cattolica", sulla quale il Papa ha avocato a sé ogni decisione, ma circa la vita coniugale in genere... Non si prepari una facile strada alle intemperanze della libidine...». Il cardinale Suenens ha proposto che si lanci un appello agli studiosi di tutto il mondo perché, come si fa per altri aspetti della scienza, dedichino tutti i loro sforzi alle ricerche nell'ambito della vita sessuale, soprattutto coniugale. « E' necessario conoscere meglio le leggi della fecondità umana, le leggi psicologiche della padronanza di se stessi, soprattutto del condizionamento dei riflessi »: è un invito che dovrebbe essere una parola d'ordine per le università cattoliche. Intanto i conciliari sono stati invitati a votare su alcuni emendamenti apportati allo schema sui doveri pastorali dei vescovi, tutti passati a grandissima maggioranza. Tra di essi era anche il paragrafo lo, con l'approvazione del quale (voti 2a.>,l contro 5$ negativi ed un solo nullo) il Vaticano II Ita sancito il principio della internazionalizzazione della Curia romana e del personale diplomatico della Santa Sede: stabilisce infatti il paragrafo in questione che « i membri della Curia siano reclutati ancor più che in passato nelle diverse regioni del mondo * e che lo stesso principio debba estendersi « ai Nunzi e ai Delegati apostolici*. Filippo Pucci

Persone citate: Elias Zoghby, Pio Xi

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Egitto, Roma, Trento