Pasticciere di Chivasso morto, moribondo un amico hanno bevuto una birra forse avvelenala con stricnina

Pasticciere di Chivasso morto, moribondo un amico hanno bevuto una birra forse avvelenala con stricnina TRAGICO "SCHERZO,, O ASSURDO E PRE EDITATO DELITTO Pasticciere di Chivasso morto, moribondo un amico hanno bevuto una birra forse avvelenala con stricnina II mortale e oscuro episodio al caffè durante una partita a carte - La vittima, cinquantenne, era popolare in città e non aveva nemici - E' spirato mentre entrava all'ospedale - L'altro è un panettiere di 46 anni - La bibita era stata offerta da un loro amico, un geometra trentaseienne: anch'egli l'ha assaggiata ma non ha avvertito disturbi - I carabinieri e il pretore lo hanno interrogato a lungo - Compiuta l'autopsia e sequestrato il liquido rimasto nella bottiglietta (Dal nostro inviato speciale) Chivasso, 22 settembre. Oscuro dramma stanotte i Chivasso: un uomo è morto, un altro è in gravi condizioni all'ospedale dopo aver bevuto in un bar una birra amarissima, in cui forse qualcuno ha versato del veleno. Una tema persona, ha bevuto dalla medesima bottiglia di birra e non ha avvertito alcun disturbo, pur avendo trovato anch'eglì che la bevanda aveva un gusto insopportabile, tanto insopportabile che — dopo averla acquistata e pagata — non ha voluto finirla: l'ha lasciata sul tavolo, a disposizione degli amici, al termine di una partita a tarocchi. La vittima si chiamava Luigi Cavatore, aveva 50 anni, era stato in gioventù un pugile dilettante di di- screto valore e adesso fa ceva il pasticciere ; era co nosciuto come un uomo gio viale, che amava trascorre re le serate al caffè; beveva anche gagliardamente. Lascia la moglie, Maria Freschi, di 45 aiuti. Era sim pativo e non at>eva nemici, e a Chivasso oggi la sua tragica morte è stata ap presa con sbalordiménto: perché è morto, chi può averlo ucciso, come accusare una bevanda di un omicidio ? Il suo amico che versa in gravi condizioni all'ospedale di Chivasso è il quarantaseienne Virginio Trivero, invalido avendo subito anni fa l'asportazione di un rene, panettiere di professione. Si è riavuto stanotte circa tre quarti d'ora dopo il ricovero ed ha pronunciato alcune frasi, ripetendo più volte la parola « birra ». La prognosi nei suoi confronti è ancora riservata: dai sintomi rilevati nel corso della giornata è andata facendosi man mano evidente la possibilità che sia rimasto vittima di un avvelenamento da stricnina. Il Cavatore e il Trinerò avevano consumato, a cena, cibi diversi: del fegato il pasticciere, un'insalata di pomodori il suo amico. Escluso che abbiano mangiato dei funghi: in ogni, caso il Trivero difficilmente ne sarebbe stato intossicato, perché guadagna qualcosa proprio come intenditore e raccoglitore di funghi. La terza persona che ha bevuto la birra con il Cavatore e il Trivero è un geometra di 36 anni, Francesco Arduino, celibe, che abita con i genitori in via Brozola 11. E' descritto come un tipo strano, con un forte complesso di persecuzione. Sarebbe stato oggetto in passato d'una perizia psichiatrica. Oggi gli abbiamo domandato: « Come può essere successo ?» e lui ha risposto: «Mentre giocavamo a tarocchi, due persone, due curiosi si sono avvicinati al tavolo e si sono fermati a guardare. La birra era lì. Forse poteva non essere difficile, mentre noi eravamo intenti al gioco, versare qualcosa dentro ». Se è andata così, è evidente che non avendo egli accusato nessun malessere dopo aver bevuto, il veleno deve essere stato versato nella birra dopo che la bottiglia era stata stappata. Ciò escluderebbe ogni responsabilità della ditta che ha fabbricato la bevanda, una società tedesca. Il particolare è ovviamente importante, perché se la perizia tossicologica in corso accerterà la presenza della stricnina o di un altro veleno nel residuo di liquido nella bottiglia e nei visceri di Luigi Cavatore, sarà questa la prova che l'ex pugile e il suo amico sono rimasti" vittime di un veneficio. Oggi molti a Chivasso parlavano di uno scherzo: qhtalcàno potrebbe avere tentato di provocare un malore ai suoi amici, esagerando nella dose. Ma chi può aver commesso un simile scherzo? L'assurda tragedia è ma turata nel giro di due ore, dalle 23,30 circa di ieri sera all'una e mezzo della notte Seguiamo il racconto che, per quanto lo riguarda, ne ha fatto il geometra Fran cesco Arduino, l'uomo che è uscito completamente il leso dall'agghiacciante avventura. «Ieri sera alle un dici e mezzo — egli ci ha detto — sono entrato al caffè della Posta, in piazza della Repubblica 3, un lo cale dove solitamente si be ve dell'ottima birra. Ero uscito dal cinema e avevo sete. Al bancone ho ordina to al proprietario del bar, Francesco Buffa, un appuntato dei carabinieri in pensione, una birra francese; il signor Buffa mi ha detto di non averne, e al lora ne ho preso una tede sca, che non avevo mai bevuto. Con la bottiglia e il bicchiere nelle mani sono passato nella saletta del te levisore, ma non mi sono fermato