Perché le opere sulla religione in Italia sono lette cosi poco
Perché le opere sulla religione in Italia sono lette cosi poco Una collana di studi religiosi iniziata in quésti giorni da un editore laico Perché le opere sulla religione in Italia sono lette cosi poco La casa editrice « Il Mulino » ha iniziato una collana di studi religiosi pubblicando i primi tre volumi: «L'ortodossia» di Paul Evdokimou, un ortodosso russo che insegna teologia all'istituto San Sergio di Parigi; «Cristo e il tempo » di Oscar Cullmann, uno dei pia autorevoli pensatori protestanti, nato a Strasburgo ed ora docente alla Sorbona; «Il tempo della Chiesa» di Heinrich Schlier, pastore e teologo tedesco, convertitosi al cattolicesimo da poco ed attualmente insegnante di letteratura cristiana antica alla Università di Bonn. Sono onnunciati altri quattro volumi, tutti di studiosi stranieri. All'estero — in Germania e in Francia specialmente, ma anche in Inghilterra e negli Stati Uniti — gli studi di religioìie sono molto più, diffusi che da noi. In Italia, paese cattolico per statistica, si insegna religione anche nelle scuole di Stato, ma i risultati sono scarsi. C'è una diffusa ignoranza. La cultura laica dichiara apertamente il suo disinteresse, se non ti suo disdegno. Crede soltanto nelle forze dell'intelligenza umana e non vuoi occuparsi di una rivelazione divina che considera indimostrabile. E nel campo dei fedeli c'è una eerta pigrizia. Solo in Fino a poco tempo fa c'erano Vescovi che invitavano alla cautela nel prendere visione di opere « dove può nascondersi l'errore» - Ora si riconosce, anche da noi, la necessità di approfondire di più le ragioni della propria fede I questi ultimi tempi si nota un promettente risveglio. Tre anni fa, un settimanale cattolico torinese aveva co?idotto un'inchiesta sui libri maggiormente venduti per Natale, e quelli di religione (escludiamo i soliti racconti per bambini, che- sanno di favolai erano pochi. La constatazione provocò una polemica con interventi di laici, di sacerdoti, di vescovi. Chi diceva che in Italia si legge poco di religione, perché essa è sentita purtroppo come abitudine, non come impegno di vita che dev'essere mantenuto con costante lotta. Chi sosteneva invece che bisogna andar cauti nel leggere, soprattutto gli autori stranieri, per non correre il rischio di cadere in errore. In fondo, affermavano costoro, noi possediamo la verità, abbiamo un San Tommaso con la sua Summa, un magistero che pensa e risolve per noi. Gli scrittori impegnati, francesi e tedeschi, sovente in tanta ricchezza hanno qualcosa di pericoloso. Ammoniva un vescovo: « Chi di voi berrebbe un ottimo liquore sapendo che contiene una goccia di veleno? ». Intervenne mons. Pellegrino, il nuovo arcivescovo della diocesi torinese, con parole molto ferme. Le verità /issate per BiueJa«ion« sono poche, il resto è oggetto di ricerca umile, appassionata, sofferente. Cè molto di opinabile in religione, guai a chi si sente superbo. Sono parole che numerosi Padri hanno ripetuto al Concilio per esortare i cristiani allo studio profondo, e per ricercare tra le varie Chiese una novella comprensione. I tre volumi pubblicati da tll mulino> contribuiscono a chiarire la posizione dei cattolici, degli ortodossi, dei protestanti. Sono tutti e tre di alto livello scientifico, con ampie e chiare introduzioni che rendono agevole la loro lettura anche ai non specialisti. In Cullmann ed in Schlier c'è uno sforzo onesto per un comune discorso sull'ecumenismo. In Evdokimov forse prevale la preoccupazione di far risaltare i punti di contrasto che non si riducono soltanto alla supremazia papale ed al famoso t filioque » del credo apostolico che si studia in liceo. Cullmann e Schlier fanno parte di quella minoranza della Chiesa evangelica che si oppose al trionfante nazismo e pagò con le persecuzioni la propria intransigenza. Nel volume dello Schlier c'è un saggio sullo Stato nel Nuovo Testamento, dov'egli spiega i motivi che rendono impossibile ad un cristiano di accettare il totalitarismo. Lo Stato, scrive, ha il compito di assicurare una vita ciuiie, degna e pia. Quindi deve lasciare ai cittadini la libertà di pensiero e di espressione. In compenso i cittadini gli debbono ubbidienza e, se cristiani, devono accettarlo come espressione della volontà di Dio. Il cattolico Schlier fa sua la risposta di Calvino a chi chiedeva se si deve pregare anche per i cattivi governanti: < Dobbiamo rivolgere le nostre preghiere perché essi, guidati da Dio, ridiventino per noi servi di quel bene di cui prima ci hanno defraudato ». Ma se lo Stato supera i limiti « di conservare in buon ordine la convivenza storico naturale degli uomini » e pretende di imporsi in maniera assoluta, ossia li costringe a riconoscerlo quale unico e vero fondatore della loro vita, scordando «di non essere e di non possedere la verità », allora al cristiano non rimane che il rifiuto ed accettare tutte le conseguenze che ne derivano. Come i primi cristiani che morirono per non offrire un sacrificio al genio dell'imperatore. Cullmann è sulla stessa linea. Nel 191,1 — in pieno dominio nazista — acriveua che la Chiesa coadiuva lo Stato in tutti i compiti che esso svolge al servizio dell'uomo; ma qualora esso travalichi i suoi limiti e impedisca la piena libertà di religione, la Chiesa deve opporgli resistenza e ritenerlo decaduto. In questi studiosi di religione la teologia non è una scienza arida, ma acquista forza di vita. In essi si sente l'esigenza di un ritorno all'unità dà cristiani, e nello stesso tempo la sofferenza per la consapevolezza delle tremende difficoltà. Cullmann è uno dei primi protestanti invitati a seguire il Concilio da Giovanni XXIII. E' a Roma anclie per la sessione in corso. Ha scritto che lo studio del Nuovo Testamento lo convince ohe < la nostra separazione è uno scandalo ». Eppure proprio il suo impegno di studioso e la coscienza die l'uomo non può mai abdicare alla propria intelligenza non gli permettono di intravvedere per ora una riunione delle chiese. Giovanni Trovati (Paul Evdnkimov, L'ortodossia, Ed. Il Mulino, Bologna, pagine 535, lire 4000 - Oscar Cullmann. Cristo e il tempo, Ed. Il Mulino, pagine 294, lire 3O00 - Heinrich Schlier. Il temp'1 della Chiesa, Ed. Il Mulino, pagine 529, lire 3500)
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