Il Papa in jeep per due ore ha visitato le borgate di Roma devastate dall'alluvione di Gianfranco Franci

Il Papa in jeep per due ore ha visitato le borgate di Roma devastate dall'alluvione Nel Noni della periferia invasi dalla piena del Tevere Il Papa in jeep per due ore ha visitato le borgate di Roma devastate dall'alluvione Triste viaggio fra donne piangenti, bimbi e uomini sporchi di fango alle zone di Prima Porta e Labaro - Il Pontefice sgomento dinanzi alle scene di disperazione e al desolante spettacolo dei danni provocati dall'inondazione - « Vogliamo aiuti. Abbiamo perso tutto» gridava la gente - La situazione nella Capitale va migliorando (Nostro servizio particolare) Roma, 4 settembre. Il Papa è andato stamane nelle borgate di Prima Porta e di Labaro, le più, colpite dal nubifragio. Le ha attraversate su, una <jeep> dei carabinieri tra donne piangenti, bambini sporchi di fango, uomini immobili in un disperato silenzio. Paolo VI, in piedi sulla macchina, è apparso sgomento dinanzi al desolante spettacolo dei danni prodotti dall'inondazione, ha benedetto la gente, ha udito le grida di dolore e di protesta che a volte si sono levate in mezzo alla folla, ha stretto la mano a chi gliela porgeva, si è fermato per ascoltare e per confor tare. * Quando il Papa è giunto a Prima Porta, direttamente da Castel Gandolfo, i segni della devastazione erano ovunque malgrado un caldo sole cominciasse a rassodare il mare di fango che sommerge la bor¬ gata. A ricevere il Pontefice c'erano il Prefetto ed il Sindaco e alcune centinaia di persone che subito si sono affollate attorno alla sua automobile. Era il primo contatto con la grande sventura e rivolto alla gente Paolo VI ha detto: «Figli carissimi, sono voluto venire a vedervi e a confortarvi. Non sono nelle mie mani i rimedi per risolvere questa presente congiuntura, ma volevo dividere con voi la vostra pena, le vostre ore dolorose, lo sgomento che porta questa circostanza cosi penosa. Vi saluto tutti. Cercheremo di aumentare in ogni modo 1 nostri soccorsi. Stamani abbiamo pregato durante la Messa per voi e per il vostro martoriato quartiere ed abbiamo implorato su tutti voi il conforto e l'assistenza divini >. Poi Paolo VI è salito sulla €ieep> per il suo lento giro per la borgata. La gente aveva la¬ sciato le umide case assiepandosi ai bordi delle strade ridotte ad una poltiglia giallastra. Sulla <jeep> il giovane parroco della borgata, don Giovanni Massi, indicono al Pontefice qualche particolare più toccante: una casa semidiroccata, cataste di masserizie, e persone intente a liberare là' propria abitazione dalla morsa del fango. La €jeep> procedeva a fatica per le strette vie. Una donna ha allungato la atta mano verso quella del Papa ma è svenuta. Era la moglie .li Agamennone Esposito, una delle vittime. Un'altra donna si è fatta avanti. Aveva i capelli scarmigliati, l'abito sporco di melma. Ha gridato: «Sono tre volte che mi capita. L'altra volta ho partorito nell'acqua >. Altri le hanno fatto coro: «Vogliamo aiuti. Abbiamo perso tutto ». paalo VI, commosso, annuiva, porgeva la mano al bacio di qualche fedele. Ad un certo punto si è rivolto ai carabinieri che circondavano la tjeepj e che cercavano di trattenere la gente, dicendo loro: «Lasciate passare questi infelici. Siamo venuti qui per questo >. In via , del Frassineto, proprio lungo la « marrana > che ad ogni piena del Tevere trabocca dagli argini per inondare tutta la zona, il Papa ha visto una donna piangente appoggiata allo stipite della porta di una casa. Ha fatto cenno al carabiniere che guidava la <jeep> di fermarsi ed è disceso. La donna, la signora Licia Gallitani, gli ha raccontato di essere originaria di Lucca, di avervi lasciato i suoi quattro figli contando di farli ora venire a Roma nella casa costruita con molti sacrifici. Poi è arrivato il nubifragio a rovinare tutto. Più, volte Paolo VI si è fermato accanto alle autogrù n> vigili del fuoco o ai grupp di soldati e di carabinieri in tenti a rimuovere il fango per incoraggiarli e congratularsi per la loro infaticabile opera. Gli è stato presentato un ragazzo di quindici anni, Tonino Mariantoni, che in questi terribili giorni ha compiuto una decina di salvataggi, alcuni dei quali assai pericolosi. Poi il Papa si è recato nella vicina borgata di Labaro anch'essa chiusa nel suo dolore, fra stridenti contrasti di disperazione e di fede. Due ore è durata, Complessivamente, la visita del Papa e alla fine egli appariva affaticato. Gocce di sudore gli imperlavano la fronte e la candida veste e le scarpette vermiglie erano state anch'esse contaminate dal fango. Accomiatandosi dai parroci delle due borgate li ha informati di mettere a loro disposizione una ulteriore somma di denaro, indumenti e coperte per alleviare le sofferenze dei più bisognosi. Con il ritorno del bel tempo, la situazione a Roma e dintorni appare notevolmente migliorata. I livelli del Tevere e dell'Anlenc stanno diminuendo ad un ritmo di due-ire centimetri l'ora per cui sembra definitivamente scongiurato il pericolo di nuovi disastri. Il rifornimento idrico della città, rimasta per metà senz'acqua a causa della rottura di una paratia stagna dell'acquedotto del Peschiera, riprenderà lunedì. Secondo le disposizioni impartite dalle autorità sanitarie l'acqua non potrà tuttavia essere utilizzata per uso potabile fino a nuovo ordine. Gianfranco Franci Paolo VI in piedi sulla camionetta nella zona allagata del quartiere di Prima Porta (Telefoto Ass. Press)

Persone citate: Agamennone, Esposito, Giovanni Massi, Licia Gallitani, Paolo Vi

Luoghi citati: Castel Gandolfo, Lucca, Roma