A colloquio con il geometra scampato all'avvelenamento della birra a Chivasso

A colloquio con il geometra scampato all'avvelenamento della birra a Chivasso Sempre fitto 11 mistero sulla morte del pasticciere A colloquio con il geometra scampato all'avvelenamento della birra a Chivasso «Eravamo amici da 25 anni e trascorrevamo insieme le domeniche. Ora qualcuno cerca di gettare delle ombre su di me: perché?» - Soltanto fra un mese si conoscerà l'esito dell'autopsia e quale veleno era contenuto nella bottiglietta - Ieri un migliaio di persone hanno seguito i funerali della vittima rai nostro inviato speciale) Chivasso, 24 settembre. Si sperava che oggi un primo esito, sia pure sommario, degli esami chimici connessi al « giallo della birra » diradasse un poco il mistero: e invece, ancora nulla. Luigi Cavatore, il pasticciere ex pugile, è sceso nella fossa senza che nessuno ancora sapesse di che cosa è morto. L'intossicazione non può essere esclusa, dopo la conclusione dell'autopsia compiuta dal prof. Griva; questa ipotesi prenderebbe un certo rilievo dallo studio dei sintomi presentati dall'altro avvelenato, Virginio Trivero, il quale continua a migliorare all'ospedale di Chivasso; questi sintomi del Trivero, anzi, farebbero pensare a un avvelenamento da stricnina. Ma è evidente che tutto questo non basta alla scienza per fornire al giudice la risposta ben preci sa che egli attende. Gli esami — esaurito quello necroscopico — continueranno ora con le analisi tossicologica e istologica delle viscere del cadavere, l'analisi chimico-tossicologica sulla birra rimasta in fondo alla bottiglietta e l'analisi diretta sul Trivero (sangue, fegato, ecc.). Se que st'ultima richiederà un tempo relativamente più breve, le altre due si presentano invece lunghe e difficili Le previsioni dei professori Griva e Tappi vanno fino a una durata massima di 60 giorni: è stato questo il termine chiesto dal prof. Griva al dottor Witzel, sostituto procuratore della Repubblica, il quale ha proposto a sua volta di ridurre il tempo necessario a un mese. Sarà dunque questa la scadenza minima della presente fase di estrema incertezza e di attesa in un dramma che presenta fin troppi punti oscuri. E' assai probabile che venga richiesta alla ditta tedesca produttrice della birra l'esatta composizione della bevanda, per osservarne il comportamento a contatto con i vari reagenti. Come si vede, a tre giorni dal misterioso e tragico episodio non c'è nulla di sicuro, nemmeno la causa della morte dell'ex pugile. Oggi c'era un po' di suspense perché non si vedeva il geometra Arduino. Ieri era partito per St. Vincent (così aveva detto ai carabinieri prima di allontanarsi da Chivasso.) e il dottor Witzel non aveva potuto incontrarsi con lui. Stasera abbiamo trovato il geometra davanti a casa sua. Tornava da un colloquio con il vice pretore dr. Gribaldo. « Non sono fuggito — ci ha subito detto — come qualche giornale ha scritto. Perché avrei dovuto farlo?». Sembrava avvilito, più che turbato, per il chiasso che si è fatto iti questi giorni intomo al suo nome. Si rende conto che tale clamore era inevitabile, dato che era stato lui a ordinare la fatale bottiglia di birra e ancora lui a lasciarla bere ai suoi amici. Ma lo ha abbattuto più di ogni altra cosa il gran discorrere che si è fatto, a Chivasso e sui giornali, di certi suoi disturbi nervosi, di certe stranezze della sua personalità, di certi litigi avuti con persone che egli conosceva appena. « Hanno anche ricordato • dice con amarezza — l'esito di un processo contro di me, concluso con una perizia psichiatrica. Come vedete, non sono mai stato un giorno in casa di cura per malattie mentali, quale che sia stato l'esito di quella perizia. E dopo tutto, che cosa c'entra quella vecchia storia, con la morte del povero Luigi? Lo conoscevo da venticinque anni; lo chiamavamo tutte le feste qui a casa a farci le paste dolci; ricordo che, quando ero ancora studente, veniva con la nostra compagnia di ragazzi a fare lunghe gite in campagna; ero stato soltanto la scorsa settimana a giocare a carte con lui a un torneo fuori Chivasso: eravamo amici. E ora, senza dirlo apertamente, qual¬ cuno cerca di gettare delle ombre su di me: con quali elementi ? ». Francesco Arduino parla cercando di dominarsi, ma è visibilmente sconvolto. « Quando ho appreso dai giornali che il sostituto prò curatore mi aveva cercato, mi sono messo in contatto con il vicepretore di Chivas so, per dirgli che non ero fuggito, che non avevo nessuna intenzione di farlo nessun motivo per sparire. Ma ora sono stanco di questa storia, spero soltanto che finisca presto ». Purtroppo non finirà tanto pre sto, come abbiamo visto. Oggi intanto si sono svol ti i funerali di Luigi Cava tore. C'erano almeno un migliaio di persone, amici del bar, conoscenti, colleghi di mestiere, la bandiera dei coscritti del 1915, gente qualunque che voleva portare il suo segno di pietà alla vedova dello scomparso, Maria Freschi, che seguiva il feretro con gli altri parenti, fra cui il fratello della vittima, Giacomo, giunto da Padova. Il corteo è sfilato per il centro di Chivasso fino in Duomo, dove il parroco don Bassino ha celebrato il rito funebre. La chiesa trecentesca era affollata, altre centinaia di persone attendevano nella piazza. Poi il furgone si è mosso verso il cimitero. Anche oggi sono continuati, infine, gli interrogatori dei testimoni della tragica partita a carte nel « Caffè della Posta ». Le indagini sono condotte dal brigadiere Cusino, della squadra di polizia giudiziaria di Chivasso, dal tenente Rizzolio e dal maresciallo Mula della tenenza di questa città. Giuseppe Del Colle La vedova di Luigi Cavatore, a destra, sorretta da un'amica durante il funerale Il geom. Francesco Arduino

Luoghi citati: Chivasso, Padova