A sette giorni dalla morte del pasticciere ancora nessun indizio sul «giallo» di Chivasso

A sette giorni dalla morte del pasticciere ancora nessun indizio sul «giallo» di Chivasso A sette giorni dalla morte del pasticciere ancora nessun indizio sul «giallo» di Chivasso Il superstite dell'oscuro episodio sta per lasciare l'ospedale completamente ristabilito - Ha ancora paura e vorrebbe dimenticare tutto - li geometra che offri la birra continua a ripetere: « Forse ero io il bersaglio dell'assassino » (Dal nostro inviato speciale! Chivasso, 28 settembre. Sono ormai sette giorni che Luigi Cavatore è stato ucciso dalla birra, forse avvelenata, bevuta al Caffè della Posta di Chivasso. Sette giorni sono passati, e nulla è ancora accaduto che lasci intravvedere una prossima soluzione del «giallo ». Una settimana non è molto, se confrontata con i sessanta giorni chiesti in un primo momento dai periti (cui è stato concesso un mese di tempo) per compiere le analisi chimico-tossicologiche necessarie alla individuazione del veleno che ha fulminato Luigi Cavatore. Ma in una settimana, purtroppo, tante prove possono essere fatte .sparire, tanti particolari di quella tragica sera possono essere fatti dimenticare. Chi non dimentica è Virginio Trivero, il panettiere sopravvissuto dopo aver bevuto la birra insieme all'amico pasticciere e dopo averlo visto rantolare, in fin di vita, sotto i portici di via Torino. « Adesso — confessa — ho il terrore di stare con certe persone da solo. Spero proprio di poter dimenticare, ma non so se ci riuscirò ». I carabinieri di Chivasso continuano le loro discretissime indagini per determinare con la maggiore esattezza possibile i contorni della vicenda, e soprattutto la natura delle relazioni fra t quattro uomini che hanno avuto la bottiglia di birra per un'ora sul tavolo, davanti a loro, mentre giocavano la partita a tarocchi Nel corso di questa indagine sarebbero state interrogate anche alcune donne, con le quali Luigi Cavatore e qualcuno dei suoi amici avevano rapporti. Non pare che da tali indagini sia venuto fuori qualcosa che conforti a sperare. Un peso soltanto molto lieve può essere attribuito anche a uno scontro verbale che il geom. Arduino e il pasticciere ebbero davanti al Caffè della Posta circa un mese fa: il geometra aveva attaccato briga con un suo conoscente, in difesa del quale era intervenuto il Cavatore. La cosa finì subi¬ to, ed i due tornavano amici come prima. Il geom. Arduino, come ormai tutti ricorderanno, è l'uomo che acquistò la bottiglia di birra al Caffè della Posta e poi la offrì agli amici al termine della partita a carte. Stasera il signor Buffa, proprietario del bar in cui è maturata la tragedia, ci ha detto che l'unico particolare strano di cui si ricordi è il rifiuto dell'Arduino di ricevere il resto nella saletta buia della televisione, dove si era seduto qualche minuto per assistere alle ultime scene del film con Clark Gable che vi si stava proiettando. Il geometra aveva pagato con 5000 lire, e la birra costava 200 lire; il Buffa gli portò il resto, ma egli non volle prenderlo e gli disse: « Andiamo di là, al chiaro, per contare meglio». Infatti poco dopo lo raggiunse davanti al bancone e lì ricevette le 4800 lire che gli spettavano. Fu nella saletta del televisore che il geometra bevve un mezzo bicchiere di birra, senza risentirne nessun effetto. Quando il Cavatore andò a invitarlo per la partita a tarocchi, egli portò con sé al tavolo il bicchiere sporco e la bottiglia. Poi non bevve più, e nessun altro lo fece, fino al termine della partita. Anche oggi l'Arduino è stato visto ripetutamente in giro per la città, in ore diverse. Ha fatto il giro dei bar, ha preso alcune consumazioni, ha chiacchierato con qualche amico. Dà l'impressione di voler restare costantemente In primo piano. A tutti ripete: < Chissà che quel veleno non dovessi berlo io. invece del Cavatore... Forse ero io il bersaglio dell'assassino ». Frasi di questo genere le dice ormai da una settimana E' fuori dubbio che l'attesa di questi giorni apparentemente vuoti di fatti può snervare lui. come sta togliendo il sonno a molte altre persone e la tranquillità al povero Virginio Trivero. Ma pare che non si possa in alcun modo abbreviare i tempi necessari al compimento delle perizie in corso. Gli specialisti che vi sono impegnati hanno ripetutamente spiegato che le analisi per l'individuazione di un veleno — tra una vastissima gamma di possibilità — sono lunghe e difficili. Del resto non basta che certi sintomi facciano pensare, come in questo caso, a un tossico ben deI terminato, e cioè la stricnina, | perché là scienza accetti questa ipotesi, la faccia propria e indichi al magistrato quale strada può seguire per condurre le sue indagini. Siamo ancora al punto in cui nessuno è autorizzato a dire con certezza se il Cavatore e il Trivero sono stati realmente avvelenati con un tossico versato nella bottiglia di birra. Come si potrebbe pretendere un « fermo », un arresto, una precisa incriminazione di qual cimo? g. d. c. Comandante dei vìgili accusato di un furto Avellino, 28 settembre. (a, 1.1 I carabinieri hanno denunciato a piede libero al l'autorità giudiziaria per rispondere di furto, il comandante dei Vigili urbani di Lacedonia, un comune dell'alta Irpinìa, Michele Scala di 44 anni. Lo Scala è ritenuto responsabile di furto aggravato per aver sottratto tredici quin tali di cemento da un cantiere.

Persone citate: Clark Gable, Luigi Cavatore, Michele Scala, Virginio Trivero

Luoghi citati: Avellino, Chivasso, Lacedonia