molto: stava finendo il film con Clark Gable. Proprio in quel momento è arrivato il padrone del bar t gli ho dato 5000 lire perché si pagasse la birra; con lui sono tornato al bancone per prendere il resto. Mentre parlavo con il signor Buffa mi si è avvicinato il Trivero e mi ha chiesto di fare il quarto a tarocchi con lui, il Cavatore e un altro geometra, Angelo Cena. Ho accettato e ci siamo messi a giocare. Ho versato parte della birra nel bicchiere, ho aspettato che si sciogliesse la schiuma e ho bevuto circa mez zo bicchiere. Subito ho sentito che era molto amara, e l'ho detto ai miei amici ». La partita è andata avanti per un'ora circa. Alla fine l geometra Arduino si è alzato e ha fatto per andar sene. Gli altri lo hanno chiamato indietro : « Perché non finisci la birra?». «Non ne voglio più, se volete, bevetela voi ». Il Trivero ha preso per primo la bottiglia e ha tirato giù un sorso. « Com'è amara — ha esclamato —, basta così » All'ex pugile i due avverti menti non sono bastati. Si è portato la bottiglia alle labbra e l'ha scolata. An ch'egli l'ha trovata tremendamente cattiva. «Io — prosegue il racconto del geometra Arduino — avevo ormai sonno, ho chiesto un passaggio in auto a un amico e sono tornato a casa. Trivero e Cavatore sono rimasti nel caffè ». / due avevano la bocca estremamente cattiva. Avevano già bevuto prima (soprattutto vermouth). Sono tornati a bere per togliersi quel gusto infernale. Un cordiale, un «grigioverde», un vermouth bianco. Il pasticciere e il suo amico sono infine usciti dal caffè della Posta per rincasare. Il primo abitava in via Cairoli 23, il secondo in vicolo Tre Limoni 1. Hanno fatto poche centinaia di metri, poi, arrivati davanti a un distributore di sigarette in via Torino, sotto i portici, proprio davanti al municipio, il Cavatore è crollato a terra, svenuto, e contemporaneamente il Trivero si è sentito girare violentemente il capo e si è sorretto a una colonna del porticato. Sono rimasti qualche minuto così, finché è passato un autista della Croce Rossa, Achille Chiavar ini, di 57 anni. L'autista allarmatissimo è corso a prendere la sua autoambulanza nel cortile del municipio, ha caricato il Cavatore, che gli era parso più grave, e si è diretto a tutta velocità all'ospedale; poi è tornato indietro, a prendere anche il Trivero. Nel breve tragitto V ex pugile è giunto ormai morente. Appena posato sul lettino del pronto soccorso, mentre il dottor Magliacani tentava di tenerlo in vita con degli analettici, è spirato. La diagnosi immediata era di collasso cardiocircolatorio, i sintomi più evidenti l'asfissia, una bava giallastra di schiuma alla bocca, la perdita totale della conoscenza fin dal primo attacco del male. Identici sintomi rivelava subito dopò l'altro intossicato, ma per fortuna in misura meno grave. Quaranta minuti dopo il Trivero si è riavuto, ha mormorato qualche parola, ha parlato della birra bevuta al caffè. Nel pomeriggio i medici che lo hanno tenuto costantemente sotto osservazione hanno potuto notare in lui frequenti contrazioni teta- niche, che sono tipiche dell' intossicazione da stricnina, mentre i primi sintomi rivelati sia da lui sia dall'amico defunto avevano fatto pensare a un avvelenamento provocato da un diverso tipo di veleno. Alle 17 si è svolta l'autopsia dell'ex pugile. Il prof. Griva dell'Università di Torino ha prelevato i visceri del morto e ad un primo sommario esame ha potuto riscontrare elementi che confermerebbero la presenza di stricnina, contraddetti da altri elementi che potrebbero essere definiti tipici di tossici differenti. Il perito settore ha prelevato anche la bottiglia di birra e i recipienti che contenevano gli altri liquori bevuti dai due intossicati nel corso della serata. Soltanto dall' esame tossicologico di tutti questi elementi potrà emergere la verità: e cioè quale veleno è tctbcglcmtètrdrbcsc stato usato per lo « scherzo » o per un premeditato, folle delitto, e in quale bevanda è stato versato. Il vicepretore di Chivasso, dottor Gribaldo, ha avuto questa notte un colloquio con il geometra Arduino, il quale nel pomeriggio è stato sentito anche dal tenente Rizzoglio e dal maresciallo Guarnaschelli dei carabinieri di Chivasso, che conducono le indagini. Il geometra, quest'uomo dalla personalità sconcertante, che si è visto passare la morte accanto e l'ha evitata per chissà quale caso, è il testimone unico della tragedia. Forse nel pomeriggio di oggi, al più tardi domani, la scienza darà la risposta alla domanda angosciosa: c'era veleno nella birra? Solo allora si potrà cominciare a cercare la risposta all' altra domanda: chi lo ha versato? Giuseppe Del Colle Il geometra Francesco Arduino, 36 anni, l'unico incolume fra i tre bevitori /<* È Francesco Buffa, il gestore del caffè di Chivasso dove è stata consumata la birra, forse contenente stricnina Luigi Cavatore, di 50 anni, la vittima della birra Virginio Trivero, 46 anni, si trova in gravi condizioni

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