Gli italiani accorrono a Brasilia per salutare il presidente Saragat

Gli italiani accorrono a Brasilia per salutare il presidente Saragat Prima teppa della visita all'America Latina Gli italiani accorrono a Brasilia per salutare il presidente Saragat Durante il viaggio da Roma al Brasile, il Capo dello Stato si è intrattenuto a colloquio con i passeggeri dell'aereo - All'arrivo è stato accolto in un'atmosfera di entusiasmo - Caloroso incontro con il presidente Castelo Branco - Discorso di Saragat al Congresso: « E' nostro dovere eliminare gli squilibri sociali nel mondo e dobbiamo farlo durante questa generazione, perché l'umanità non è disposta ad attendere » - La via da seguire, ha aggiunto, è una sola: attuare la giustizia nel rispetto della libertà (Dal nostro inviato speciale) Brasilia, 10 settembre. «Il Brasile è la più gigantesca sfida degli uomini del nostro tempo ad un'immensa ed aspra natura, che sarà conquistata». Pronunciando queste parole dinanzi al Congresso brasiliano, il presidente Saragat riassumeva l'impressione, i sentimenti che aveva provato fin dal momento in cui, sorvolato l'Atlantico, l'aereo che lo trasportava si era addentrato nella sterminata vastità brasiliana, eppoi all'atterraggio nell'aeroporto di Brasilia, favolosa capitale del «duemila», piantata come sfida proterva nel vuoto siderale della boscaglia. Questo, forse, è l'aspetto esterno che più colpisce l'immaginazione, ma il viaggio del presidente Saragat ha significati assai più vasti di una semplice visita di cortesia ad un paese amico degno di ammirazione. In questo particolare momento, il viaggio di Giuseppe Saragat e del ministro degli Esteri Fanfahi attraverso sei paesi dell'America Latina può rivelarsi utile per ristabilire un equilibrio politico in questo continente assillato da gravi problemi economici e sociali e minacciato da movimenti eversori. Fra una decina di giorni, quando il Presidente della Repubblica sarà tornato in Italia, si potrà fare il consuntivo di questo viaggio, ma fin da ora, a giudicare dalle accoglienze che gli ha tributato il Brasile, si può affermare che esso può favorire l'auspicato riavvicinamento fra l'America Latina e l'Europa, superando le diffidenze sorte con la formazione del Mercato comune europeo. Accoglienze entusiasmanti, nello scenario avveniristico di questa Brasilia immersa nella sua perenne estate, col gusto della scenografia che è proprio dei brasiliani. Non c'era grande folla, perché la capitale del Brasile, ancor oggi, è scarsamente popolata, ma coloro che erano venuti all'aeroporto hanno dato la misura di quanto attesa fosse la visita del Capo dello Stato italiano. Il presidente Saragat ha viaggiato su un normale aereo di linea dell'Alitalia, e durante la notte, prima che si spegnessero le luci, era venuto in cabina, in mezzo a noi giornalisti ed ai passeggeri, intrattenendosi a conversare affabilmente con tutti. Anche l'on. Fanfani, subito dopo, è venuto a parlare con noi per illustrarci la fondazione, da lui ideata, dell'Istituto italolatino americano che avrà sede a Roma, Dopo una breve sosta all'aeroporto cM Dakar, dove erano convenuti il ministro dell'Interno ed altre autorità senegalesi per rendere omaggio al presidente Saragat ed al ministro Fanfani (teatrale la guardia d'onore senegalese, con gran manti e cimieri scarlatti, e le spade sguainate a rendere gli onori) il grosso quadrigetto ha aggredito l'Oceano Atlantico e dopo sei ore di volo è atterrato a Brasilia. Dinanzi allo scalandrone, su un tappeto rosso, attendeva il presidente brasilia no Umberto Castelo Bran co. Accoglienza protocolla re, ma affettuosa per l'ospite amico. Ascoltati in silen zio gli inni nazionali ese guiti da una banda militare, il presidente Saragat ha passato in rassegna un reparto di soldati irrigiditi sull'attenti, quindi si è formato il corteo di automobili che già all'uscita dall'aeroporto è stato fermato da gruppi di folla che, agitando