Nove ex «SS» a giudizio per l'eccidio di Meina
Nove ex «SS» a giudizio per l'eccidio di Meina Nove ex «SS» a giudizio per l'eccidio di Meina La strage avvenne sul Lago Maggiore il 12 settembre 1943 - Sedici israeliti furono fucilati e gettati in acqua Bonn, 18 settembre. Il procuratore della Repubblica di Osnabrueck ha rinviato a giudizio nove ex «SS» per l'eccidio compiuto a Meina, sul Lago Maggiore, il 12 settembre del '43. Secondo quanto è stato reso noto da un rappresentante della Procura, gli accusati sono considerati colpevoli di avere fucilato 16 ebrei, tra cui 8 donne e 4 bambini dagli 11 ai 16 anni. Gli israeliti sarebbero stali eliminati in una zona lontana dall'abitato. Le vittime del massacro erano arrivate a Meina, dopo lunghe e tragiche peripezie: sedici persone, uomini donne e bambini, che avevano portato con sé tutto ciò che avevano potuto risparmiare o ricavare dalla vendita dei loro beni nei paesi di provenienza. Erano inoffensivi, erano civili che cercavano ospitalità e che la trovarono a Meina. Il 12 settembre reparti di «SS» circondavano l'Hotel Meina. Alcuni membri delle famiglie Mosseri e Fernandez, in quel momento assenti dall'albergo pur non dubitando a quale pericolo sarebbero andati incontro, si affrettarono a rientrare per seguire la sorte dei loro congiunti e amici. I sedici ebrei vennero rinchiusi fino a notte alta in alcune camere dell'albergo. Poco prima dell'alba, veniva prelevato e caricato sopra un autocarro un primo gruppo di prigionieri. A poco più di un chilometro dal centro abitato di Meina, nel pressi della casa cantoniera vicino ad Arona, l'autocarro si fermava, le «SS» scaricavano i mitra sui pri gionieri. I corpi venivano poi trasportati al largo cori delle barche e gettati nel lago. Nel la notte seguente veniva prelevato all'Hotel Meina il secondo gruppo di prigionieri. Cosi anche i bimbi e i vecchi seguirono il destino dei congiunti. (Ansa)
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