Fanfani eletto con 110 voti su 114 presidente dell'assemblea dell'Onu di Nicola Caracciolo

Fanfani eletto con 110 voti su 114 presidente dell'assemblea dell'Onu Fanfani eletto con 110 voti su 114 presidente dell'assemblea dell'Onu Il ministro degli Esteri, subito dopo la nomina, ha parlato dei compiti dell'organizzazione mondiale: «Mentre là guerra divampa in Asia, discordie e malintesi non devono ostacolare il nostro lavoro» - «Bisogna anche risolvere.il problema del disarmo atomico» (Dal nostro corrispondente) New York, 21 settembre. Fanfani è stato eletto questo pomeriggio presidente dell'assemblea generale delle Nazioni Unite con un voto praticamente unanime. E' la prima volta nella Btoria dell'Onu che un presidente d'assemblea ha ricevuto così poche opposizioni. Su centoquattordici votanti ci sono stati centodieci suffragi a favore, due per l'ex ministro degli Esteri juvoslavo Koca Popovic, che ieri aveva ritirato la sua candidatura, e due voti non validi. Il dibattito è stato diretto dal presidente della diciannovesima sessione dell'assemblea, il ministro degli Esteri del Ghana, Alexis Quaison Sackey. Fanfani assumendo la presidenza ha pronunciato un breve discorso. « Il mio primo pensiero si rivolge a voi per ringraziarvi dal più profondo del cuore per l'onore che attraverso la mia persona avete vo¬ luto rivolgere all'Italia. Questo riconoscimento è un premio all'azione di pace e di giustieia, che in questo dopoguerra, ha sempre ispirato la politica estera italiana ». Fanfani ha continuato affermando che la situazione è grave e pericolosa e che quindi più pressanti sono le responsabilità che incombono sull'organizzazione. Del resto queste responsabilità vengono a cadere, ha aggiunto, in un momento difficile non solo per ciò che riguarda la politica internazionale ma anche la stessa vita delle Nazioni Unite che « si riunisce dopo che l'anno scorso i nostri dibattiti non ebbero sviluppo e andamento normali». Dopo che — cioè — l'assemblea era stata paralizzata da una controversia fra Stati Uniti e Urss sul finanziamento delle missioni di pace dei « caschi blu ». « Ciò dimostra — ha detto Fanfani — che si è creduto che l'organiz¬ zazione internazionale potesse sopravvivere senza prendere decisioni ». tNon tocca a me analizzare — ha proseguito — le cause della paralisi della diciannove sima assemblea generale. Ciò che invece desidero sottolinea-, re è la grave responsabilità die tutti noi ci siamo assunti allorché tion riuscimmo ad accordarci tempestivamente per dissipare i malintesi che ci dividevano. Mostrandoci incapaci di giungere a una intesa ab binino inflitto un duro colpo al prestigio delle Nazioni Unite e dovremo fare di tutto perché una situazione del genere non si riproduca mai più ». E che l'Onu sia in grado di adempiere ai suoi compiti è tanto più necessario « in questo preciso istante in cui azioni militari sono in corso in Asia e nuove distruzioni gettano nel lutto un numero sempre maggiore di famiglie. Alcuni di questi eserciti combattenti appartengono a paesi membri dell'Onu, Stati che al momento dell'ammissione nella nostra organizzazione vennero riconosciuti come amanti della pace. E purtroppo l'incendio che già divampa rischia d'allargarsi ancora». Quali sono i compiti dell'Orni? « In primo luogo — ha detto Fanfani —, ottenere una sincera ricerca di soluzioni eque, che siano di tranquillità alle zone ora turbate da conflitti e dimostrino che l'Onu è un fattore determinante per una ordinata vita internazionale. E del resto vi sotto segni che la mediazione tra India e Pakistan portata avanti da Thant abbia possibilità di riuscita ». C'è quindi, oltre a quello di mantenere la pace, il problema di giungere al disarmo. < /I comitato dei diciotto — ha spiegato Fanfani — ha inviato un rapporto che senza registrare sfortunatamente alcun accordo, indica che i lavori di Ginevra sono stati utili. Tocca quindi all'Assemblea dare ai lavori di Ginevra l'impulso e l'incoraggiamento necessari ». A questo proposito Fanfani ha quindi fatto riferimento alla proposta presentata a Ginevra dalla delegazione italiana per la «non disseminazione» degli armamenti nucleari. Tale proposta prevede che i paesi che non possiedono armi atomiche si impegnino con una dichiarazione a non fabbricarne, e comunque a non acquistarne, per un periodo di tempo determinato nel corso del quale le potenze atomiche dovrebbero giungere a un trattato per il disarmo. Il ministro degli Esteri italiano ha concluso: «Fra alcuni giorni il Santo Padre Paolo VI verrà qui. L'annuncio della sua visita è stato accolto come un esempio di fiducia nei valori spirituali validi per tutta l'umanità — valori dei quali le Nazioni Unite devono assicurare la salvaguardia ». Fanfani, che è giunto a New York alle una e venti all'aeroporto Kennedy da Lima nel Perù, è stato accolto dall'ambasciatore italiano all'Onu Piero Vinci e dall'ambasciatore a Washington Sergio Fenoaltea. Nicola Caracciolo L'on. Fanfani parla all'assemblea delle Nazioni Unite, dopo la nomina a presidente. Gli è accanto il segretario dell'organizzazione, il birmano Thant (Tel. A.P.)