"Nella birra c'era stricnina,, dice la gente nei bar di Chivasso

"Nella birra c'era stricnina,, dice la gente nei bar di Chivasso "Nella birra c'era stricnina,, dice la gente nei bar di Chivasso Occorrerà attendere ancora un mese per sapere con esattezza cosa ha ucciso il pasticciere ■ Drammatico incontro nella notte fra il geometra che offrì la bevanda e un amico (Dal nostro inviato siicciale) Chivasso, 27 settembre. Questa notte un brivido è corso nella schiena di quanti si occupano del «giallo della birra»: un cadavere è stato scoperto sulla linea ferroviaria Chivasso-Torino, poco oltre il ponte sul torrente Orco. Si è pensato subito: « L'assassino del Cavatore, sconvolto dai rimorsi, si è gettato sotto il treno ». Si è cercato di saperne il nome: impossibile, il cadavere era completamente senza documenti. Si è cercato di stabilire l'età, e questo è stato relativamente più facile: l'uomo ucciso dalle ruote di un diretto era sulla cinquantina. Era sposato, lo si capiva dalla fede al dito. Poche ore dopo, l'ipotesi che l'individuo fosse in qualche modo legato alla vicenda della birra veniva esclusa. Ancora stasera, dopo che la polizia scientifica aveva rilevato le impronte digitali del morto sotto 11 treno, quest'uomo era sconosciuto: ma era ormai un dimenticato, la sua tragedia personale era scivolata via sul lento fiume di questa indagine finora vana per scoprire chi ha ucciso Luigi Cavatore. Nessun altro brivido è venuto a scuotere questa cupa atmosfera di incertezza. Gli inquirenti ripetono: «Aspettiamo l'esito della perizia tossicologica*. Il prof. Tappi è chiuso nel suo riserbo, non parla, smentisce le indiscrezioni fatte in questi giorni sul suo lavoro. Anche se tutti parlano ormai con sempre mag¬ giore insistenza di stricnina, il responso della scienza è ancora l'elemento fondamentale della suspense di questa storia di veleni: non c'è la minima parola ufficiale che autorizzi a parlare di stricnina o di qualsiasi altro tossico. Perciò la cronaca e costret!Ita a vivere delle impressioni e delle voci che continuano a circolare in città. L'altro glorino abbiamo riferito di un incontro notturno fra i due uomini usciti indenni dalla tragica partita a tarocchi: il geometra Francesco Arduino e il geometra Guido Cena. La notizia ha fatto un certo rumore. Oggi abbiamo appreso che durante il lungo colloquio fra i due giovani, svoltosi sotto i portici, su e giù nell'umidità di queste notti, fino all'una, «sono volate parole grosse»; nessuno ha potuto udirle con esattezza, ma è stato lo stesso Cena a confermare di averle pronunciate, anche se ha subito aggiunto: <Non domandatemi che cosa gli ho detto: non lo riferirò mai a nessuno». In questi giorni si è parlato molto del geometra Arduino: la cosa era forse inevitabile. Egli è un personaggio che attira la curiosità, anche se è chiaro che molti lo giudicano vittima di un brutto destino. In passato egli si era fatto parecchi nemici, qui a Chivasso, per la sua mania di persecuzione. Non aveva fatto del male a nessuno, ma teneva In tasca — si dice — una lista di nomi di persone che ce l'avevano con lui: pare che que¬ ste persone fossero in totale ventitré. Alcune di esse sono molto note in città, acculavano ed occupano posti di una certa importanza. Era fatale che la cosa saltasse fuori, che qualcuno si seccasse. Di qui una vicenda giudiziaria di cui è rimasta, come unica conseguenza, una fama di stranezza per l'Arduino. Di questa fama egli è oggi — per una serie di circostanze ormai note — la vittima inevitabile. Egli fa il possibile per mostrarsi indifferente a quello che gli si svolge intorno. Ma è chiaro che se l'incertezza di questi giorni pesa su tutti, pesa in modo particolare su di lui. Vorrebbe che tutto fosse finito, che la perizia venisse presto e dicesse, ad esempio: « Non c'era veleno nella birra, Cavatore è morto per qualche altra cosa avvelenata*. L'altro ieri è andato in ospedale a far visita a Virginio Trivero, il secondo intossicato. « Ginio » ormai sta bene, oggi lo abbiamo visto in piedi nella sua cameretta, giovedì gli sarà consentito di tornare a casa. Adesso ha meno voglia che nei primi giorni di pai-lare di che cosa è successo; si ha l'impressione che il passare del tempo lo abbia reso guardingo nell'esprimere le sue opinioni; l'atmosfera del « giallo », forse la coscienza di essere diventato un personaggio da romanzo poliziesco, cominciano ad agire anche su di lui. cj. d. c-

Persone citate: Francesco Arduino, Luigi Cavatore, Virginio Trivero

Luoghi citati: Cavatore, Chivasso, Torino