Si sceglie l'orario estivo dei 160 treni internazionali

Si sceglie l'orario estivo dei 160 treni internazionali I tecnici ferroviari riuniti a Como Si sceglie l'orario estivo dei 160 treni internazionali Già risolti i problemi per i valichi di Brennero, Tarvisio, Chiasso e Domodossola Un'altra conferenza per quelli ancora in sospeso - Gli spostamenti dovuti alla decisione italiana di adottare l'ora legale fra il 22 maggio e il 24 settembre ('Dai nostro inviato speciale) Como, 10 settembre. Le delegazioni svizzera, tedesca, francese, in collaborazione con quella italiana, hanno affrontato il difficile problema di fare assestare gli orari dei treni europei con l'ora estiva italiana, in vigore dal 22 maggio al 24 settembre di ogni anno. Una ventina di uomini, di esperti del movimento ferroviario delle reti direttamente interessate, erano seduti attorno al tavolo presidenziale nella sala delle conferenze presso la Unione Industriale di Como. Hanno discusso, a bassa voce, citato chilometri, stazioni, numeri distintivi di treni, consultato diagrammi, quadri orari. Da questi uomini, dalla loro pazienza e buona volontà dipenderà se tra l'Italia e il resto d'Europa, nell'estate d'ogni anno, si potrà viaggiare comodi e veloci, se i turisti e gli uomini d'affari si dichiareranno soddisfatti della marcia dei treni, delle partenze, degli arrivi, delle coincidenze. Ogni treno, in ciascun paese, è legato ad un altro, e si innesta nella rete più ampia che è quella internazionale. Spostare l'orario di uno di essi, significa modificare parecchi altri, e non sempre l'operazione è possibile, per un intrico di coincidenze che ne vengono coinvolte. L'intrico diventa aggrovigliatissimo quando un Paese, come appunto accadrà all'Italia nel maggio del prossimo anno, decide di spostare gli orari anticipandoli di 60 minuti. I treni estivi diretti in Italia arriverebbero dunque alla frontiera con un'ora di anticipo, e non potrebbero proseguire. I treni italiani diretti all'estero arriverebbero con un'ora di ritardo, e nemmeno essi potrebbero proseguire;' Occorre'Hinique che le reti straniere modifichino i loro orari per adattarli ai nostri, ma anche i nostri dovranno essere modificati per adattarli a quelli. La conferenza, che ha tenuto impegnate sino ad oggi le delegazioni ferroviarie europee, si è dibattuta nelle difficoltà di conciliare le opposte prospettive: adattare gli orari alle nostre richieste o adattarli a quelli delle reti estere. Logicamente non ci si irrigidisce né da una parte né dall'altra. Si cede qualche minuto di qua, qualche minuto di là, ci si viene incontro con buon senso cercando di soddisfare le varie necessità tecniche e accontentare i desideri dei viaggiatori, per incontrarsi su un punto che rappresenti una media di scontentezze e di soddisfazioni. Si fa in modo di rispettare le esigenze degli uomini di affari e- dei turisti, e le comodità del viaggiatore puro e semplice. Da parte italiana vengono anticipate le partenze, da parte straniera vengono ritardate di quei minuti che permettono di neutralizzare in parte gli effetti della nostra ora legale. Nel silenzio della sala giungono frasi di questo genere : « Mi ritardi, per piacere, il "220" ». « Non posso ritardarlo, ho fatto il massimo. Veda lei, piuttosto, dì anticipare il suo ». « Io ho fatto tutto quello che potevo, ora sono bloccato da un treno operaio che non posso muovere per nessun motivo ». Sembra una discussione che non avrà mai fine. Invece, dopo qual che minuto, la soluzione, con buona volontà da una parte e dall'altra, è trovata e il « 220 », ritoccandogli la velocità — qua accelerandolo, là ritardandolo — sarà un treno che non scon tenterà troppa gente. Ma ci sono anche le esigenze delle carrozze-letto e delle carrozze-ristorante. Un ritardo o un anticipo di un'ora può rendere superfluo l'uso del letto o del pasto in treno, coinvolgen do le comodità dei viaggiatori e gli interessi della so cietà che gestisce il servizio. I lavori delle delegazioni in questi tre giorni sono andati avanti abbastanza speditamente. Dei 160 treni internazionali in gioco, ne sono stati esaminati tre quarti. Dopo i valichi del Brennero e di Tarvisio, già studiati qualche settimana fa nella conferenza di Verona con la delegazione austriaca, qui a Como è stato esaminato il traffico ferroviario di Chiasso e di Domodossola e iniziato quello di Modano e Ventimiglia. Non tutti i casi sono stati risolti Per quelli rimasti in sospeso se ne parlerà in una prossima conferenza, che si svolgerà in ottobre in Svizzera. Vi prenderanno parte anche delegazioni dell'Olanda, del Belgio, della Danimarca e della Scandinavia, ugualmente interessate perché in quei paesi hanno origine parecchi treni che hanno per destinazione l'Italia. Giuseppe Faraci

Persone citate: Giuseppe Faraci, Modano, Ventimiglia