Dinamite contro un ufficio dell'Enel fatta esplodere da terroristi in Alto Adige

Dinamite contro un ufficio dell'Enel fatta esplodere da terroristi in Alto Adige Stella vallo Aurina, prosato 11 confino con l'Austria Dinamite contro un ufficio dell'Enel fatta esplodere da terroristi in Alto Adige Lo scoppio di notte: un operaio è rimasto ferito • Pochi minuti dopo, due franchi tiratori hanno sparato contro una pattuglia di carabinieri - Probabilmente gli attentatori sono gli stessi che hanno ucciso i due militi in una caserma della Val Pusteria (Dal nostro corrispondente) Bolzano, 15 settembre. Due altri atti terroristici sono stati compiuti questa notte nella Valle dei Molini laterale della Valle Aurina, nei pressi del confine italo-austriaco, tra i villaggi di Selva e di Lappago. Esattamente in località Neves, alle ore 0,40, è scoppiata una carica di circa tre chili di dinamite in una palazzina a due piani che ospita alcuni uffici dell'Enel e svcsTmmmspin cui dormivano cinque di- pendenti dell'ente. Poco dopo, all'1,10, nell'abitato di Selva dei Molini, due franchi tiratori appostati nel buio hanno sparato proditoriamente contro una pattuglia di carabinieri che stava raggiungendo il luogo dove era stato perpetrato l'attentato dinamitardo. Per fortuna le due azioni terroristiclie non hanno causato vittime. I proiettili dei franchi tiratori sono andati a vuoto e la bomba collocata nel piccolo edificio dell'Enel, che è situato a circa 300 metri da una centrale idroelettrica in costruzione, ha provocato gravi danni, ma i cinque uomini che vi dormivano sono rimasti quasi illesi. Si tratta dell'operaio Vittorio Trentini, da Calavino (Trento), dell'autista Enrico Costanzelli, anch'egli residente nel Trentino, a Molveno, dell'impiegato tecnico Carlo Alberto Monti di Bolzano, dell'elettricista Lucilio De Polo, originario di Treviso, e dell'impiegato amministrativo Pier Antonio Peruz, di Calalzo di Cadore. Un altro dipendente dell'Enel, il geom. Alberto Quinz, di Bolzano, al momento del tremendo scoppio si trovava ancora a Campo Tures, dove si. era recato per assi- stere ad uno spettacolo televisivo. Anche gli altri suoi compagni di lavoro durante la serata erano stati a Campo Tures, ma erano rientrati prima di mezzanotte, senza immaginare la sorte che li attendeva. La carica, collegata ad un meccanismo ad orologeria, era stata collocata tra l'inferriata della finestra di un locale a pianterreno, ove è installato l'impianto di riscaldamento. Quando è esplosa, la parete divisoria del locale e il pavi mento sono stati gravemente lesionati, mentre tutti i vetri della casa andavano in frantumi. La fortissima detonazione ha suscitato panico fra gli occupanti della palazzina, anche perché è venuta a mancare la luce elettrica. L'operaio Vittorio Trentini, che insieme all'autista Costanzelli dormiva proprio in una stanzetta sovrastante il locale ove è avvenuto lo scoppio, è rimasto ferito ad una mano da una scheggia di vetro e alla testa da una persiana. Nel buio, sentendo il sangue co largii sul viso, ha creduto di aver riportato gravi ferite ed è stato colto da una forte for ma di choc. Questa mattina il poveretto, in preda alla paura, ha abbandonato il suo posto di lavoro per tornare a Cala vino, imitato nel pomeriggio anche dal Costanzelli, che ha pure voluto fare ritorno al paese natio. I dinamitardi che hanno col locato l'ordigno esplosivo nel tentativo di spargere nuovo sangue, sono sicuramente due Altri due hanno agito, come si è detto, in funzione di franchi tiratori nell'abitato di Selva dei Molini, sparando proditoriamente contro la pattuglia di carabinieri che, dopo la deflagrazione, era uscita dalla caserma del villaggio per accorrere sul luogo dell'attentato. Uno dei terroristi ha sparato un colpo da un boschetto; l'altro, invece, dai cespugli di una radura. Per fortuna, a causa della distanza e della oscurità, entrambi i proiettili hanno fallito il bersaglio e sono andati a schiacciarsi contro la parete esterna della caserma dei carabinieri, che dopo il proditorio assassinio del militare dell'arma Vittorio Tiralongo (ucciso lo scorso anno da un altro franco tiratore) era stata trasferita nei locali di un piccolo albergo requisito, di proprietà del sindaco del paese. ' Subito dopo gli spari i terroristi si sono dileguati, mentre veniva dato l'allarme per organizzare un rastrellamento in grande stile. Qualche ora dopo, in una vasta estensione di territorio montagnoso compresa fra il crinale della frontiera e gli abitati di Lutago. Campo Tures, Selva Molini Lappago, Pundres, Vandoies e Chienes. è stata intrapresa una battuta alla quale hanno preso parte reparti di pronto impiego dell'esercito, dei carabinieri e delle guardie di P. S., che hanno operato con l'ausilio di elicotteri e di cani poliziotto Le asperità del terreno, che è particolarmente accidentato e costellato dì mille insidie, hanno reso però diffìcile l'operazione. Si ritiene però r.he i terroristi, malgrado il vantaggio sulle forze dell'ordine, non abbiano potuto raggiungere in breve tempo il confine austriaco, che dista da Selva dei Molini una quindi-,ccina dì chilometri. \rLe ricerche, continuate sino a tarda sera, riprenderanno domani mattina all'alba, poiché non si esclude l'ipotesi che gli attentatori si trovino an- JH cora celati in qualche sicuro rifugio situato in territorioita- liano. Si tratta sicuramente di Josef Steger, Sigfrid Forer, Heinrich ObeWec7mer ed Bein ridi Oberleiter, i quattro fuo rusciti, nativi della stessa valle Aurina, che hanno proditoriamente ucciso nei giorni scorsi a Sesto Pusteria due militi dell'arma dei carabinieri. e. p. La villetta dell'Enel a Lappago devastata dall'attentato dinamitardo (Tel