Anche nel Veneto trionfo di Dancelli

Anche nel Veneto trionfo di Dancelli Nella stagione hq vinto undici corse Anche nel Veneto trionfo di Dancelli La gara ciclistica è risultata monotona all'inizio e brillante nel finale - Volata fra i concorrenti più forti - Alle spalle di Dancelli si sono piazzati nell'ordine Zilioli, Motta, Massignan, Passuello e Balmamion - Cadute di Cribiori, Portalupi e Bodrero (Dal nostro inviato speciale) Padova, 25 settembre. Una corsa scialba, monotona e persìn troppo lineare nel suo svolgimento. Ma, alla resa dei conti, una corsa onesta e fortunata, poiché ha messo in fila, nell'ordine d'arrivo, tutti gli atleti più in forma del ciclismo Italiano. A Padova, sul traguardo del Giro del Veneto, si sono infatti presentati a disputarsi il sue cesso sette uomini e lo sprint ha deciso cosi: 1. Dancelli; 2 Zilioli; 3. Motta; 4. Massignan; 5. Poggiali; 6. Passuello; 7. Balmamion. Non vi sono dubbi possibili sul fatto che, ad emergere, sono stati i ciclisti di maggior pregio. Dancelli è campione nazionale e quella di oggi rap presenta l'undicesima vittoria della sua eccezionale stagione. Zilioli, fra tutti, è il suo rivale più pericoloso. Motta, di Dan celli è compagno di squadra e di razzie di trionfi. Il trio della Ignis veniva dal Giro di Catalogna e ha semplicemente confermato un ottimo grado di preparazione. Balmamion, per , abitudine, fa parte delle pattuglie al comando, peccato che mal riesca a farsi luce nelle volate. Sette, insomma, hanno avuto il merito di dominare da cima a fondo la contesa, ciononostante il Giro del Veneto non ha soddisfatto. Non c'è stata lotta, non c'è stata battaglia, la gara si è ridotta In sostanza ad una interminabile prova a eliminazione, al principio hanno resi stito tutti, poi qualcuno ha cominciato a cedere, quindi ha ceduto qualche altro, il gruppo è diventato un plotone, il plotone si è ridotto a una pattuglia. A questo punto, ci sarebbe voluto del coraggio, ci sarebbe voluto della decisione. Dei sette componenti il drappello al comando, ben cinque sapevano a memoria che nulla avrebbero potuto fare contro Dancelli e Motta in caso di soluzione allo sprint. Ha messo il naso alla finestra Zilioli una volta sola e per un attimo. Dancelli gii ha risposto per le rime e Italo si è rassegnato. Dicevamo della selezione graduale registrata durante la corsa. I 94 partenti sono rimasti in gruppo folto lungo l'intero tratto iniziale, per un centinaio di chilometri, sin quando si è fatta dura la rampa che portava ai 1341 metri della Croce di Sommo. Sino a quell'attimo si erano verificati parecchi tentativi di fuga, nessuno dei quali però aveva ' avuto la sorte amica. Tutti insieme, insomma, e la strada saliva a frequenti tourniquets. Come la vetta fu a duecento metri, scappò Motta con Poggiali e Balmamion a ruota. I tre transitarono sul culmine con un lieve vantaggio e si buttarono a capofitto giù per la discesa verso Ro vereto. Discesa pericolosa, gli specialisti in acrobazie trovarono pane per i propri denti, Motta allungò da solo, Poggiali e Massignan lo raggiunsero, quindi a rotta di collo si portarono sui tre Passuello, Balmamion e Cornale, poi venne la volta di Battistini Stefanoni, Cribiori e Vicentini e, subito dopo, Zilioli, Gal bo, Bitossl e altri ancora. In pianura ci fermammo a contare i componenti del gruppo. Erano 46, il resto aveva innalzato bandiera bianca. E i 46 divennero 25 alla seconda salita, quella del Pian delle Fugazze. Il ritmo non era certo forsennato, eppure la fati ca pesava inesorabile sulle gambe. La rampa si snoda per 26 chilometri, di tanto in tanto concede qualche tratto di respiro con improvvisi fai sopiani. I 25 si arrampicarono in allegra brigata sin quasi alla vetta e fu di nuovo Motta a suonare la sveglia, trascinandosi nella scia Zilioli, Massignan, Poggiali, Balmamion, Passuello e Dancelli. La discesa si incaricò di rinfoltire i ranghi. Al posto di 25 si trovarono in 23. Cribiori e Portalupi avevano sbagliato una curva, la loro gara si era bruscamente interrotta e una ambulanza a sirena spiegata li trasportava al vicino ospedale di Vicenza. Restavano, dal più al meno, 60 chilometri, il tracciato si infilava per le colline del Vicentino, in una serie di saliscendi ideali per una competizione ciclistica. Allungò, di colpo, Motta. Si portarono sotto Poggiali, Passuello, Massignan e Zilioli, cento metri dopo anche Balmamion e Dancelli coronarono l'inseguimento. Sette, «i magnifici 7». Gli altri scomparvero dalla scena, i fuggitivi, finalmente con energia, fecero il vuoto alle spalle. Un'ultima rampa per giungere a Teolo. Zilioli provò la sorpresa, ma il colpo non centrò 11 bersaglio. I sette rimasero a ruota a ruota affidando la soluzione allo sprint Sulla pista sbucarono Motta, Dancelli, Zilioli e Massignan nell'ordine. Sul rettilineo opposto all'arrivo Dancelli schizzò con l'abituale potenza. Zilioli' cercò di resistergli, ma fu fatica vana. Primo il campione d'Italia, con quel sorriso quasi crudele che gli illumina il volto nell'attimo del trionfo. Poche e sbrigative le interviste nel prato. Dancelli, quando vince, ride a piene labbra. « Ho avuto paura di Zilioli > ripeteva, ma sembrava lo dicesse per usare una cortesia allo sconfitto. Italo scuoteva la spalle: «Quando si è in pochi e tra i pochi ci sono tutti i migliori, è inutile insistere, le fughe non riescono >. Motta andava via subito come se proprio fosse arrabbiato e Intanto la folla batteva le mani a Dancelli, ormai personaggio popolare. Nel frattempo si raccoglievano notizie dei cor¬ ridori infortunati. Cribiori e Portalupi dopo un'accurata vi sita erano stati dimessi dal l'ospedale di Vicenza, Abra sioni e contusioni di lieve conto. A Bodrero, invece (era ruzzolato pure lui) i medici dell'ospedale di Padova avevano suturato con cinque punti uno squarcio In testa ricoverandolo per misura pruden jzlàlè. Nulla di grave cornuti que, la diagnosi parla di sette giorni necessari per guarire. Gigi Boccacini Ordine d'arrivo: 1) Dancelli, 270 km. ore 7 23', media 36,609; 2) Zilioli; 3) Motta; 4) Massignan; 5) Poggiali; 6) Passuello; 7) Balmamion, tutti col tempo di Dancelli. 8) a 315" Ambrogio Colombo.

Luoghi citati: Catalogna, Cornale, Italia, Padova, Sommo, Teolo, Veneto