bandiere italiane, protendendo le mani, gridan¬ do «viva l'Italia», si stringeva attorno alla vettura del presidente Saragat per dargli il meno protocollare, ma più affettuoso, caloroso benvenuto. Il corteo ha percorso gli ampi viali di Brasilia tra sventolio di tricolori, applausi ed una profusione di manifesti che riproducevano la fotografìa del Capo dello Stato italiano. Dopo il lungo viaggio e la notte trascorsa pressoché insonne, il presidente Saragat si è recato all'hotel Nacional, dove alloggiamo anche noi giornalisti ed un buon numero di italiani giunti da Rio de Janeiro, San Paolo, Santos per manifestare subito al Presidente della Repubblica la letizia di vederlo in Brasile, la seconda patria che essi hanno scelto per svolgere la loro attività. Le visite ufficiali sono incominciate nel pomeriggio, verso-le 16, quando è avvenuto jl colloquio fra il presidènte Castelo -Branco e Giuseppe Saragat; colloquio squisitamente politico, presenti il ministro Fanfani ed il ministro degli Esteri brasiliano, ih un'atmosfera di calorosa amicizia, e durante il quale sono stati discus¬ si gli argomenti più attuali e preoccupanti, Dalla politica internazionale, i due statisti sono poi passati ad esaminare problemi più concreti che interessano Brasile e Italia, con particolare riferimento ad esperienze che l'Italia ha già fatto nel campo economico-sociale, come la riforma agraria, che oggi potrebbero essere utili al Brasile. Il colloquio è durato un'ora, fino alle 17, quando il presidente.Saragat è stato ricevuto al Supremo tribunale federale, affine alla nostra Corte costituzionale, dov'è stato accolto da calorosi applausi e da un indirizzo di saluto al quale Giuseppe Saragat ha risposto con una breve allocuzione di ringraziamento. Mezz'ora dopo egli faceva il suo ingresso nel sontuoso Palazzo del Congresso, accolto da applausi e da grida di benvenuto dei due rami del Parlamento riuniti nella vasta sala rivestita di preziosi marmi e legno di tek. Dinanzi a senatori e deputati, il presidente Saragat ha pronunciato un discorso in cui ha messo in evidenza i vincoli che uniscono il Brasile e l'Italia, ma soprattutto sottolineando gli sforzi che anche il Brasile compie per rinvigorire il regime democratico nel continente sudamericano minacciato dalle tirannidi. , Tra l'altro Saragat ha affermato che «il grande problema del nostro tempo è costituito dalle condizioni di sottosviluppo economico yjy. cui si trova tanta parie dell'umanità. Èsse costituiscono una sfida che la nostra coscienza di uomini liberi deve raccogliere. E' oggi nostro preciso dovere eliminare gli squilibri economici e sociali che ancora affliggono tanta parte dell'umanità. Dobbiamo quindi dimostrare con i fatti, e nello spazio di questa generazione — perché l'umanità diseredata non è più disposta ad aspettare indefinitamente — che il regime della libertà non può soltanto continuare ad assicurare la casa e il pane di chi già li possiede, ma deve altresì darne a chi ne è privo; che la democrazia è — non solo in astratto, ma anche in concreto — il più efficace e il più giusto dei regimi politici; che democrazia e giustizia sociale sono concetti inscindibili e componenti essenziali di una medesima visione politica». A sera, nel palazzo di Planalto, il Presidente brasiliano ha offerto un pranzo ufficiale al presidente Saragat, cui è seguito un ricevimento e la presentazione del Corpo diplomatico. Domani mattina, il Presidente della Repubblica si trasferirà a Rio de Janeiro, Francesco Rosso Brasilia è la città più moderna del mondo. Si è cominciato a costruirla nel 195 lf sull'altopiano del Goyas, in mezzo a una fitta boscaglia, a quasi mille chilometri da Rio de Janeiro. Due anni dopo è stata proclamata 'capitale del Brasile. Ha 11(2 mila abitanti. Il Presidente della Repubblica Saragat ed il Capo dello Stato brasiliano, Castelo Branco, ascoltano gli inni nazionali all'aeroporto di Brasilia (Tel. Ass. Press)