Difesa bianconera, attacco azzurro

Difesa bianconera, attacco azzurro Difesa bianconera, attacco azzurro I due reparti più forti della Juventus e del Napoli impegnati nel confronto odierno lì calendario ha voluto che la prima partita di importanza del campionato 1965-66 si disputi a Torino. L'incontro Juventus-Napoli possiede infatti in sé una importanza tutt'affatto particolare. Proviene da un dissidio, se non proprio da un litigio, questa importanza. Reca il nome di Sivori. Questi è stato uno dei giuocatori più famosi che nella categoria degli oriundi abbia militato nelle squadre italiane in questi ultimi anni. Cresciuto alla scuola del River Piate di Buenos Aires, egli aveva ancora fatto in tempo ad assimilare da giovanissimo, mentre stava scoppiando la crisi che doveva mandare a catafascio il calcio argentino, i principi tecnici ai quali si erano informati uomini come Pedernera, Labruna e diversi altri. Di quella generazione egli fu uno degli ultimi prodotti di vera classe. Aveva, ed ha, un modo tutto, suo speciale di giuooare. L'impronta tipica sudamericana —• individualista per eccellenza — non lo aveva mai abbandonata. Per anni, più che adattarsi lui al giuoco nostro, era stata la Juventus ad adattarsi al giuoco suo. Tecnicamente era fatto come era fatto, e non poteva piegarsi. Il giorno in cui incontrò, in veste di comando, una testa tanto dura come la sua, l'urto divenne inevitabile. L'undici bianconero dovette o cambiare dirigente tecnico o cambiare il suo giuocatore di punta. La libertà di parola che, disgraziatamente, si lascia, nell'ambiente nostro, a coloro che dovrebbero puramente giuocare e non fare il conferenziere, complicò le cose, e Sivori dovette andarsene. Passò al Napoli. Il Napoli è un sodalizio che da anni lotta per salire alle posizioni di primato del campionato italiano. E', in sé, nell'entusiasmo che lo anima, in tutto il suo modo di comportarsi, il tipico rappresentante del calcio meridionale italiano. Quest'anno, ritrovate nuove energie dirigenziali, ha fatto i due grandi acquisti di Sivori e di Altafini, e, grazie alle due vittorie casalinghe colle quali ha iniziato il campionato, ha fatto scoppiare il fuoco che da tempo covava sotto le ceneri. A Torino non avvengo- no i fatti che succedono nell'America Meridionale. Ne avvengono forse altri sott'acqua ugualmente sconcertanti, ma sui campi di giuoco ognuno può dire la sua parola. Quindi, l'incontro, sfrondato da ognuno degli elementi morali o psicologici che lo circondano, assume, come gli altri, un aspetto ed una sostanza essenzialmente tecnici. A riassumere in poche parole la fisionomia pratica dei due contendenti, emerge che la Juventus possiede una difesa che è una delle più forti d'Italia, ed un attacco più evanescente che redditizio. Ed il Napoli, da parte sua, dispone di un attacco che è la sua autentica punta di forza, ed una difesa che impenetràbile non lo è. Le armi più raffinate dell'uno incontrano i mezzi più potenti dell'altro. La Juven¬ tus è veramente forte dalla cintola in giù, il Napoli si impone dalla cintola in su. I partenopei, immettendo Altafini e Sivori nella loro prima linea, hanno, quasi inaspettatamente, risvegliato un elemento al quale forse non mancava che un punto d'appoggio per emergere: quel negretto brasiliano che risponde al nome di Cane. Nello spazio delle due domeniche iniziali della competizione, egli è diventato il cannoniera capo del campionato, segnando ben cinque reti. Da parte loro, i bianconeri hanno visto, domenica scorsa, infortunarsi abbastanza gravemente uno dei nuovi centroavanti ai quali avevano dato fiducia: il Traspedini, che a Bergamo si è lussata una spalla. Fortunatamente per essi, esiste, proprio per quella posizione, un giuooatore che da qualche tempo era in ballottaggio col Traspedini come perno della prima linea: Bercéllino II, che la stagione scorsa si fece le ossa, in seconda Divistone, a Potenza, All'incontro assisterà certamente una gran folla. Vi saranno scoppi di petardi e di mortaretti. V'è chi vuol vedere, nell'incontro stesso, un assalto del Meridione al Settentrione. Sia pure, purché nell'urto fra le due correnti le cose non escano dai limiti della regolarità. Vittorio Pozzo

Persone citate: Altafini, Cane, Labruna, Pedernera, Sivori, Vittorio Pozzo

Luoghi citati: America Meridionale, Bergamo, Buenos Aires, Italia, Napoli, Potenza, Torino