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ta la giovane terrorista latitante vane terrorista latitante ta la giovane terrorista latitante vane terrorista latitante E' una studentessa tedesca: ha confessato di aver rubato esplosivi Gli altri imputati rivelano la « tecnica » degli attentati in Alto Adige (Nostro servizio particolare) Graz, 24 settembre. E' comparsa oggi in Corte d'Assise anche la tedesca Ingrid Brinkmann, l'unica, rimasta finora latitante. La giovane, studentessa a Innsbruck, al principio del 1963 partecipò al furto di esplosivi per gli attentati in Alto Adige. Quindi, nessuno dei 27 imputati è ora assente. La ragazza, interrogata dal presidente, ha confermato i reati di cui è accusata. La tecnica d'assalto ai distaccamenti di polizia italiani e le modalità di esecuzione dei sabotaggi compiuti contro piloni ed impianti idroelettrici nell'Alto Adige sono stati gli argomenti più interessanti trattati oggi al processo contro gli attentatori altoatesini. Tre dei 27 imputati, hanno dato la < spiegazione » degli atti criminosi eseguiti, a loro avviso, per vendicare l'uccisione del leader sud-tirolese Locher. Peter Kienesberger, un radiotecnico trentaduenne di Innsbruck, ha raccontato di avere attraversato illegalmente il confine fra l'Italia e l'Austria nell'autunno del 1961, assieme a Helmut Huelsner e Herbert Fritz, per < dare una lezione agli italiani* attaccando un distaccamento di soldati di guardia alla stazione idroelettrica della Val Passiria. Armati con una mitragliatrice, tre fucili mitragliatori, un fucile automatico ed una carabina munita di telescopio oltre a diverse pistole ed una riserva di dinamite — tutte le armi e munizioni erano state procurate in Austria — il terzetto giunse a Valtina il 21 settembre 1961. Kienesberger ha quindi ammesso per la prima volta che i capi della <spedizione» erano Georg Klotz, e Luis Amplatz. Secondo Huelsner, era stato Klotz a studiare l'attacco nei suoi minimi particolari. Il tanto discusso testamento di Amplatz è stato menzionato più volte, specie per quanto riguardava i capitoli nel quali il terrorista asseriva di aver avuto una serie di contatti con autorevoli membri del governo austriaco i quali gli avrebbero promesso « l'appoggio passivo delle autorità di sicurezza ». Il presidente del tribunale, dott. Peter, ha interrotto a questo punto la deposizione di Kienesberger invitandolo a parlare dei fatti pertinenti al processo e non del testamento di Amplatz. Un difensore ha poi chiesto la citazione sul banco dei testimoni sia del ministro di giustizia Broda sia del procuratore generale dello Stato, dottor Pallin, per appurare se fosse vero che le autorità austriache erano state a conoscenza delle direttive impartite ai terroristi, comunicate loro dal ministero dell'Interno di Roma, già nel 1960. a. p.

Luoghi citati: Austria, Innsbruck, Italia, Roma