II Concilio (1997 sì e 224 no) vota in favore della libertà di religione di Filippo Pucci

II Concilio (1997 sì e 224 no) vota in favore della libertà di religione I " conservatori „ ridotti a una piccola minoranza II Concilio (1997 sì e 224 no) vota in favore della libertà di religione Lo schema ora subirà gli emendamenti suggeriti dalle discussioni, poi verrà approvato in modo definitivo - Quando già pareva che i vescovi contrari alla libertà riuscissero ad imporsi, è intervenuto il cardinale gesuita Bea con l'appoggio di Paolo VI • Iniziato l'esame della «Chiesa e il mondo» - Spellman contrario all'obiezione di coscienza (Dal nostro corrispondente) Città del Vaticano, 21 settembre. Il concetto della libertà religiosa, nemica di ogni coazione e rispettosa del diritto di tutti gli uomini a seguire i dettami della coscienza, è stato oggi approvato con larghissima maggioranza al Concilio. E' stato un grande avvenimento e L'Osservatore Romano questa sera non esita a chiamare «storica» la scheda con la quale i « padri » hanno votato la loro approvazione di fondo allo schema di dichiarazione sulla libertà religiosa ed al principio generale che essa proclama. Ieri pomeriggio e stamattina molte voci di intralci e di temìbili complicazioni 11111111 i ■ 11 ■ 11 i 11 11 ■ > • ■ ( ■ I ■ > > ■ 11L1111111 i 1111111 f 11 ) a o 8 erano siate diffuse da varie parti. Si sapeva che in Vaticano si era svolta una riunione dei cardinali facenti parte degli organi direttivi del Vaticano II (Consiglio di Presidenza, Commissione di coordinamento e Collegio dei moderatori) e si aggiungeva che le discussioni erano state accese. Sembra che il cardinale Bea, presidente del Segretariato per l'unione dei cristiani, l'organismo che ha curato la stesura della dichiarazione, avesse da qualche giorno proposto in Concilio di sottoporre il testo ad una votazione di principio capace di dar conto rapidamente della reale consistenza delle opposizioni e dei favori che esso incontrava nell' aula conciliare. La proposta sarebbe finita sul tavolo del Papa, il quale avrebbe incaricato gli organi direttivi del Vaticano II di pronunciarsi sn di essa. Con lieve maggioranza di suffragi, questi avrebbero respinto l'idea della votazione di principio per motivi di vario ordine, di opposizione al testo, alla sua formulazione, e anche per il timore che dalla votazione non si rivelasse una opposizione tanto forte da comprometterlo definitiva mente alla vigilia del viag gio del Papa all'Onu. Ma ancora Paolo VI è interve nuto decisamente e d'auto rita, questa volta per dare ragione alla tesi del cardi naie Bea, in appoggio alla votazione. Questa mattina un intenso andirivieni di comunica zioni si è intrecciato tra la basilica di San Pietro ove si svolgeva la 132' congregazione del Vaticano II e l'appartamento papale: ne sono stati protagonisti cardinali Tisserant, Agagiatiian, mons. Felici e mons Carlo Colombo, teologo di fiducia del Pontefice, e risultato ne è stato che la votazione è staio preparata e condotta a termine. Il cardinale Bea aveva trionfato ed il risultato della votazione ha confermato la giù stezza dell'intervento papa le in favore della sua prò posta. Il quesito proposto, dopo lungo studio preparatorio che ha richiesto a quel che si dice anche l'opera personale del Papa, era il seguente: « I Padri giudicano che il testo riemendato sulla li berta religiosa può servire come base per la definitiva I dichiarazione, che dovrà es¬ sdllPnadlpf sere perfezionata alla luce della dottrina cattolica sulla vera religione e secondo le osservazioni proposte dai Padri durante la discussione, e che dovranno venire approvate secondo le norme del regolamento del Concilio?». E' una formulazione alquanto complicata, che si prefiggeva in realtà lo scopo di determinare una confluenza dei voti degli indecisi e dei progressisti, per questi ultimi rappresentando un'affermazione del prin cipio della libertà religiosa e per gli altri dichiarando il rispetto « della dottrina cattolica sulla vera religione» FI risultato è stato il seguente: su 2222 votanti han no risposto « placet » 1997, « noti placet » 22If, risultando un voto nullo. Ora lo schema, con questa approvazione quanto al principio e alla sostanza, tornerà alla commissione competente per essere emendato in base ai suggerimenti emersi in aula, nel corso dei 60 interventi orali protrattisi per cinque giorni e ai 95 interventi giunti per iscritto alla segreteria del Concilio. Quando questa attenta ope¬ ra di bilanciamento sarà stata portata a termine, il testo emendato sarà di nuovo posto in votazione nell'aula: ma non si prevede che ciò possa avvenire prima di alcune settimane. In tal modo il Concilio ha tolto per ora dal suo ordine del giorno lo schema sulla libertà religiosa. Ha iniziato stamattina stessa l'esame dello schema 13, concernente l'atteggiamento della Chiesa dinanzi ai problemi del mondo moderno. Sono intervenuti su di esso cinque cardinali, tra cwiBea e Spellman. Il porporato tedesco ha posto una questione di filologia, esortando alla massima precisione di termini del testo latino, perché poi non possano dar luogo « ad interminabili discussioni, con grave danno dell'autorità dottrinale », l'arcivescovo di New York si è invece pronunciato, tra le altre cose, contro l'obiezione di coscienza. E' stato poi annunciato che otto cardinali seguiranno il Papa nel suo viaggio all'Onu il -4 ottobre prossimo, in rappresentanza del Concilio e in segno dell'uni¬ versalità della Chiesa giacché appartengono a tutte le razze e continenti: saranno, oltre al segretario di Stato Cicognani e al decano del S. Collegio Tisserant, il prefetto di Propaganda Fide, Agagianian, nativo dell'Armenia sovietica, l'africano Rugambwa, il giapponese Tatsuo Boi, il sudamericano Caggiano, l'australiano Gilroy e, naturalmente, l'arcivescovo di New York Spellman. Filippo Pucci

Persone citate: Carlo Colombo, Cicognani, Gilroy, Paolo Vi, Spellman

Luoghi citati: Armenia, Città Del Vaticano, New York