Migliaia di pakistani assaltano la sede delle Nazioni Unite a Karachi

Migliaia di pakistani assaltano la sede delle Nazioni Unite a Karachi Migliaia di pakistani assaltano la sede delle Nazioni Unite a Karachi La violenta dimostrazione per protesta contro l'ordine di sospendere la guerra nel Kashmir - Devastati gli uffici americani dell'Usis e di alcune compagnie aeree occidentali - Bombardiere indiano abbattuto nel Pakistan da un missile (Nostro servizio particolare) - Karachi, 21 settembre. Migliaia di giovani pakistani che protestavano contro la risoluzione del Consiglio di Sicurezza per la tregua immediata nel Kashmir, hanno attaccato questa mattina a Karachi, l'ufficio delle Nazioni Unite. Dopo avere distrutto una bandiera dell'Orni, i dimostranti hanno assalito la libreria del Servizio di informazioni degli Stati Uniti riuscendo a penetrare nei locali. Dopo aver appiccato il fuoco ai libri, i giovani hanno tentato di assalire anche l'edificio dove ha sede l'ambasciata americana. La polizia è riuscita ad impedire ai manifestanti di penetrare nella sede diplomatica. I dimostranti hanno quindi assalito le sedi di diverse Compagnie aeree, invadendole e danneggiandole. Essi hanno distrutto gli uffici della «Pan American World Airways», della «Twa», della «British Overseas Airways Corporation », della « Scandinavian Airlines System», della « Swissair» e delle «Linee aeree giapponesi. Le dimostrazioni di oggi sono tra le più gravi avvenute finora nel Pakistan Questa esplosione di violenza ha fatto seguito alla proclamazione di uno sciopero generale a cui hanno aderito tutte le categorie di lavoratori e commercianti di Karachi. Lo sciopero era stato indetto per protestare contro la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che ordina a India e Pakistan di cessare i combattimenti entro domani mattina e ritirare le truppe sulle basi di partenza. La folla ha urlato slogans anti-americani e contro l'Onu quali « Abbandoniamo le Nazioni Unite», tAbbasso l'Onu», « Abbandoniamo la Cento e la Seato » (le due alleanze militari anti-comuniste di cui fa parte il Pakistan). I dimostranti innalzavano anche immensi ritratti dei leaders del Terzo Mondo e della Cina comunista: il presidente Sukarno dell'Indonesia, il primo ministro cinese Ciu En-lai, Mao Tse-tung, re Hussein di Giordania, lo Scià dell'Iran ed il presidente Kemal Gursel della Turchia, tutte personalità che apertamente hanno dato il loro appoggio al Pakistan. Soltanto l'intervento massiccio della polizia e degli Idranti dei pompieri ha avuto ragione dei dimostranti ed ha riportato una parvenza di ordine e calma. A Rawalpindi il governo, in seduta straordinaria di emergenza, ha discusso la risoluzione dell'Onu, senza tuttavia prendere alcuna decisione in merito ad una cessazione delle ostilità entro le otto di domani mattina. Il ministro degli Esteri Bhutto ha avuto dal governo il mandato di illustrare ancora una volta ai massimi esponenti dell'Onu la posizione e le argomentazioni pakistane ed è partito alla volta di New York, dove si è aperta oggi la ventesima sessione dell'assemblea generale dell'Onu. Sul fronte militare le operazioni a terra hanno registrato per il terzo giorno consecutivo una stasi quasi assoluta. I «Canberra» da bombardamento dell'aviazione indiana hanno effettuato un'incursione sulla base militare di Sargodha, senza riuscire ad arrecare danni alle installazioni militari. Le bombe indiane sono cadute su un villaggio provocando morti e feriti tra la popolazione civile. Per la prima volta dall'inizio delle ostilità, l'aeronautica pakistana ha fatto uso dei caccia a reazione F-104 supersonici, abbattendo un « Canberra ». Il Pakistan ha tenuto finora di riserva tali caccia intercettatori dato che ne possiede pochi- esemplari. Nella battaglia aerea di Sargodha, gli '« F-104 » hanno fatto uso di missili aria-aria per abbattere il bombardiere nemico. (Associated Press)

Persone citate: Bhutto, Ciu En-lai, Kemal Gursel, Mao, Sukarno