"Il bacio al lebbroso,, resta l'opera centrale di Mauriac

"Il bacio al lebbroso,, resta l'opera centrale di Mauriac Iti velò nel 1922 il romanziere cattolico "Il bacio al lebbroso,, resta l'opera centrale di Mauriac L'oggi ottantenne e vegeto Francois Mauriac — accademico di Francia dal 1933, premio Nobel 1952, massimo protagonista laico della letteratura di ispirazione cattolica — torna fra noi con la ristampa in edizione economica di uno dei suoi capolavori: /( bacio al lebbroso. E il volume, arricchito in appendice di tre racconti («Colpi di coltello», «Un letterato», «Il demone della conoscenza»), c'è da augurarsi che diffonda anche nel giro dei lettori occasionali e distratti le pagine di un autore molto più citato, in Italia, come personaggio che direttamente conosciuto nel vivo delle sue opere. L'occasione, d'altra parte, non potrebbe essere più propizia: perché questo è il romanzo che dette avvio alla gran fama del Mauriac, ed ha in sé « la chiave » per intenderne tutta la successiva attività di narratore. Data: 1922. Il Mauriac, trentasettenne, era uno scrittore come tanti altri: rispettabile nelle intenzioni, colto e versatile, ma certo non di primo piano e destinato — sembrava — più a suscitare le intellettualistiche curiosità di pochi che le simpatie di molti. Dopo aver esordito pubblicando due raccolte di versi, infatti, egli aveva imboccato la via del romanzo con puntiglio aggressivo, senza freschezza né piacevole gusto di lacrimiate ma sfogando aspri rovelli di coscienza. Ed ecco giungere la grande sorpresa del Bacio al lebbroso, dove tutti gli elementi più sor¬ di e disordinati delle opere precedenti acquistarono una forza imprevedibile, rivelando uno dei più nuovi e completi scrittori del nostro secolo. Il romanzo è una storia d'amore. Ma di un amore che, assente o immiserito nel corso della vicenda, balza fuori tempestoso dalle riflessioni che si impongono irresistibili, a lettura conclusa. Protagonisti: Giovanni Peluer, malaticcio e sgraziato figlio di un possidente, e Noemi d'Artiel, giovinetta bella e fiorente di nobile ma decaduta famiglia. Nodo della tragedia, il loro matrimonio: frutto di meschinissimi disegni in quanto voluto dai genitori di lei per sollevarsi dalla miseria, dal padre di lui per trasmettere alla discendenza il possesso dei beni che altrimenti andrebbero a certi odiati parenti, dal curato del luogo anch'egli avverso a questi parenti — atei — dei suoi piissimi parrocchiani. Il matrimonio, naturalmente, fallisce. Noemi, che soffre come una nauseante violenza l'intimità del marito, è sconvolta dalle vampe di una femminilità esasperata dall'invincibile repulsione fìsica per il suo uomo; e costui, innamoratissimo, la sfugge per non offenderla. Unico legame, fra i due « nemici nella carne », un'affettuosa seppur deludente solidarietà, e la vicinanza nelle pratiche religiose; t decisero di recitare insieme le preghiere (...) a fianco a fianco e separati, si rag¬ giungevano nell'infinito ». Ma l'instabile equilibrio precipita ben presto in dramma. Giovanni, con un pretesto, va a Parigi; ne vien richiamato dalla moglie, che rimasta sola avverte un pericoloso turbamento dinanzi ad altri uomini; torna disfatto, mina to nella salute. E la donna non sa quale oscuro istinto di sacrificio o di tenerezza o di rimorso la spinga al « ba ciò del lebbroso »: a baciare cioè, il volto che non cessa di disgustarla. Né lo saprà finché — rimasta vedova e condannatasi al lutto più rigoroso — verrà ripresa da amorose tentazioni ma « una forza misteriosa arrestava il suo slancio (...) la traeva indietro (...). Piccola, era condannata alla grandezza; schiava, doveva regnare ». Questo, allora, è il senso del libro nonché il motivo costante e segreto del gran fascino che si sprigiona fin dalle prime pagine: la torbida fatalità dell'amore terreno, che delude e mortifica e strazia i predestinati all'amore perfetto della vita eterna. E sia chiaro: Mauriac non è un apologeta, né intende di imporre la sua verità assumendo più o meno velatamente le funzioni del predicatore. E' un grande scrittore che ha scoperto la presenza di Dio nell'angoscio sa miseria del mondo. Ferdinando Giannessi (Francois Mauriac - Il bacio al lebbroso - Editore Garzanti, 201 pagine, 350 lire).

Persone citate: Ferdinando Giannessi, Francois Mauriac, Giovanni Peluer, Mauriac, Noemi D'artiel

Luoghi citati: Francia, Italia, Parigi