Le entrate fiscali aumentate dell' 8,5 per cento nel 1965 di Arturo Barone

Le entrate fiscali aumentate dell' 8,5 per cento nel 1965 II ministro delle Finanze Tremelloni alla tv Le entrate fiscali aumentate dell' 8,5 per cento nel 1965 Il raffronto rispetto al 1964 interessa i primi 8 mesi - Lo scorso anno ogni cittadino ha pagato in media 120 mila lire di tasse e 70 mila di contributi (somma pari a quella spesa per il fabbisogno alimentare) - Il ministro esclude per ora diminuzioni di imposte - Il minimo imponibile della Vanoni (960 mila lire) è il più alto del mondo (mostro servizio particolare) ' Roma, 23 settembre. La ripresa autunnale delle trasmissioni televisive di « Tribuna politica » ha offerto stasera al ministro delle Finanze Tremelloni l'occasione per alcune dichiarazioni di notevole interesse in tema di politica tributaria a breve e a lunga scadenza. Malgrado l'andamento relativamente favorevole delle entrate fiscali (cresciute nei primi otto mesi dell'8,5 per cento rispetto al 1964), i margini di manovra sono giudicati troppo esigui per procedere a riduzioni d'imposte (ad esempio sulla ben zina) con propositi di rilancio di questo o quel settore. « Potrebbe esserci ha risposto Tremelloni ai giornalisti che lo interroga vano in proposito — una politica di sgravi generali, non una politica di sgravi settoriali. Sarebbe un grave errore, salvo casi di gravi tà eccezionale, insistere in una politica di sgravi settoriali ». Ma una politica di sgravi generalizzati non è oggi possibile per non accrescere il disavanzo del bilancio sta tale e rinnovare il pericolo di forti rialzi dei prezzi « Credo — ha aggiunto — che il pubblico italiano debba preferire un ministero delle Finanze molto fiscale ad un ministero delle Finanze inflazionistico, il quale cecamente, iniquamente e subdolamente gli sottrae molta più parte del reddito di quanto non gli venga sottratto attraverso il sistema tributario attuale ». Questa affermazione antidemagogica è apparsa in linea col saluto cordiale al contribuente italiano con cui Tremelloni aveva iniziato la sua conferenza stampa. Egli ha infatti voluto dare subito atto al « contribuente medio » di aver fatto in crescente misura il proprio dovere verso lo Stato nell'ultimo decennio, tanto da consentire alle entrate tributarie di più che triplicarsi in termini monetari, ossia di crescere assai più in fretta del reddito nazionale. Nel 1964 si è giunti ad un gravame medio per abitante di 120 mila lire per imposte e tasse vere e proprie e di 70 mila lire per contributi previdenziali; si tratta, in complesso, « di una somma almeno pari a quella che viene dedicata dal cittadino medio al proprio fabbisogno alimentare ». Grazie a questo sforzo è stato possibile aumentare il contributo delle entrate tributarie alla copertura delle' spese effettive dello Stato: era pari al 64 per cento soltanto nel 1950'51, tredici anni più tardi, nel 1963-'64, superava il 90 per cento. Si deve in gran parte a tale sforzo l'intenso sviluppo economico e sociale che ha permesso all'Italia di trasformarsi in pochi lustri da paese prevalentemente agricolo in paese prevalentemente industriale. Ora però la pressione tributaria ha raggiunto livelli che sarebbe pericoloso superare. La riforma fiscale in preparazione e la politica in atto del governo intendono evitare ulteriori inasprimenti di aliquote, puntando invece soprattutto sulla riduzione dell'area delle esenzioni legali e delle evasioni maliziose. La riforma tributaria, ha detto Tremelloni, richiederà — per essere compiuta — parecchi anni, da 5 a dieci. Sarà questa una « svolta » decisiva ; Tremelloni ha tuttavia tenuto a precisare che nell'ultimo decennio buoni progressi sono stati compiuti verso un migliore equilibrio fra imposte dirette e indirette: nel 1955 le imposte dirette rappresentavano solo il 20 per cento delle entrate tributarie e il 3,2 per cento del reddito nazionale; oggi, le percentuali corrispondenti superano — rispettivamente — il 30 e il 6 per cento. Altra precisazione: la dichiarazione annuale dei redditi (denuncia Vanoni) sarà mantenuta insieme con lzcllmsccsd l'attuale misura delle detrazioni fisse agli effetti della complementare (240 mila lire per la moglie e 50 mila lire per ciascun figlio). Tremelloni non ha negato che si tratti di somme simboliche, ma lo ha giustificato col fatto che esse servono semplicemente ad arrotondare la cifra del minimo imponibile, la quale invece (dopo l'elevazione nel 1964 a 960 mila lire) è relativamente alta, anzi « la più alta del mondo ». A differenza delle detrazioni sopra citate, rimaste ferme ai livelli del 1950, il minimo imponibile è oggi esattamente il doppio di quindici anni or sono. Un ulteriore aumento del minimo imponibile è perciò da escludersi almeno a breve scadenza. Arturo Barone

Persone citate: Vanoni

Luoghi citati: Italia, Roma